Riscatto oneroso della laurea: quando conviene?

Riscatto laurea: la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha pubblicato un approfondimento sul riscatto del corso di laurea evidenziandone caratteristiche, punti di forza e convenienza. Ecco quando conviene pagare.

Riscatto oneroso della laurea: quando conviene?

Riscatto laurea spiegato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nell’approfondimento del 19 settembre 2017.

Il riscatto degli anni di laurea ha un costo e lo studio chiarisce quali vantaggi si otterrebbero da questa operazione, quali soggetti possono fare richiesta per il riscatto, quali i requisiti necessari e i titoli ammessi oltre che i criteri di calcolo applicabili.

Il riscatto della laurea è attualmente disciplinato nel nostro ordinamento previdenziale da due articoli del D.lgs. 184/1997.

In particolare la prassi regolatoria è da individuare nelle Circolari n. 162/1997, n.82/2004 e n.29/2008.

Riscatto della laurea: chi può farlo?

Secondo la disciplina, legittimati a richiedere il riscatto della laurea sono i lavoratori dipendenti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (il Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti), ai fondi esclusivi e sostitutivi (come la Gestione ex INPDAP confluita in INPS dal 2012), alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (Artigiani e Commercianti) e alla Gestione separata di cui al comma 26 dell’ art. 2 della Legge 335/1995.

Dall’1 gennaio 2008, il riscatto del periodo di laurea può essere richiesto anche da soggetti inoccupati.

I requisiti per poter accedere al riscatto sono i seguenti:

  • aver conseguito il proprio titolo di studio al momento della domanda;
  • i periodi oggetto di riscatto non devono risultare già coperti da contribuzione sia presso il Fondo cui è diretta la domanda stessa sia presso altri regimi previdenziali, fatta eccezione esclusivamente per le Casse Professionali.

Riscatto della laurea: quale periodo è riscattabile?

Riscattabili sono solo gli anni della durata legale del corso di studi senza che si tenga conto di eventuali anni fuori corso.

I titoli ammessi al riscatto sono quelli indicati dalla L. 341/1990 ossia:

  • la laurea a ciclo unico del vecchio ordinamento (4 anni);
  • la laurea triennale;
  • la laurea specialista o magistrale (2 anni);
  • la laurea magistrale a ciclo unico (5 anni);
  • il diploma di specializzazione per studenti Laureati (es. Scuole di Specializzazione Medica);
  • il diploma accademico di primo, secondo livello e specializzazione;
  • il diploma accademico di formazione alla ricerca;
  • i titoli di alta formazione Artistica e Musicale come l’ Accademia di Belle Arti;
  • il Dottorato di Ricerca solo se non coperti da Contribuzione.

Rimangono esclusi i master universitari.

Possono essere riscattati anche due o più corsi di studi, sostenendo i relativi oneri, purché i periodi oggetto di riscatto non siano coperti da contribuzione obbligatoria.

Grazie alla L. 208/2015 il riscatto del corso di laurea è completamente compatibile con quello del periodo di congedo parentale fruito al di fuori del rapporto di lavoro.

E’ bene ricordare che nel periodo riscattabile non saranno considerati eventuali periodi contemporanei già coperti di contribuzione come ad esempio nel caso di svolgimento di lavoro part-time contestuale alla laurea o contemporaneo al servizio militare.

Infine è prevista la possibilità di richiedere di frazionare il periodo, riscattandone anche solo una parte, pagando un onere riproporzionato rispetto alle effettive settimane contributive riscattate.

L’onere da riscatto: quanto costa il riscatto laurea

Riscattare la laurea ha un costo, il cui importo, determinato dall’art. 2 del d.lgs. 184/1997, è legato al modello di calcolo pensionistico del richiedente.

L’onere sarà calcolato:

  • con la riserva matematica se il periodo riscattato è soggetto al metodo di calcolo retributivo per periodi ante 1.1.1996 e ante 1.1.2012 se il richiedente matura 18 anni di contribuzione al 31.12.1995 includendo gli stessi anni oggetto di riscatto;
  • basato sul sistema a percentuale se il periodo è soggetto al calcolo contributivo per periodi post 31.12.1995 se il richiedente non matura 18 anni di contribuzione al 31.12.1995 includendo gli stessi anni oggetto di riscatto e per periodi post 31.12.2011 se il richiedente matura 18 anni di contribuzione al 31.12.1995 includendo gli stessi anni oggetto di riscatto.

Riscatto laurea: conviene?

Le valutazioni da effettuare per la convenienza del riscatto di laurea sono molteplici e di varia natura.

Innanzitutto di carattere finanziario.

In primo luogo infatti occorre stabilire se avvalersi della possibilità di sostenere l’onere del riscatto con un pagamento rateale, anche parziale, riscattando ad esempio solo due anni su quattro, in un massimo di 120 rate mensili distribuite in un totale di 10 anni senza alcun aggravio di interessi, oppure se pagare l’onere in un’unica soluzione.

In entrambi i casi i costi sostenuti per il riscatto della laurea sono interamente deducibili.

La valutazione della convenienza fiscale si legherà alla previsione reddituale dell’assicurato, sia nella scelta del numero di anni in cui spalmare l’importo rateale sia nella previsione di anni con “picchi di reddito”, a condizione che questo sia abbattibile dall’onere.

Va specificato che nel caso di riscatto degli anni di laurea versato a favore di un familiare fiscalmente a carico, che non abbia ancora iniziato l’attività lavorativa e non iscritto a una forma obbligatoria di previdenza, il familiare che sostiene materialmente l’onere potrà usufruire della detrazione fiscale pari al 19% sulla propria imposta lorda.

In secondo luogo, per valutare l’opportunità o meno del riscatto del periodo di laurea, occorre considerare l’eventuale disapplicazione del massimale reddituale dei cd. “nuovi iscritti”.

Disapplicazione con efficacia ex nunc che impatterà solo su dipendenti con elevati tenori salariali.

Tre sono le conseguenze di questa scelta: un aumento del costo del lavoro aziendale, un aumento delle trattenute previdenziali con corrispondente diminuzione del netto in busta paga, un aumento dell’assegno di pensione conseguente alla maggiore contribuzione versata.

Una terza valutazione da compiere per riuscire a ridurre i costi di riscatto degli anni universitari da parte di chi ha versato i contributi in più gestioni, incluse le Casse di previdenza dei professionisti, è quello di valutare in quale gestione operare il riscatto. Infatti non vige l’obbligo di effettuarlo nell’ultima in cui si è iscritti.

Si tratta di una valutazione da effettuarsi caso per caso, misurando il vantaggio in termini di quantum dell’assegno pensionistico, di spesa di riscatto e di anticipo pensionistico rispetto alla data prevista per la pensione di vecchiaia.

Il movimento per il riscatto gratis della laurea

Negli ultimi mesi un movimento studentesco ha coinvolto l’opinione pubblica e i social network presentando informalmente la richiesta di istituire un riscatto gratuito del corso di laurea.

L’onorevole Baretta, sottosegretario all’Economia, ha raccolto questa richiesta, chiedendo ufficialmente all’ INPS di quantificare l’onere di tale operazione per la finanza pubblica.

La proposta è attualmente al vaglio di un primo test di quadratura del bilancio pubblico e occorre dunque attendere.

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