Riforma Irpef, modello alla tedesca, semplificazione ed equità: la ricetta del CNDCEC

Riforma Irpef nell'ottica della semplificazione e dell'equità, con valutazione positiva del modello alla tedesca e dell'aliquota continua: il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani, anticipa al Forum dei Commercialisti di Italia Oggi le novità che saranno proposte alle Commissioni Finanze di Camere e Senato nell'audizione del 22 gennaio 2021.

Riforma Irpef, modello alla tedesca, semplificazione ed equità: la ricetta del CNDCEC

Riforma Irpef, semplificazione ed equità, con parere favorevole al sistema alla tedesca.

È il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani, a soffermarsi sulle priorità della riforma fiscale, nel corso del Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Italia Oggi del 14 gennaio 2021.

I commercialisti saranno auditi presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato il 22 gennaio 2021, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef. Sarà questa l’occasione per presentare le proposte emerse dal lavoro della commissione di esperti, coordinata da Carlo Cottarelli, insediata al CNDCEC il 17 settembre scorso.

Riforma Irpef, modello alla tedesca, semplificazione ed equità: la ricetta del CNDCEC

La riforma dell’Irpef è stata il focus del lavoro effettuato dal gruppo di esperti del CNDCEC coordinato dal Professor Carlo Cottarelli. Un lavoro che, evidenzia il Presidente Massimo Miani durante il Forum dei Commercialisti 2021 di Italia Oggi, sarà presentato in Parlamento nel corso dell’audizione del prossimo 22 gennaio 2021.

La necessità di semplificazione è uno dei punti che sarà sottoposto all’attenzione delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, evidenziato tra l’altro anche dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel suo intervento in Commissione Finanze l’11 gennaio 2021.

A tal proposito, sono tre i passi necessari evidenziati dal Presidente Miani:

  • semplificazione normativa, per avere norme lineari, di facile interpretazione ed applicazione;
  • semplificazione e riduzione degli adempimenti;
  • garanzia di un rapporto equilibrato tra Fisco e contribuenti.

La necessità di semplificazione dell’intero sistema fiscale si affianca alla necessità di correggere le criticità dell’Irpef, imposta divenuta ormai di difficile applicazione e lontana dal principio della progressività dettato dall’articolo 53 della Costituzione.

Tre gli aspetti evidenziati dai commercialisti:

  • in corrispondenza di redditi fino a 28.000 euro sono previste differenze accentuate tra contribuenti con lo stesso reddito imponibile ma di tipologie diverse. Il focus è in questo caso sulla necessità di garantire equità orizzontale tra titolari di reddito da lavoro dipendente, pensione ed autonomi;
  • l’aliquota del 38% per lo scaglione di redditi compresi tra 28.001 e 55.000 euro è eccessivamente elevata, con un salto di 11 punti rispetto all’aliquota precedente (27% fino a 28.000 euro);
  • per i redditi molti alti, superiori a 500.000 euro, le aliquote medie effettive sono più favorevoli rispetto ad altri Paesi.

Come superare le storture dell’Irpef? I commercialisti sposano il modello alla tedesca, purché applicato in maniera adeguata.

Come evidenziato dal Presidente del CNDCEC Massimo Miani, l’Irpef alla tedesca e l’aliquota d’imposizione continua consentirebbe di superare le tre criticità evidenziate in precedenza, con:

  • una curva progressiva unica per tutti i contribuenti,
  • non differenziata a seconda del tipo di reddito prodotto,
  • che cancellerebbe la “gobba” dell’aliquota del 38% sui reddito medio-alti;
  • porterebbe ad un riequilibrio di tassazione per i redditi elevati.

Riforma Irpef, resta il nodo delle risorse

Per qualsiasi tipologia di analisi è necessario guardare alla realtà dei numeri: è questa la premessa del Presidente Massimo Miani, che ancor prima di soffermarsi sulle proposte di riforma dei commercialisti, evidenzia la scarsità di risorse previste in Legge di Bilancio 2021.

Per la riforma fiscale le risorse stanziate in Manovra sono “veramente esigue”. Ci sono 2,5 miliardi per il 2022, somma che scende ad 1,5 miliardi a regime dal 2023. Gli ulteriori 8 e 7 miliardi previsti per il 2022 ed il 2023 sono finalizzati a finanziare l’avvio dell’assegno universale per i figli.

Se si considerano inoltre le risorse stanziate per la stabilizzazione del bonus Irpef in busta paga, emerge in maniera lampante che le risorse per la riforma fiscale sono poche e, aggiungiamo, insufficienti per una ridefinizione complessiva del sistema di tassazione dei redditi da lavoro.

Come sarà quindi la riforma dell’Irpef? Al netto delle proposte, e delle criticità evidenziate dal CNDCEC, la strada è ancora tutta in salita.

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