Quali sono le conseguenze fiscali della rinuncia al trattamento di fine mandato?

Gli amministratori di società titolari di compensi differiti a titolo di trattamento di fine mandato possono rinunciarvi.
Occorre però avere chiare quelle che sono le conseguenze fiscali, sia in capo agli amministratori medesimi sia in capo alla società.
Per fare una scelta consapevole e analizzare bene tutti i risvolti occorre distinguere il caso di:
- amministratori soci;
- amministratori non soci.
Rinuncia al TFM: conseguenze fiscali in capo alla società
Analizziamo in primis le conseguenze fiscali sulla società nel caso in cui gli amministratori rinuncino al trattamento di fine mandato precedentemente attribuito dall’assemblea.
Nel caso in cui la rinuncia al TFM sia effettuata da amministratori-soci, trova applicazione l’articolo 88, comma 4-bis, TUIR, in base al quale:
“la rinuncia dei soci ai crediti si considera sopravvenienza attiva per la parte che eccede il relativo valore fiscale”
La predetta disposizione è applicabile a tutte le tipologie di crediti di natura sia finanziaria che commerciale.
Attenzione però: in questo caso il socio deve rilasciare alla società una dichiarazione sostitutiva di atto notorio (o atto estero di natura equivalente) con la quale comunica il costo fiscale del credito. In mancanza di tale comunicazione, il costo fiscale è assunto pari a zero e la società deve assoggettare a tassazione l’intera sopravvenienza attiva.
Di conseguenza:
- nel limite del valore fiscale del credito:
- il socio aumenta il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione;
- la società rileva fiscalmente un apporto, non tassabile;
- l’eccedenza costituisce per la società una sopravvenienza attiva imponibile.
Nel caso in cui la rinuncia al TFM avvenga da parte di amministratori non soci, è applicabile quanto stabilito dal comma 1 del citato articolo 88, in base al quale:
“si considerano sopravvenienze attive i ricavi o altri proventi conseguiti a fronte di spese, perdite od oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio in precedenti esercizi e i ricavi o altri proventi conseguiti per ammontare superiore a quello che ha concorso a formare il reddito in precedenti esercizi, nonché la sopravvenuta insussistenza di spese, perdite ed oneri dedotti o di passività iscritte in bilancio o in precedenti esercizi”
TFM: conseguenze fiscali della rinuncia in capo agli amministratori
Per il socio amministratore l’importo corrispondente alla rinuncia al TFM costituisce reddito di lavoro dipendente/autonomo anche se non viene erogato per effetto del cd principio dell’incasso giuridico.
Per gli amministratori non soci, invece, in assenza di una contropartita e non potendo incrementare il valore della partecipazione, il principio del cd incasso giuridico non si applica e i redditi non saranno assoggettati ad alcuna imposizione fiscale.
Il tema del trattamento di fine mandato è davvero molto interessante. Lo strumento, se ben utilizzato, può consentire all’azienda e agli amministratori (soci e/o non soci) di ottenere un risparmio fiscale straordinario, ma occorre prestare grande attenzione a fare le cose bene e senza che vi siano rischi di contestazione da parte del fisco.
Per questo motivo abbiamo messo a punto una guida pratica in pdf e un video corso di un’ora in cui spieghiamo tutti gli aspetti che imprenditori e professionisti devono considerare prima di adottare di deliberare il trattamento di fine mandato:
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rinuncia al TFM: le conseguenze fiscali