Riforma fiscale partite IVA, M5S: obiettivo versamenti mensili automatici

Riforma fiscale per le partite IVA dal 2021, l'On. Currò del M5S al Governo: no a nuovi adempimenti, versamenti mensili solo se il calcolo sarà automatico, grazie a fatture elettroniche e pagamenti tracciabili.

Riforma fiscale partite IVA, M5S: obiettivo versamenti mensili automatici

Riforma fiscale partite IVA, versamenti mensili solo se con liquidazioni e calcoli automatici da parte dell’Agenzia delle Entrate. No a nuove comunicazioni da parte di imprese ed intermediari.

Arrivano dal Deputato del M5S Giovanni Currò, nell’intervista rilasciata ad Informazione Fiscale, alcune indicazioni sulle novità allo studio del Governo nell’ambito della riforma del sistema dei versamenti delle imposte per le partite IVA.

Al rischio che si crei di fatto un sistema fiscale che obblighi a 12 o 4 dichiarazioni dei redditi mensili o trimestrali, dal Deputato del M5S, componente della Commissione Finanze ed Anagrafe Tributaria della Camera, arriva un secco no.

La riforma fiscale per le partite IVA non deve introdurre nuovi adempimenti ma semplificare.

Il calcolo dell’imposta mensile - in sostituzione di saldi ed acconti - dovrà essere effettuato in automatico dall’Agenzia delle Entrate, che potrà attingere ai dati delle fatture elettroniche e a quelli dei pagamenti tracciabili.

Per i pagamenti con carte e bancomat è necessario però tornare sul tema delle commissioni sulle transazioni tramite POS.

Una serie di interventi, ipotesi e schemi da mettere alla prova che però mal si conciliano con i tempi annunciati dal Governo: la riforma fiscale per le partite IVA è una delle novità che dovrebbe fare il suo debutto già dal 2021.

Riforma fiscale partite IVA, Currò del M5S: obiettivo versamenti mensili automatici

Per le partite IVA il 2021 si preannuncia come un anno di ulteriori importanti novità. È stato il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, a proporre il nuovo sistema di tassazione mensile, in sostituzione del meccanismo di pagamento a saldo ed acconto delle imposte sui redditi.

Cash flow tributario o regime di cassa erga omnes, ripreso poi anche dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dal Sottosegretario al MEF Laura Castelli, come base per la riforma fiscale dei redditi da lavoro autonomo e d’impresa.

Se il nuovo sistema cancellerebbe il controverso meccanismo degli acconti, con le due scadenze del 30 giugno e 30 novembre, dai commercialisti sono arrivati sin da subito i primi avvertimenti circa le criticità di un sistema di cassa puro, che mal si concilia con le complesse regole di determinazione dei redditi delle partite IVA.

Ad oggi sono tre i regimi di tassazione previsti per imprese e professionisti: ordinario, semplificato e forfettario. Una tripartizione che è difficile immaginare in un sistema di versamento delle imposte a scadenza mensile e per cassa.

La riforma fiscale per le partite IVA, come annunciata dal MEF e dall’Agenzia delle Entrate, è concretamente realizzabile? Questa la domanda posta all’Onorevole Currò del M5S nell’intervista realizzata da Informazione Fiscale il 27 luglio 2020.

Ragionando da commercialista, afferma il Deputato del M5S, è necessario “valutarne l’applicabilità”. Se l’azzeramento degli acconti può essere un vantaggio - in quanto cancellerebbe il sistema di accumulo delle imposte - il versamento mensile non può avvenire se a dover effettuare il calcolo del quantum dovuto è il titolare di partita IVA o il commercialista.

Per Currò bisogna evitare di introdurre un nuovo sistema di adempimenti mensili o trimestrali, che rischierebbe di ingolfare ancor di più gli studi professionali (gravando sui costi di gestione per le partite IVA):

“se si parla di liquidazioni automatiche sono sostenitore, ma se si parla di liquidazioni come le Lipe, ovvero aggravando con 12 o 4 dichiarazioni gli studi professionali sono il primo ad essere contrario”.

Riforma fiscale partite IVA, liquidazione imposte automatico grazie a dati fattura elettronica e pagamenti tracciabili

Guardando all’oggi, è difficile immaginare un sistema fiscale in cui si possano calcolare semplicemente - e senza nuovi adempimenti - le imposte sui redditi mensili. Si pensi ad ammortamenti o, a titolo esemplificativo, alle regole particolari di deducibilità previste per i titolari di partita IVA.

Eppure, sia ascoltando le dichiarazioni del Ministro Gualtieri che le prime ipotesi avanzate dal Direttore delle Entrate Ruffini, la riforma fiscale dal 2021 sembra data per certa.

Considerando la necessità di evitare un nuovo aggravio di adempimenti per le partite IVA (obiettivo del M5S, stando a quanto dichiarato dall’On. Currò), come si potrebbe arrivare ad un sistema di calcolo e liquidazioni automatiche, senza l’intervento dell’intermediario?

La base di partenza sono i dati delle fatture elettroniche, da incrociare con quelli dei pagamenti tracciabili: due strumenti che secondo il Deputato del M5S consentirebbero all’Erario di determinare l’imposta mensile o trimestrale dovuta dal titolare di partite IVA.

È la spinta al digitale la chiave di volta della riforma per le partite IVA. Per i pagamenti con carte e bancomat è però necessario che si torni a parlare delle commissioni sulle transazioni tramite POS.

Se dovessero essere diffuse e maggioritarie rispetto ai pagamenti in contanti, le commissioni andrebbero a calare. “Abbiamo parlato con diversi istituti di credito, e tutti questi costi andrebbero ad azzerarsi”, questo quanto dichiarato dal Deputato M5S Giovanni Currò.

Il cantiere della riforma fiscale 2021 porta in campo diversi temi spinosi, da affrontare per evitare di trasformare la “semplificazione” in nuovi costi ed adempimenti.

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