Superbonus e cessione del credito: incidono in negativo sul Bilancio dello Stato

Tommaso Gavi - Fisco

Superbonus e cessione del credito, l'agevolazione ha un impatto negativo sulle casse dello Stato. A spiegarlo è la sottosegretaria al MEF Maria Cecilia Guerra, in risposta a un'interrogazione in commissione Finanze del Senato del 5 luglio. Non ci sono risorse per la proroga al 2030 e servono misure per ridurre al minimo le frodi.

Superbonus e cessione del credito: incidono in negativo sul Bilancio dello Stato

Superbonus e cessione del credito, la misura introdotta dal decreto Rilancio incide negativamente sul Bilancio dello Stato.

Lo ha dichiarato la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Maria Cecilia Guerra, nel corso di una risposta a un’interrogazione in commissione Finanze del Senato del 5 luglio 2022.

Per una proroga al 2030 mancano i fondi. Sulla cessione del credito, la sottosegretaria sottolinea che l’ampliamento dell’applicazione in favore di terzi, in linea generale ha ancora una volta un bilancio negativo per le casse statali.

Gli attuali limiti alle cessioni del credito rappresentano, inoltre, un elemento essenziale per contrastare le frodi.

Superbonus e cessione del credito: incidono in negativo sul Bilancio dello Stato

Tra i vari temi affrontati nelle risposte alle interrogazioni in commissione Finanze del Senato, del 5 luglio 2022, ci sono il superbonus e la cessione del credito delle agevolazioni edilizie.

Su tali temi, oggetto dell’interrogazione 3-02877, è intervenuta la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Maria Cecilia Guerra.

Una proroga al 2030 è praticamente impossibile a causa della mancanza di risorse per finanziare la misura.

Maria Cecilia Guerra ha sottolineato che il superbonus 110 per cento “incide negativamente sul Bilancio dello Stato”.

Per un’eventuale proroga sarebbe quindi necessaria un’idonea copertura, “non rilevando ai fini dell’adozione del provvedimento eventuali effetti indotti sull’economia che non possono essere utilizzati a copertura di oneri certi”, come si legge nel resoconto.

Risorse, quindi, insufficienti per rendere strutturale l’intervento alle condizioni previste dal Decreto Rilancio.

Problematico anche l’allargamento delle maglie della cessione del credito.

Superbonus e cessione del credito: incidono in negativo sul Bilancio dello Stato

Anche sull’ampliamento dell’ambito di applicazione della cessione del credito vengono evidenziate le criticità.

In generale, come riportato nel resoconto dell’interrogazione, la cedibilità a favore di terzi ha crea debito per il bilancio statale “come più volte emerso in sede di incontri con la Commissione Europea”.

L’impatto negativo è previsto anche nei casi di cessione di crediti a intermediari finanziari.

L’impatto di un allargamento nell’applicazione del meccanismo di fruizione indiretta dell’agevolazione inciderebbe quindi negativamente sui saldi di bilancio “in misura anche significativa tenuto conto delle poste considerate dall’interrogante di ammontare consistente (lavori pubblici, debiti delle Pubbliche amministrazioni)”.

Un ulteriore motivazione per mantenere le attuali regole sulla cessione del credito riguarda la possibilità di frodi.

Gli illeciti con importi più elevati riguardano cessioni tra numerosi soggetti, comprese persone fisiche non titolari di partita IVA e società di capitali.

La numerosità e l’eterogeneità dei soggetti rendono difficoltosa la verifica precedente all’acquisto dei crediti da parte delle banche, rendendo più facili operazioni fraudolente e creazione di crediti inesistenti.

Le deroghe limitate ai passaggi successivi alla prima cessione, se non tra soggetti specificamente individuati, rappresenta un elemento essenziale per il contrasto degli illeciti.

In sostanza i due motivi principali che spingerebbero a mantenere le attuali regole sulla cessione del credito sono:

  • l’impatto sulle casse dello Stato;
  • il controllo sui tentativi di frode.

Superbonus e cessione del credito: cosa prevedono gli emendamenti al Decreto Aiuti

Sulla cessione del credito dei bonus edilizi si deve anche tenere conto di quanto previsto dagli emendamenti al Decreto Aiuti.

La legge di conversione è nella fase finale dell’iter parlamentare e prevede novità anche sulla cessione del credito, oltre a quelle previste ad esempio in merito ai versamenti per associazioni e società sportive.

Le modifiche al meccanismo della cessione del credito introducono la possibilità per banche o società che appartengono a un gruppo bancario, iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, di cedere i crediti d’imposta da bonus edilizi ai propri correntisti a patto che non siano consumatori o utenti.

Sono dunque escluse dalla possibilità di cessione le persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale.

Potranno invece essere destinatari dei successivi passaggi i soggetti che hanno stipulato un contratto di conto corrente con la banca, o con la
banca capogruppo.

Non sono poi previste ulteriori cessioni. In altre parole le banche possono cedere il credito a tutti i soggetti loro clienti:

  • società;
  • professionisti;
  • partite IVA.

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