Secondo acconto IRPEF in scadenza il 30 novembre 2025, con mini-proroga automatica a lunedì 1° dicembre. Alla cassa partite IVA, dipendenti e pensionati, senza possibilità di rateizzazione
Partite IVA, dipendenti e pensionati alla cassa per il secondo acconto IRPEF 2025 di novembre.
L’appuntamento canonico del 30 novembre subisce una mini proroga automatica per l’anno in corso: cadendo di domenica, saranno considerati in tempo i versamenti effettuati fino a lunedì 1° dicembre.
Un lieve rinvio che non stravolge l’impatto della scadenza: il secondo acconto IRPEF non può essere rateizzato, con l’effetto di un’uscita di cassa importante per chi è tenuto a pagare.
IRPEF 2025: unica scadenza del secondo acconto per partite IVA, dipendenti e pensionati
Non ci sarà, salvo sorprese, una doppia scadenza per il secondo acconto IRPEF 2025. Per le partite IVA non è stata confermata al momento la proroga dei versamenti al 16 gennaio dell’anno successivo, come previsto nell’ultimo biennio in parallelo alla possibilità di rateazione.
L’appuntamento del 30 novembre, differito al 1° dicembre, accoglierà quindi tutti i contribuenti chiamati alla cassa per pagare la seconda o unica quota di acconto IRPEF, tenuto conto di quanto emerso dalla dichiarazione dei redditi. Il versamento si effettua con il modello F24, utilizzando il codice tributo 4034.
Vale la pena evidenziare che il versamento dell’acconto è obbligatorio per i titolari di partita IVA, i dipendenti e i pensionati per i quali l’imposta dichiarata nell’anno, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze risulti superiore a 51,65 euro.
L’acconto è pari al 100 per cento dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:
- unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
- due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro:
- la prima insieme al saldo,
- la seconda entro il 30 novembre.
A dettare le scadenze da seguire è quindi il totale dell’acconto dovuto.
Secondo acconto IRPEF 2025 senza rateizzazione: si paga tutto entro il 1° dicembre
A differenza del primo acconto il secondo acconto non può essere rateizzato. Questa uno degli aspetti peculiari della scadenza del 1° dicembre, che rende particolarmente gravoso l’obbligo di pagamento.
Entro il 1° dicembre sarà quindi necessario saldare il totale dell’acconto dovuto, una regola che interessa l’IRPEF così come la generalità delle imposte dovute, dalla cedolare secca fino alla flat tax dei forfettari.
Il calcolo previsionale riduce il secondo acconto IRPEF (ma attenzione agli errori)
Il calcolo dell’acconto IRPEF può essere effettuato adottando il metodo storico o il previsionale.
Con il metodo storico, il calcolo si effettua in base all’importo dell’imposta dovuta nell’anno precedente.
Il metodo storico è particolarmente conveniente nel caso in cui il contribuente considerato abbia redditi costanti o crescenti rispetto all’anno precedente; può diventare sconveniente nel momento in cui tali redditi si rivelino decrescenti.
In tal caso entra in campo il metodo previsionale, che consiste nel procedere con il calcolo del secondo acconto IRPEF basandosi sul reddito che si prevede di raggiungere nell’anno in corso.
Il vantaggio consiste nella possibilità di pagare quanto effettivamente dovuto in caso di reddito finale inferiore a quello dell’anno precedente.
Attenzione però agli errori di valutazione: in caso di versamento inferiore a quanto effettivamente dovuto, è prevista l’applicazione della sanzione per insufficiente versamento (pari 25 per cento della maggiore imposta dovuta).
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: IRPEF 2025: verso la scadenza del secondo acconto per partite IVA, dipendenti e pensionati