Dichiarazione dei redditi, Irpef zero per 1 su 4. Più reddito per gli autonomi, meno per i dipendenti

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Dichiarazione dei redditi, pubblicate le statistiche MEF con i dati relativi al 2018. Un italiano su quattro non paga l'Irpef, aumenta il reddito dei lavoratori autonomi mentre diminuisce quello dei lavoratori dipendenti.

Dichiarazione dei redditi, Irpef zero per 1 su 4. Più reddito per gli autonomi, meno per i dipendenti

Dichiarazione dei redditi, 1 italiano su 4 non paga l’Irpef e del totale dei redditi dichiarati sono i lavoratori autonomi quelli che guadagnano di più, seguiti da imprenditori, dipendenti e pensionati.

I dati sui redditi dichiarati ai fini Irpef nel 2018 (relativi all’anno d’imposta 2017) sono stati pubblicati dal MEF il 28 marzo 2019. Nel 2018 l’imposta netta totale dichiarata è stata pari a 157,5 miliardi di euro, con una crescita del +0,9% rispetto all’anno precedente.

Sono due i dati interessanti: il primo riguarda i contribuenti che per effetto del regime di esenzione fiscale per i redditi bassi e delle agevolazioni previste (tra cui il bonus Renzi) pagano un Irpef pari a zero.

Il secondo riguarda il calo del reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti, diminuito dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Crescono invece i redditi da pensione.

Dichiarazione dei redditi, Irpef zero per 1 su 4

L’Irpef, imposta progressiva per eccellenza, costa in media 5.140 euro per contribuente ma l’effetto di esenzioni ed agevolazioni fiscali fa sì che ben 12,9 milioni di contribuenti non versano un euro.

I dati sulla dichiarazione dei redditi sono contenuti nelle statistiche pubblicate dal MEF il 28 marzo 2019, contenenti i dati delle dichiarazioni presentate nel 2018.

Cresce l’Irpef netta dichiarata da 30,7 milioni di soggetti che rappresentano circa il 75% dei contribuenti.

Tra questi tuttavia 10,5 milioni di soggetti rientrano nella soglia di esenzione, con la conseguenza che l’imposta dovuta risulta pari a zero.

Non solo gli esenti per reddito, ma anche una parte di coloro che beneficiano del bonus Renzi di 80 euro. Si tratta di 2,4 milioni di soggetti la cui imposta netta è interamente compensata dal credito Irpef di 960 euro erogato in busta paga.

Dati che si confermano pressoché stabili nel tempo, così come riportato nell’infografica di seguito allegata (redatta dalla testata specializzata Money.it):



Infografica realizzata da money.it

I dati pubblicati dal MEF per il 2018 forniscono nel dettaglio la suddivisione del gettito Irpef per classi di reddito:

  • il 45% dei contribuenti con redditi fino a 15.000 euro dichiara soltanto il 4% dell’Irpef totale;
  • il 50% dei contribuenti con redditi compresi tra i 15.000 e i 50.000 euro dichiara il 57% dell’Irpef totale;
  • solo il 5,3% dei contribuenti dichiara più di 50.000 euro, versando il 39,2% dell’Irpef totale.
MEF - comunicato stampa 28 marzo 2019
Statistiche dichiarazioni dei redditi persone fisiche (Irpef) e dichiarazioni IVA per l’anno di imposta 2017

Redditi sempre più bassi. Aumentano per gli autonomi ma diminuiscono per i dipendenti

Se da un lato l’Irpef segna un leggero aumento, il reddito complessivo dichiarato dai contribuenti diminuisce di 5 miliardi rispetto allo scorso anno ed ammonta ad un totale di 838 miliardi di euro.

Un dato che il MEF attribuisce all’effetto transitorio dell’introduzione del regime di cassa per le imprese in contabilità semplificata e per il calo del reddito da lavoro dipendente.

La media del reddito dichiarato è di 20.670 euro, con notevoli differenze se si scomputano le diverse tipologie di contribuenti.

È il reddito da lavoro autonomo quello più alto, con una media di 43.510 euro per contribuente. Quasi la metà quello degli imprenditori (ditte individuali), pari a 22.110 euro. A seguire, il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti - pari a 20.560 euro - e quello dei pensionati, pari a 17.430 euro.

Rispetto al 2016, i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2018 mostrano come siano cresciuti in maniera significativa i redditi medi da lavoro autonomo, con un +4,2%, e d’impresa (+3,8%, al netto dei soggetti in perdita), anche grazie alla tassazione ridotta prevista per i contribuenti in regime forfettario.

Segno più anche per i pensionati, con redditi che aumentano dell’1,5%.

In controtendenza sono invece i lavoratori dipendenti, per i quali le statistiche MEF registrano una diminuzione dello 0,6%, dato che si riduce se si considerano i premi di produttività tassati con imposta sostitutiva.

Dichiarazioni dei redditi, al Sud si guadagna meno

Per molti aspetti le statistiche del MEF rappresentano una conferma, ed è così soprattutto per quel che riguarda l’analisi territoriale dei redditi dichiarati ai fini Irpef.

La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (24.720 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (23.850 euro), mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (14.120 euro).

Anche nel 2017, quindi, rimane cospicua la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.

Sono una conferma anche per i dati relativi all’addizionale regionale Irpef, pari nel 2017 a circa 11,9 miliardi di euro ed il cui importo varia notevolmente su base territoriale.

Se la media è pari a 410 euro, è nel Lazio che si registra l’addizionale Irpef regionale più elevata, pari a 610 euro. Al polo opposto la Basilicata, dove l’importo annuo dovuto è pari a 270 euro.

L’addizionale comunale ammonta invece complessivamente a 4,8 miliardi di euro, in aumento dello 0,8% rispetto al 2016, con un importo medio pari a 190 euro, che varia dal valore massimo di 250 euro nel Lazio, al valore minimo di 60 euro nella Provincia autonoma di Bolzano.

Dichiarazione IVA, gettito da 88,8 miliardi di euro

Con lo stesso comunicato del 28 marzo 2019, il MEF ha pubblicato anche le statistiche ed i dati relativi alle dichiarazioni IVA.

Sono circa 4,8 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2017, in calo rispetto all’anno precedente (-2,8%), a causa principalmente della mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti che hanno aderito al regime forfetario.

Aumenta il totale delle operazioni imponibile, pari a 2.103 miliardi di euro, così come il volume d’affari pari a 3.417 miliardi di euro.

Il totale del gettito IVA è stato pari ad 88,8 miliardi di euro, dato che - afferma il MEF - non è confrontabile con quello dell’anno precedente per via degli affinamenti nel procedimento di calcolo per accogliere le novità normative introdotte.

Tra queste, l’estensione del meccanismo dello split payment: le operazioni effettuate in regime di scissione dei versamenti IVA sono pari ad un totale di 198,3 miliardi di euro e più della metà riguarda operazioni effettate nel settore energetico (16,3%), manifatturiero (15%), costruzioni (11,3%) e commercio (11,3%).

L’effetto dello split payment si riflette anche sull’incremento delle posizioni creditorie dei contribuenti: l’IVA a credito totale è stata pari a 48,841 miliardi di euro nel 2017 ed il rimborso annuale richiesto è stato pari a 7,8 miliardi con un incremento del 13,8%, mentre il rimborso infrannuale utilizzato ammonta a 4,4 miliardi, incrementandosi del 15,4%.

IVA a credito che, stando alle statistiche MEF, è aumentata anche per effetto dell’applicazione del meccanismo del reverse charge, che ha interessato in misura maggiore il settore energetico ed il subappalto edile.

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