L’ennesimo fine mese da incubo

Salvatore Cuomo - Scadenze fiscali

Ci si avvia ad un inizio settimana cruciale per l’attività di molti studi tributari in coincidenza dell’ennesimo imbuto di adempimenti in scadenza il prossimo giovedì 30 settembre e l’errore è ancor più in questa condizione dietro l’angolo. L’analisi del momento ed una proposta.

L'ennesimo fine mese da incubo

Si comincia con il termine per l’invio del modello 730, un termine valido in effetti solo per chi presenta autonomamente in forma precompilata la propria dichiarazione dei redditi più che per chi svolge anche funzione di sportello CAF, tenuti solitamente a scadenze anticipate solitamente di 2/3 giorni, quindi ancora più stringenti, proprio per consentire ai CAF centrali le ultime verifiche sui documenti allegati, prima dell’invio definitivo delle dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate.

In scadenza vi è anche l’invio delle dichiarazioni dei redditi dei soggetti potenziali fruitori del cosiddetto Fondo Perduto Perequativo, già oggetto di proroga rispetto all’iniziale scadenza fissata ai primi giorni di questo mese.

Anche qui corsa alla verifica della percentuale di scostamento ed alla compilazione del modulo RS e del modello ISA, solitamente lasciati in ultimo rispetto al calcolo delle imposte dovute, sperando di non aver dimenticato di leggere ed applicare correttamente quanto disposto dai vari interventi sui punti suddetti succedutisi fino ad estate inoltrata, “fortunatamente” per alleggerire o cancellare del tutto alcuni adempimenti connessi.

Un termine questo che obiettivamente non poteva essere ulteriormente posposto pensando ai tempi necessari verificare i dati complessivi acquisiti ed emanare i provvedimenti tecnici necessari, considerata la volontà del Governo di erogare il contributo entro la fine dell’anno.

Per quanto attiene ad adempimenti non strettamente tributari, solitamente delegati dagli interessati ai propri consulenti fiscali e del lavoro, ecco la presentazione della domanda in forma telematizzata di esonero parziale dei contributi previdenziali dovuti per l’anno 2021 in scadenza entro il 31 dicembre di quest’anno.

Ricordo che questa provvidenza riguarda una varia platea di lavoratori autonomi, intesi nel senso ampio del termine ricomprendente commercianti ed assimilati, artigiani, agricoltori e professionisti iscritti alle rispettive gestioni previdenziali di contribuzione obbligatoria, ricorrendo il requisito della perdita di almeno il 33% del fatturato nel corso del 2020 rispetto al 2019, non necessario invece per coloro che hanno intrapreso l’attività nel corso del 2020.

Anche qui i chiarimenti dell’ultima ora non mancano come appunto il messaggio INPS 3217 di venerdì 24 settembre, giunto a meno di una settimana dalla scadenza, e che riguarda in particolare i soggetti che hanno iniziato l’attività nel 2019, in questo caso agevolati dalla decisione di considerare la media mensile e non il fatturato dell’intero anno ai fini del confronto con il dato del 2020.

In ultimo rammentiamo il termine riguardante la riscossione dei ruoli, dove anche in questo caso potrà esserci la necessità di supportare il cliente nel valutare la propria situazione debitoria e verificare il rispetto o meno del limite delle rate non pagate alla data del 30 settembre.

E ciò per evitare la decadenza della rateazione in corso o la perdita del vantaggio derivante dall’aver aderito alla rottamazione ter od ancor peggio al saldo e stralcio.

Si vocifera di una possibile riapertura dei termini per chi non ha rispettato la rateazione concessa, come pure di una ipotetica Rottamazione quater.

Quanto sopra si innesta in un meccanismo di ordinaria amministrazione del corrente che contempla tutta una serie di ordinarie attività di studio che non vanno trascurate o che non possono essere rimandate all’infinito.

Certo, stiamo in qualche modo pagando ancora i postumi degli effetti sulla economia del primo anno di pandemia e l’andamento dei contagi sembra far sperare per il meglio.

Ciò non toglie che le difficoltà siano ancora molte e variamente diffuse.

Considerando ciò ecco una proposta:

mi piacerebbe che venisse in qualche modo scongiurato un accanimento sanzionatorio su ritardi ed omissioni per lo più formali e non di sostanza con una disposizione dedicata appunto a quanto avvenuto nel mentre del periodo emergenziale ancora oggi in essere

Sono solo io a pormi il problema? Spero di no!

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