Una guida al funzionamento del trattamento di fine mandato

Anche quando a terminare un rapporto di lavoro sono gli amministratori di aziende può essere previsto il riconoscimento di una retribuzione differita.
Si tratta del trattamento di fine mandato (TFM) che, in modo simile a quanto accade per il più noto TFR, consiste in un’indennità di fine mandato da corrispondere agli amministratori in caso di cessazione del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.
Il TFM, se ben gestito, può rappresentare un importante strumento di pianificazione e ottimizzazione fiscale, creando vantaggi sia per le aziende che per l’amministratore.
Da un lato, infatti, rappresenta per l’azienda un costo deducibile per competenza, dall’altro può rappresentare per gli amministratori un reddito (differito) fiscalmente avvantaggiato rispetto a quello ordinario. In molti casi gli amministratori dell’azienda sono gli stessi imprenditori.
Attenzione però, occorre subito evidenziare un aspetto fondamentale: il riconoscimento fiscale è riconosciuto solo nel caso in cui lo statuto o l’assemblea dei soci l’abbiano appositamente prevista ai sensi dell’articolo 2389 del Codice civile.
In questa guida vedremo tutto quello che c’è da sapere sul TFM, dalle possibili scelte per l’azienda al calcolo dell’importo e alla rinuncia.
Trattamento di fine mandato: cos’è e come funziona
Come funziona il TFM?
In maniera simile a quanto previsto per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, anche per gli amministratori è prevista l’erogazione di un’indennità che viene corrisposta alla cessazione del rapporto.
Si tratta del TFM, il trattamento di fine mandato, il contributo che spetta agli amministratori per la cessazione del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.
Il trattamento non è riconosciuto in automatico, bensì solamente nel caso in cui lo statuto o l’assemblea dei soci lo abbiano appositamente previsto ai sensi dell’articolo 2389 del Codice civile.
Nel caso in cui non vi sia questa previsione il TFM non potrà essere erogato, se non dopo che questa scelta è stata messa nera su bianco.
Non esistendo limitazioni all’ammontare del trattamento, questo perché la normativa non prevede alcun parametro per la determinazione della quota da accantonare, al contrario di quanto l’articolo 2120 del Codice civile stabilisce, invece, per il rapporto di lavoro dipendente e quindi il TFR.
Ad ogni modo, la misura del TFM è generalmente fissata in base:
- alla realtà economica dell’azienda;
- al suo volume d’affari;
- alla sua capacità reddituale;
- all’attività prestata dall’amministratore.
Il TFM può essere corrisposto direttamente dalla società. In alternativa quest’ultima può ricorrere ad un’apposita polizza assicurativa per la copertura del trattamento.
Vediamo le diverse modalità in cui può essere corrisposto il TFM.
Come viene corrisposto il TFM?
Come anticipato, ai fini dell’erogazione del TFM la società può:
- accantonare direttamente le quote di indennità di fine mandato;
- garantire la copertura delle stesse mediante una polizza assicurativa.
L’operazione viene, quindi, contabilizzata a seconda della modalità scelta.
Nel primo caso, cioè quando la società sceglie di erogare direttamente il TFM, questo andrà a costituire un debito di natura determinata, di esistenza certa o probabile, ma di ammontare non ancora definito.
Successivamente, al momento della cessazione del mandato, la società pagherà all’amministratore il totale delle somme che risultano accantonate nel corso del rapporto di collaborazione.
A tali somme sarà applicata la ritenuta del 20 per cento a titolo d’acconto.
Nel secondo caso, cioè quello in cui la società sceglie di stipulare una polizza assicurativa a garanzia del TFM da liquidare successivamente, dovrà essere pagato un premio che permetterà la copertura finanziaria del fondo per il trattamento.
Di fronte a tale scelta, si possono verificare due diversi scenari per cui il beneficiario della polizza assicurativa è:
- la società;
- l’amministratore.
Nel primo caso la società deve effettuare le seguenti operazioni:
- rilevare il credito vantato nei confronti della compagnia assicurativa;
- imputare la quota di accantonamento per il TFM al fondo accantonamento indennità di fine mandato amministratore.
Nel secondo, invece, la società dovrà rilevare solamente il costo per i premi versati.
Il trattamento fiscale del TFM
Per quanto riguarda il trattamento fiscale del TFM, si differenzia tra quello in capo all’azienda e quello per l’amministratore.
Dal punto di vista fiscale, come previsto dagli articoli 105 e 17 del TUIR, le somme accantonate annualmente al fondo TFM sono deducibili dal reddito d’impresa, anche nel caso in cui l’azienda ricorra ad una polizza assicurativa con beneficiario l’amministratore.
Il regime di deducibilità adottato è quello di competenza, in ogni esercizio si possono dedurre le quote maturate a favore dei singoli amministratori e accantonate, a prescindere dal fatto che gli effetti si vedranno solo successivamente.
A questo proposito, come precisato dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione n. 124/2017, le somme sono deducibili solo se il diritto al TFM risulta effettivamente da un atto di data certa anteriore all’inizio del rapporto. Se tale condizione non è soddisfatta, la società potrà dedurre gli importi nell’anno di corresponsione del TFM all’amministratore solo dopo aver previsto l’attribuzione dello stesso.
In ordine, invece, all’amministratore, il trattamento fiscale del TFM sarà diverso a seconda che le somme:
- risultino da un atto scritto avente data certa anteriore alla data di inizio del rapporto;
- derivino da controversie o transazioni in materia di cessazione del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa;
- non risultino da atto scritto avente data certa anteriore alla data di inizio del rapporto;
- per la loro corresponsione, la società ha stipulato una polizza assicurativa.
Nei primi due casi, l’indennità non è tassata da parte del contribuente se il soggetto erogatore ha effettuato le ritenute, in quanto assoggettato a tassazione separata.
Nel terzo caso, la somma è soggetta a tassazione ordinaria e va indicata nel quadro RC del Modello REDDITI PF o nel quadro C del Modello 730.
Nel quarto caso, infine, in capo all’amministratore viene applicata una ritenuta a titolo d’imposta sui proventi finanziari. Detta ritenuta è diversa a seconda del periodo di maturazione dei proventi finanziari:
- per quelli maturati fino al 31 dicembre 2011 (anche se versati successivamente), si applica l’aliquota del 12,50 per cento;
- per quelli maturati dal 1 gennaio 2012 al 30 giugno 2014, si applica l’aliquota del 20 per cento;
- per quelli maturati dal 1 luglio 2014, si applica l’aliquota del 26 per cento.
Nel caso in cui l’importo del TFM superi il milione di euro non si applica il regime di tassazione separata di cui all’articolo 19 del TUIR.
L’importo concorre alla formazione del reddito complessivo e per il calcolo bisogna considerare le indennità complessivamente erogate.
La rinuncia al TFM
Anche nel caso del TFM è possibile procedere alla rinuncia, decisione che produce effetti differenziati, sia per la società che per gli amministratori, a seconda questi ultimi siano soci oppure no.
Per quanto riguarda gli effetti in capo alla società, se gli amministratori:
- sono soci:
- la rinuncia non rileva nel limite del valore fiscale del credito;
- è imponibile per la parte eccedente tale valore.
- non sono soci:
- in capo alla società si configura una sopravvenienza attiva:
- imponibile se la società ha dedotto le quote di TFM accantonate
- non imponibile se la società non ha dedotto le quote di TFM accantonate.
- in capo alla società si configura una sopravvenienza attiva:
Per quanto riguarda, invece, gli effetti in capo agli amministratori, se questi ultimi:
- sono soci, costituisce reddito di lavoro dipendente/autonomo;
- non sono soci, in assenza di una contropartita e non potendo incrementare il valore della partecipazione, il principio del cd incasso giuridico non si applica e i redditi non saranno assoggettati ad alcuna imposizione fiscale.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: TFM: cos’è e come funziona