Rinnovo contratto statali e concorsi: la Dadone apre, ma i sindacati si mobilitano

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Rinnovo contratto statali 2020 e concorso: il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone è tornata a parlare dello sblocco completo del turn over, ma i sindacati vanno avanti con le agitazioni e richiedono più assunzioni e più risorse per il pubblico impiego. Annunciate le iniziative nel settore delle agenzie fiscali e lo stato di agitazione dei lavoratori dell'Ispettorato azionale del lavoro.

Rinnovo contratto statali e concorsi: la Dadone apre, ma i sindacati si mobilitano

Rinnovo contratto statali 2020: il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone apre un nuovo spiraglio sulla possibilità di rinnovare i contratti e sottolinea l’importanza dello sblocco turn over.

L’occasione per parlarne è venuta dalla presentazione della Relazione del Cnel sui servizi pubblici del 15 gennaio scorso.

In particolare, in merito all’apertura a nuove assunzioni nella macchina organizzativa dello Stato, il ministro ha dichiarato:

Stiamo rivedendo i bandi, per snellire le procedure concorsuali e immettere profili innovativi, professionalità in grado di condurre le amministrazioni nel futuro.

Tuttavia, il dialogo con la controparte sindacale non è semplice. Cgil, Cisl e Uil da tempo lodano i toni concilianti della Dadone, ma hanno difficoltà a individuare delle ricadute concrete sul piano del rinnovo dei contratti pubblici e dello stanziamento di risorse aggiuntive. Anche l’ultima esternazione del ministro non ha fatto eccezione.

“Bene l’apertura di Fabiana Dadone ai sindacati per discutere della situazione del pubblico impiego, ma il tempo passa e i lavoratori sono in attesa di risposte. Per questo proseguiremo con assemblee e iniziative di mobilitazione e saremo disposti a intensificare l’azione sindacale se non riceveremo a breve un riscontro concreto su assunzioni, risorse e contratti”.

Contatto statali 2020 e concorsi: il turn over non è sufficiente e il rinnovo dei contratti non si avvicina

Il problema sta nella distanza tra ciò che offre il governo e quanto si aspettano i lavoratori pubblici.

In effetti, dopo dieci di blocco delle assunzioni a fronte di un marcato invecchiamento dei dipendenti di una pubblica amministrazione che al contrario dovrà esser gravata di compiti assai delicati (basti pensare alla centralità data alla lotta all’evasione fiscale nell’ultima Legge di bilancio) non basta sostituire chi va in pensione.

In egual modo, il rinnovo dei contratti scaduti o in scadenza non può prescindere per i sindacati dal recupero del potere d’acquisto perduto dai parte dei lavoratori nel corso dell’ultimo decennio.

Traccia di questo ragionamento è evidente nella dichiarazione congiunta dei segretari generali dei sindacati di categoria Serena Sorrentino della Fp Cgil, Maurizio Petriccioli di Cisl Fp, Michelangelo Librandi di Uil Fpl e Nicola Turco di Uil Pa:

“La Pubblica Amministrazione sta assistendo a un vero e proprio esodo di lavoratori, dovuto al blocco delle assunzioni degli ultimi anni e all’introduzione di Quota 100 che vanno a incidere su un personale con un’età media molto elevata. Basti pensare che l’età media è di circa 51 anni e i dipendenti sotto i 30 anni di età rappresentano appena il 2,8% del totale. Le uscite previste per i prossimi due anni sono di circa 500.000 persone”.

Per Cgil, Cisl e Uil bisognerebbe procedere con un nuovo piano straordinario di assunzioni che vada oltre il ricambio generazionale, con un 30% in più di assunzioni rispetto ai pensionamenti e che consenta di rafforzare i servizi pubblici.

Rinnovo contratto statali 2020, le prossime mobilitazioni: Agenzie Fiscali e Inl

Al tavolo delle trattative, però, siede un “convitato di pietra”, rappresentato dal Mef che più volte si è fatto garante del rispetto dei dettami rigoristi imposti dall’Unione Europea.

Il nodo della trattativa sul rinnovo del contratto degli statali non è quindi nella disponibilità delle mani del ministro Dadone, tanto è vero che le organizzazioni sindacali in risposta all’ennesimo appello del dicastero della pubblica amministrazione hanno risposto ricordando il fitto calendario di mobilitazioni delle prossime settimane:

“Abbiamo già annunciato le prossime mobilitazioni: quella dei dipendenti delle Agenzie Fiscali, prevista per i prossimi 23 gennaio e 6 febbraio, e lo stato di agitazione dei 5 mila lavoratori dell’Inl. Saranno solo le prime di una serie di iniziative sindacali che metteremo in campo se non riceveremo un serio e immediato riscontro per intervenire su risorse, assunzioni e contratti nel pubblico impiego”.

La partita del rinnovo del contratto, per fare un esempio, non potrà essere chiusa finché il governo non alzerà la sua attuale proposta di aumento ferma a quota 96 euro lordi mensili, avvicinandola alla richiesta sindacale di 120 euro.

Le prossime settimane ci diranno su quale numero si fermerà infine la “roulette” della trattativa.

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