È possibile che pagare più tasse oggi sia la scelta fiscalmente più conveniente domani?

L’introduzione del Concordato Preventivo Biennale (CPB) per il biennio 2024-2025 ha segnato un’evoluzione significativa nel dialogo tra fisco e contribuente, offrendo un percorso di definizione concordata della base imponibile.
Se da un lato questo strumento promette certezza e stabilità nel rapporto tributario, dall’altro lato può porre le imprese nelle condizioni di dover effettuare scelte che non sempre risultano essere immediate.
Una delle più rilevanti riguarda l’interazione tra il reddito concordato e la gestione delle perdite fiscali maturate negli esercizi precedenti, laddove sussistano i requisiti per potersi avvalere anche della cd. flat tax concordato.
Al fine di valutare correttamente l’opportunità di optare, o meno, per la tassazione sostitutiva, occorre effettuare riflessioni che vanno oltre il mero calcolo del carico impositivo immediato.
Il quadro normativo del riporto delle perdite: articolo 84 TUIR
Per comprendere appieno la problematica, è indispensabile richiamare il quadro normativo di riferimento, ovvero l’articolo 84 del TUIR, che disciplina le modalità di scomputo dal reddito di impresa delle perdite fiscali maturate negli esercizi precedenti.
Tali modalità sono diverse a seconda che si tratti di perdite a utilizzo limitato (art. 84, comma 1, TUIR) o illimitato (art. 84,comma 2, TUIR).
Nel primo caso (perdite ad utilizzo limitato), la perdita fiscale di un periodo d’imposta può essere computata in diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi, ma con una precisa limitazione: lo scomputo non può superare l’80 per cento del reddito imponibile di ciascun esercizio. L’intero importo della perdita che trova capienza in tale limite dell’80 per cento può essere utilizzato.
Nel secondo caso (perdite a utilizzo illimitato) le perdite possono essere computate in diminuzione del reddito complessivo degli esercizi successivi per il loro intero importo, andando a erodere fino al 100 per cento del reddito imponibile di ciascun periodo.
Tale possibilità è concessa solo con riferimento alle perdite realizzate nei primi tre periodi d’imposta dalla data di costituzione della società, a condizione che si riferiscano a una “nuova attività produttiva”.
Nel contesto del CPB, è sulla base di queste regole che si deve valutare come utilizzare il monte delle perdite accumulate negli esercizi precedenti. Per le finalità della nostra analisi, si ipotizzerà lo scenario più comune, ovvero quello di una società
con perdite a utilizzo limitato.
Caso pratico – perdite ad utilizzo limitato, concordato e flat tax
Per illustrare le implicazioni operative, analizziamo il caso della società Beta S.R.L., che lo scorso anno ha sottoscritto la proposta di concordato.
Il reddito concordato per il 2024 è pari a € 90.000, mentre l’equivalente reddito 2023 rivisto nell’ottica del concordato era pari a € 60.000.
Il modello ISA 2024 anno di imposta 2023 ha dato esito 9; di conseguenza, il contribuente ha titolo di optare per la flat tax concordato, su una base imponibile di € 30.000, ad aliquota 10 per cento. Si ipotizzi che la medesima società presenti perdite fiscali a utilizzo limitato residue pari a € 80.000.
Lo scenario con opzione per la flat tax
Beta S.R.L. può scegliere di tassare la differenza tra reddito concordato (€ 90.000) e reddito del periodo precedente (€ 60.000) ad un’imposta sostitutiva agevolata. La base imponibile per la flat tax è di € 30.000, su cui si applica l’aliquota del 10 per cento, generando un’imposta sostitutiva a debito pari a € 3.000.
La restante parte di reddito concordato, pari a € 60.000, sconta l’IRES ordinaria. È su questa base che si possono utilizzare le perdite pregresse, nel limite dell’80 per cento (€ 60.000 x 80 per cento = € 48.000).
Il calcolo dell’IRES sarà dunque: (€ 60.000 - € 48.000) x 24 per cento = € 2.880.
Il carico fiscale totale, con opzione per l’applicazione della flat tax, per il 2024 ammonta a € 5.880 (€ 3.000 + € 2.880), a fronte di un utilizzo di perdite per € 48.000 e, conseguentemente, un residuo riportabile di € 32.000.
Lo scenario con rinuncia alla flat tax
Se la società rinuncia alla possibilità di avvalersi della flat tax concordato, la cui applicazione, ricordiamo, è sempre opzionale, l’intero reddito concordato di € 90.000 viene assoggettato a IRES.
Di conseguenza, la capienza per l’utilizzo delle perdite aumenta: il limite dell’80 per cento si calcola sull’intera base imponibile (€ 90.000 x 80 per cento = € 72.000).
La società può quindi utilizzare € 72.000 del suo monte perdite.
L’IRES dovuta sarà calcolata su un imponibile netto di € 18.000 (€ 90.000 - € 72.000), risultando pari a € 4.320.
Il carico fiscale totale per il 2024 sarà quindi pari a € 4.320, con un utilizzo di perdite per € 72.000 e un residuo di soli € 8.000.
Gli elementi da considerare nella scelta
Un’analisi superficiale potrebbe suggerire che la rinuncia alla flat tax sia la scelta migliore, dato un risparmio immediato di € 1.560. Tale conclusione, tuttavia, non tiene conto di un fattore da non trascurare: le perdite fiscali riportabili costituiscono infatti un vero e proprio “valore” aziendale, stante il risparmio fiscale che deriverà dallo scomputo delle stesse dai redditi maturati in futuro.
Lo scenario senza flat tax, pur garantendo un minor esborso immediato, brucia una quota di perdite significativamente maggiore (€ 72.000 contro € 48.000). La differenza di perdite non utilizzate nell’opzione flat tax, pari a € 24.000, rappresenta un potenziale risparmio IRES futuro di €5.760 (€ 24.000 x 24 per cento).
Pertanto, se si ragiona in un’ottica pluriennale, includendo il costo-opportunità delle perdite consumate, il quadro si ribalta.
Il reale aggravio dell’opzione senza flat tax è di € 4.200, importo che equivale esattamente al differenziale di aliquota (24 per cento IRES - 10 per cento flat tax = 14 per cento) applicato alla porzione di reddito che avrebbe potuto beneficiare del regime agevolato (€ 30.000 x 14 per cento).
In conclusione, per i contribuenti che dispongono di un cospicuo monte di perdite pregresse, l’adesione all’opzione della flat tax concordato emerge come la strategia fiscalmente più efficiente, seppure comporti un carico impositivo leggermente superiore nell’immediato.
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Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concordato preventivo e perdite pregresse: la scelta tra risparmio immediato e vantaggio futuro