Regime forfettario e rivalsa contributi: le regole per il calcolo del limite di 65.000 euro

Regime forfettario, la rivalsa del 4% si calcola nel limite di 65.000 euro? Le regole sono differenti per i contributi INPS e per i professionisti iscritti alle Casse di categoria.

Regime forfettario e rivalsa contributi: le regole per il calcolo del limite di 65.000 euro

Regime forfettario: la rivalsa del 4% si calcola nel limite di 65.000 euro? Le regole da seguire sono differenti nel caso di professionisti iscritti all’INPS o a Casse di previdenza di categoria.

Come noto, a partire dal 1° gennaio 2019 i titolari di partita IVA possono aderire al regime forfettario con tassazione del 15% (5% per i primi 5 anni di attività) nel rispetto dell’unico limite di 65.000 euro, relativo ai ricavi o compensi percepiti nel corso dell’anno.

Uno dei dubbi di molti professionisti è se il contributo da rivalsa del 4% applicato in fattura al cliente debba essere considerato o meno per calcolare il rispetto del limite di cui sopra.

Per i professionisti senza cassa iscritti alla gestione separata INPS la risposta è affermativa, in quanto la rivalsa è considerata come compenso ai fini Irpef e concorre alla formazione del reddito imponibile. Discorso diverso invece nel caso di iscrizione a Casse di categoria.

Regime forfettario, rivalsa contributi INPS da calcolare nel limite di 65.000 euro

I liberi professionisti senza cassa titolari di partita IVA sono obbligati ad iscriversi alla gestione separata INPS e a versare i relativi contributi, calcolati applicando alla base imponibile le aliquote stabilite annualmente nei limiti del massimale di reddito.

Il versamento dei contributi è interamente a carico del professionista che tuttavia potrà addebitare una percentuale degli stessi in fattura al proprio cliente. Si tratta del meccanismo di rivalsa INPS, con aliquota pari al 4% dei compensi lordi corrisposti.

Per gli iscritti alla gestione separata INPS la rivalsa è una facoltà e l’importo corrisposto a seguito di addebito al cliente in fattura è considerato ricavo imponibile ai fini Irpef.

Pertanto, nel calcolo del limite di 65.000 euro per l’accesso al regime forfettario sarà necessario considerare anche l’importo della rivalsa addebitata al cliente.

Regime forfettario, rivalsa contributi cassa fuori dal limite dei 65.000 euro

Discorso diverso invece per i professionisti iscritti ad una cassa di previdenza di categoria.

In tal caso, l’addebito della rivalsa al cliente è un obbligo e non una facoltà come previsto per gli iscritti alla gestione separata INPS. I lavoratori autonomi iscritti a casse di previdenza di categoria sono tenuti a versare anche il cosiddetto contributo integrativo, di percentuale variabile solitamente dal 2% al 4%.

Sull’importo del contributo integrativo dovuto dai professionisti è previsto l’obbligo di rivalsa sul committente e, trattandosi di un costo non a carico del titolare di partita IVA, la somma corrisposta non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini Irpef e, in base a quanto previsto dall’articolo 10 del TUIR, è indeducibile.

Alla luce di quanto illustrato sopra, per i titolari di partita IVA iscritti a casse di previdenza di categoria, il contributo integrativo per il quale vige l’obbligo di rivalsa non dovrà essere considerato nel calcolo del limite di 65.000 euro previsto per l’accesso al regime forfettario.

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