Più concorsi e rinnovo contratti per il rilancio della PA: parla il Ministro Dadone

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Il ministro della Funzione pubblica in audizione alla Camera dei deputati punta ad aumentare i concorsi pubblici per selezionare i migliori studenti universitari, aumentare le risorse per la formazione e sottolinea l’importanza del rinnovo dei contratti per il triennio 2019-2021. L’obiettivo è quello di stipulare un nuovo patto tra amministrazione e cittadini.

Più concorsi e rinnovo contratti per il rilancio della PA: parla il Ministro Dadone

Più concorsi pubblici, un piano di assunzioni mirate per selezionare i profili migliori formati dalle università, più formazione continua e rinnovo dei contratti. Questa è la ricetta proposta dal ministro Fabiana Dadone per il rilancio della pubblica amministrazione italiana.

La titolare del dicastero della Funzione pubblica ha illustrato il suo piano d’intenti per la trasformazione dell’apparato burocratico dello Stato nel corso dell’audizione dell’11 dicembre sulle linee programmatiche alla Camera dei deputati.

La Dadone non ha nascosto lo stato di crisi in cui versa la pubblica amministrazione nel nostro paese stretta tra inefficienza e fenomeni degenerativi come l’assenteismo, ma ha proposto un “approccio terapeutico, basato non solo sugli aspetti punitivi” e questa è una novità rispetto al recente passato.

“Se un dipendente pubblico - ha affermato il ministro - non rispetta le regole allora va sanzionato e anche duramente, in proporzione alla violazione, ma al pari se un dipendente è valido e lavora bene allora va valorizzato, supportato, anche con investimenti per la crescita professionale e non meramente con una somma di denaro in più in busta paga”.

Le responsabilità del blocco del turn over

E fin qui siamo al semplice buon senso che consente di superare anni di ideologia basata sulla sterile criminalizzazione dei lavoratori pubblici e sulla contrapposizione della loro situazione a quella dei privati.

Ma per arrivare all’innesco di una nuova stagione bisogna anche individuare le cause della situazione attuale: e la Dadone non si è tirata indietro, dando loro un nome e un cognome: il blocco del turn over che prolungatosi per 10 anni che ha prodotto l’invecchiamento e la diminuzione drastica del personale pubblico con la conseguente difficoltà all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Fattori che hanno inciso sull’efficienza della pubblica amministrazione e sulle sue difficoltà ad accompagnare lo sviluppo del Paese.

“A ciò si è aggiunta una evidente marginalità degli investimenti in formazione. Per tali ragioni l’obiettivo prefissato è quello di ripartire dalle persone”,

ha aggiunto la Dadone.

E pertanto è necessario:

“Un ripensamento della valutazione delle performance; contrastare l’assenteismo, non solo in termini sanzionatori; spingere verso il benessere organizzativo con l’adozione di modelli organizzativi caratterizzati dal cosiddetto lavoro agile (smart working) al fine di promuovere una maggiore conciliazione dei tempi di vita privata e di lavoro; legare fortemente la prestazione resa in modalità agile a obiettivi prestabiliti e raggiungibili e investire in tecnologia e in formazione”.

Assunzioni, concorsi, rinnovo dei contratti per un patto con i cittadini

Ma soprattutto è ora determinante aumentare le risorse per investire sul lavoro pubblico puntando a:

  • aumentare le opportunità di ingresso dei giovani attraverso concorsi per quelli che si sono distinti nel percorso universitario;
  • programmazione con cadenza annuale del corso-concorso per la dirigenza gestito dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione;
  • avvio e implementazione del Portale unico dei concorsi;
  • formazione continua on the job per contrastare l’obsolescenza professionale e accrescere la professionalità; potenziamento della formazione in e-learning.

Infine, la Dadone ha sottolineato la particolare rilevanza che riveste il tema del rinnovo del contratto nazionale per il triennio 2019-2021.

Tutti questi “ingredienti” sarebbero necessari per il ministro a mettere in condizione la pubblica amministrazione di offrire un “nuovo patto” ai cittadini fondato su relazioni collaborative.

“Bisogna migliorare la qualità delle attività e dei servizi pubblici - ha chiarito Dadone - avvicinandoli ai reali bisogni dei cittadini grazie alle loro idee e suggerimenti. A tal fine sono state pubblicate le Linee guida sulla valutazione partecipativa. È necessario promuovere i processi di innovazione amministrativa; mobilitare risorse e capitale sociale presenti sul territorio, attivando processi di cittadinanza attiva, responsabilizzando e motivando i cittadini per rafforzare la coesione sociale e il senso di appartenenza alla collettività”.

Un programma ambizioso non c’è che dire!
Ma per raggiungere l’obiettivo sono però necessari risorse che finora l’esecutivo non ha messo sul tavolo delle trattative con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego.

La Legge di bilancio diventa pertanto la misura obiettiva della concretezza delle intenzioni del ministro Dadone.

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