Ravvedimento speciale per circa 190.000 partite IVA. Lo Stato incassa 1,3 miliardi, un dato solo di poco inferiore al gettito complessivo che deriva dalle 600.000 adesioni al concordato preventivo biennale 2024-2025

Ravvedimento speciale a quota 1,3 miliardi di euro: questi gli incassi della sanatoria abbinata alla prima edizione del concordato preventivo biennale.
È la Sottosegretaria al MEF, Lucia Albano, ad aver fornito i dati sull’impatto dello strumento introdotto per dare un maggior appeal al patto con il Fisco per le annualità 2024-2025.
Stando a quanto dichiarato il 9 luglio, nel corso delle interrogazioni a risposta immediata in Commissione Finanze della Camera, ad averne beneficiato sono state 187.984 partite IVA.
Si tratta di un contribuente su quattro rispetto alle adesioni alle proposte di concordato dell’Agenzia delle Entrate, per una media di 6.700 euro dovuti per sanare cinque anni di irregolarità dichiarative.
Il dato sugli incassi previsti è solo poco più basso rispetto a quelli attesi per la prima edizione del concordato, che porterà nelle casse dello Stato un totale di 1,6 miliardi nel prossimo biennio.
Ravvedimento speciale a quota 1,3 miliardi, le entrate della sanatoria sfiorano quelle del concordato
I dati sull’impatto del ravvedimento speciale arrivano nella stessa settimana in cui si è riaccesa la discussione sulla riproposizione della sanatoria per il concordato preventivo relativo al biennio 2025-2026.
Dal punto di vista generale, c’è da dire che l’idea di affiancare al concordato preventivo una procedura di regolarizzazione sul passato sembra aver funzionato.
Le circa 190.000 partite IVA che ne hanno sfruttato i vantaggi consentiranno allo Stato di incassare un totale di 1,3 miliardi circa, di cui 781.080.801 già versati e ulteriori 483.270.721 attesi entro il mese di marzo 2026, quando si concluderà la procedura di rateizzazione.
Questo il dato generale fornito nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 9 luglio, sulla base delle elaborazioni dell’Agenzia delle Entrate e di Sogei.
Dal punto di vista del profilo soggettivo dei beneficiari, in testa vi sono le società di capitali in contabilità ordinaria: hanno aderito alla sanatoria 80.231 realtà, per un totale già versato pari a circa 420 milioni. Subito dopo le imprese in semplificata (33.727 soggetti, per un controvalore di 83 milioni versati) e i lavoratori autonomi (21.600 soggetti, 81 milioni versati).
Modello dichiarativo | Numero aderenti | Importo versato (€) |
---|---|---|
EnC/Impresa in ordinaria | 149 | 792.850.80 |
EnC/Impresa in semplificata | 50 | 136.855,78 |
PF/Impresa in ordinaria | 9606 | 43.022.020,11 |
PF/Impresa in semplificata | 33727 | 83.381.532,92 |
PF/Lavoro autonomo | 21628 | 81.276.524,76 |
SC/Impresa in ordinaria | 80231 | 418.309.679,86 |
SP/Impresa in ordinaria | 17714 | 86.228.581,40 |
SP/Impresa in semplificata | 15747 | 42.667.175,97 |
SP/Lavoro autonomo | 2044 | 12.191.193,88 |
Altro | 7088 | 13074385.24 |
- Ravvedimento speciale - i dati sulle adesioni
- Scarica il testo della risposta all’interrogazione 5-0422 Merola fornita il 9 luglio in Commissione Finanze della Camera
Dal CPB 2024-2025 attesi 1,6 miliardi, solo poco più del ravvedimento speciale
Al netto dei dati relativi alle singole categorie, fa riflettere il fatto che il gettito atteso dal ravvedimento speciale, relativo a una platea “ristretta” di partite IVA aderenti al concordato preventivo biennale, sfiori quello previsto per il primo biennio del patto con il Fisco.
La prima tornata di adesioni porterà allo Stato un totale di 1,6 miliardi di euro, a fronte di circa 600.000 proposte accettate. Per il solo ravvedimento speciale, che ha interessato una partita IVA su quattro, rispetto al totale delle adesioni al concordato (e che ha lasciato fuori i forfettari), si attendono invece 1,3 miliardi di euro.
Sebbene non si tratti di dati confrontabili in maniera “diretta”, appare sempre più evidente come con il ravvedimento speciale sia stata di fatto snaturata la ratio del concordato preventivo.
Nato come uno strumento di pianificazione futura, si è trasformato in una via per la regolarizzazione del pregresso a costo ridotto.
Un vantaggio doppio quindi per le partite IVA che hanno valutato positivamente gli effetti del patto con il Fisco (anche considerando situazioni più o meno prevedibili di crescita economica nel biennio) e che hanno potuto chiudere i conti con il passato. Una compliance “preventiva” ma anche, e forse soprattutto, retroattiva.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Ravvedimento speciale, le entrate della sanatoria sfiorano quelle del concordato