La rottamazione quinquies si restringe per le cartelle di importo più basso: l'ipotesi di una rata minima pari a 50 euro riduce il tempo a disposizione. Le ipotesi in attesa della Legge di Bilancio 2026

La rottamazione quinquies si allontana dal progetto originario delle 120 rate in 10 anni per tutte.
Nei meccanismi selettivi in fase di esame finale, prima dell’approdo del testo del DdL di Bilancio 2025 sul tavolo del Consiglio dei Ministri, non c’è solo l’ipotesi di una riduzione a 108 rate (e quindi 9 anni), ma anche la previsione di un importo minimo per ciascuna quota.
L’effetto? Una pace fiscale in versione slim per molti dei potenziali beneficiari della rottamazione quinquies.
Rottamazione quinquies, con la rata base di 50 euro la pace fiscale 2026 si restringe
Manca ormai poco al varo del testo del DdL di Bilancio 2025, atteso sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 14 ottobre. Si attendono novità sulla rottamazione quinquies, una delle misure fiscali maggiormente attese e al centro dell’attenzione negli ultimi mesi.
Nel gran proliferare di proposte e anticipazioni, una delle ultime ipotesi in discussione è di rivedere la struttura della pace fiscale in 120 rate per tutti. In campo la proposta di ridurre a 108 il numero massimo di rate concedibili, per un totale di 9 anni a disposizione per saldare il conto dovuto.
Non solo: la rottamazione quinquies potrebbe essere modulabile, sulla base della quota complessivamente dovuta. Tra le ultime novità emerse vi è infatti l’ipotesi di una rata minima pari a 50 euro, di modo da evitare di dilatare eccessivamente il tempo per il recupero dei debiti di importo più basso.
La nuova pace fiscale attesa nel 2026, per quel che riguarda i micro-debiti potrebbe quindi somigliare molto alle precedenti edizioni agevolate delle cartelle.
Maxi rottamazione solo per i debiti di importo più alto. Fino a 1.000 euro potrebbe durare meno di due anni
L’idea di modulare la durata della rottamazione sulla base del valore dei crediti dovuti è frutto dell’analisi dei crediti presenti nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Secondo i dati forniti dal Dipartimento delle Finanze, il 23 per cento di quelli affidati dal 2000 al 2024 non superano i 100 euro. Nella fascia superiore, e fino a 1.000 euro, si collocano il 53 per cento dei crediti, mentre il 17 per cento è relativo a partite comprese tra i 1.000 e i 5.000 euro.
Solo una quota minimale del magazzino AdER è relativa a debiti di valore superiore e, nello specifico, il 5 per cento delle cartelle è di importo da 5.000 a 20.000 euro, l’1,7 per cento fino a 120.000 euro, lo 0,2 per cento fino a 500.000 euro e solo lo 0,1 per cento supera questa soglia.
Cosa comporterebbe quindi l’ipotesi di una rata minima di 50 euro al mese? Per i titolari di cartelle fino a 1.000 euro, il 75 per cento dei carichi, il piano di pagamento sarebbe suddiviso in 20 rate mensili, e quindi la pace fiscale durerebbe meno di due anni. La rateizzazione lunga quindi lascerebbe il passo a una rottamazione di durata ancor più bassa rispetto alle precedenti edizioni (e alla quater tutt’ora in corso).
Ovviamente, ed è bene specificarlo, per conoscere i dettagli effettivi è necessario attendere. Se dal testo del DdL di Bilancio 2026 atteso ormai a breve in Consiglio dei Ministri si attendono le prime conferme, solo dopo la chiusura dei lavori parlamentari la Manovra assumerà la sua forma definitiva.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rottamazione quinquies in versione slim per le cartelle di importo basso