Concordato preventivo biennale 2025-2026: flat tax sui redditi incrementali, con limiti

Concordato preventivo biennale con tassazione ridotta anche per il biennio 2025-2026: come funziona la flat tax sui redditi incrementali, alla luce dei limiti introdotti dall'ultimo decreto correttivo

Concordato preventivo biennale 2025-2026: flat tax sui redditi incrementali, con limiti

Concordato preventivo biennale con tassazione agevolata anche per il biennio 2025-2026.

Tra i vantaggi dell’adesione al patto con il Fisco, resta la possibilità di applicazione di una flat tax a tre aliquote sul reddito incrementale.

Sulla percentuale di tassazione incide il punteggio ISA e, per effetto delle novità introdotte con il decreto legislativo correttivo n. 81/2025, anche il valore dell’incremento. In caso di grosse differenze, si applicheranno le aliquote più elevate ai fini IRPEF e IRES.

Concordato preventivo biennale 2025-2026: flat tax a tre aliquote sui redditi incrementali

Aderire al concordato preventivo biennale significa accettare un reddito più alto rispetto a quello dell’annualità precedente, nell’ottica di un rialzo progressivo e con il fine di raggiungere l’“obiettivo ISA 10” nel corso del biennio.

A fronte della necessità di dover far fronte a un reddito in aumento, nell’incognita del reale andamento della propria attività, l’accettazione del concordato si affianca alla possibilità di applicare un’imposta ridotta sul reddito incrementale.

Anche per il concordato preventivo relativo al biennio 2025-2026 resta in campo la flat tax a tre aliquote, che consente di assoggettare a un’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, addizionali comprese, la parte di reddito d’impresa o di lavoro autonomo derivante dall’adesione al concordato che eccede il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta precedente.

La flat tax, da applicare sul reddito rettificato secondo quanto disposto dagli articoli 15 e 16 del decreto legislativo n. 13/2024, ossia al netto delle poste straordinarie (plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze, perdite su crediti, etc.), è graduata in base al punteggio ISA conseguito nell’anno precedente.

Più è alto il voto ISA, più è bassa l’imposta sul reddito incrementale, applicata secondo le seguenti percentuali:

  • ISA superiore a 8: flat tax del 10 per cento;
  • ISA tra 6 e 8: flat tax del 12 per cento;
  • ISA inferiore a 6: flat tax del 15 per cento.
Flat tax CPB - AliquoteTipologia di contribuente
10% Contribuenti ISA con punteggio superiore a 8
12% Contribuenti ISA con punteggio compreso tra 6 e 8
15% Contribuenti ISA con punteggio inferiore a 6

Flat tax non per tutti: sopra gli 85.000 euro di incremento si torna alle regole ordinarie

La flat tax per il biennio 2025-2026 incontra però dei limiti, per effetto delle novità introdotte con il decreto legislativo correttivo n. 81/2025.

In caso di grandi incrementi di reddito, scatterà la tassazione ordinaria sia sul fronte dell’IRPEF che dell’IRES.

In particolare, sulla differenza tra il reddito concordato e il reddito effettivo del periodo d’imposta precedente eccedente l’importo 85.000 euro, sulla parte che supera questa soglia di si applicherà:

  • per i soggetti IRPEF, l’aliquota del 43 per cento;
  • per i soggetti IRES, l’aliquota del 24 per cento.

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, per le società o associazioni, il superamento del limite di 85.000 euro è verificato in capo alla società o associazione, indipendentemente dalla quota di eccedenza imputata ai soci o associati.

I vantaggi della flat tax sul reddito incrementale concordato: un esempio di calcolo

Per esplicitare i vantaggi derivanti dall’imposizione sostitutiva opzionale, si riporta di seguito l’esempio di calcolo fornito dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 9/E/2025.

Un contribuente che esercita attività di Commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento per adulti e applica gli ISA, ottenendo un punteggio di affidabilità pari a 8,5, dichiara per il periodo d’imposta 2024 un reddito d’impresa pari a 38.000 euro.

Per individuare il reddito da prendere a base della proposta di CPB per i periodi d’imposta 2025 e 2026, il reddito di 38.000 euro deve essere assunto al netto del saldo tra le plusvalenze, le sopravvenienze attive, le minusvalenze, le sopravvenienze passive, le perdite su crediti, il costo del lavoro (maxi-deduzione), nonché gli utili e le perdite considerati nel loro importo fiscalmente rilevante.

Si ipotizzi che il risultato di tale operazione porti a individuare un reddito di 36.200 euro relativo al periodo d’imposta 2024, a fronte del quale viene proposto un reddito da concordare per il periodo d’imposta 2025 di 37.600 euro e, per il periodo d’imposta 2026, di 39.390.

Sulla base di tali dati, la parte di reddito d’impresa relativa al periodo d’imposta 2025 derivante dall’adesione al concordato, che eccede il reddito effettivo dichiarato nel periodo d’imposta antecedente a quello cui si riferisce la proposta, risulta essere pari a 1.400 euro (37.600 - 36.200), mentre la parte di reddito eccedente relativa al periodo d’imposta 2026 risulta essere pari a 3.190 (39.390 - 36.200).

Il contribuente indicato nell’esempio potrebbe scegliere, per il periodo d’imposta 2025, di assoggettare a imposta sostitutiva il reddito eccedente di 1.400 euro applicando l’aliquota del 10 per cento e versando un importo pari a 140 euro.

Per il periodo d’imposta 2026, l’importo dell’imposta sostitutiva sarà invece pari a 319 euro (10 per cento di 3.190).

L’importo dovuto dovrà essere versato entro le scadenze ordinarie delle imposte. I “conti” con il concordato si fanno quindi a giugno del prossimo anno.

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