Quota 100, il MEF difende la riforma delle pensioni

Quota 100, il MEF controbatte in merito alle stime sui costi della misura cardine della riforma pensioni 2019: la pensione anticipata sperimentale non costerà 63 miliardi di euro.

Quota 100, il MEF difende la riforma delle pensioni

Quota 100 non peserà sulle Casse dello Stato per 63 miliardi di euro nei prossimi 18 anni: è il MEF a smentire i calcoli sul costo della pensione anticipata sperimentale.

Il comunicato stampa diffuso nella serata del 12 settembre è una vera e propria difesa alla riforma delle pensioni introdotta dal decreto n. 4/2019.

Le elaborazioni giornalistiche effettuate in merito ai dati della Ragioneria Generale dello Stato non sono corrette e, tra l’altro, non considerano che lo scarso appeal della misura ha per il momento portato a molte meno domande di quanto ipotizzato.

Nonostante il cambio al vertice del MEF resta la linea di difesa alla quota 100, pensione anticipata introdotta dal 2019 e per la quale si ipotizza un ridimensionamento a partire dal 2020.

Quota 100, il MEF difende la riforma delle pensioni: calcoli giornalistici errati

“In merito alle notizie di stampa relative a un maggior onere pensionistico di 63 miliardi di euro derivante dalle misure del decreto legge n. 4/2019 (cd. quota 100), il Ministero dell’Economia e delle Finanze sottolinea che questo dato non trova alcun riscontro nelle stime della Ragioneria Generale dello Stato.”

Si apre così il comunicato stampa pubblicato dal MEF che smentisce le notizie sull’onere della riforma delle pensioni nei prossimi 18 anni.

I 63 miliardi estratti dal Rapporto della RGS sono sovrastimati e sono frutto di un’elaborazione giornalistica non corretta dal punto di vista logico. Il dato, estratto nel Rapporto n. 20 sulle “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario”, si limita a distribuire in maniera uniforme sull’intero periodo considerato dal Rapporto (2019-2036) il valore medio della variazione del rapporto della spesa/PIL (0,2%) stimato rispetto allo scenario base.

Questo è quanto messo nero su bianco dal MEF per evitare che in un periodo particolarmente bollente sul fronte della riforma delle pensioni, quota 100 si trovi nuovamente al centro delle polemiche.

Comunicato stampa MEF 12 settembre 2019
Notizie stampa su oneri quota 100 non hanno riscontro in stime Rgs. Frutto di elaborazioni giornalistiche non corrette

Quota 100 costerà meno del previsto: le domande sono inferiori alle aspettative

Sottolinea un altro aspetto importante il MEF: quota 100 costerà allo Stato meno di quanto preventivato.

Le valutazioni contenute nel rapporto in oggetto, balzato agli onori della cronaca per quel costo di 63 miliardi di euro attribuito a quota 100,

“si basano sui dati del quadro macroeconomico e di finanza pubblica tendenziale contenuti nel DEF 2019 e non tengono conto, invece, delle indicazioni di monitoraggio sui suddetti provvedimenti di anticipo pensionistico che evidenziano una minor adesione rispetto a quella scontata nella Relazione Tecnica di accompagnamento alla legge.”

In sostanza, si tratta di dati che non tengono conto del fatto che a fare domanda di quota 100 nel 2019 sono stati meno lavoratori di quanto ipotizzato dal legislatore.

Nel periodo considerato, il valore della maggiore spesa complessiva derivante dalle misure in questione, alla luce delle quantificazioni iniziali effettuate nella predisposizione del suddetto decreto legge, avrebbe potuto al massimo raggiungere i 20 miliardi di euro. Tenendo conto dei dati più aggiornati del monitoraggio sulla misura in questione, i costi complessivi saranno invece sensibilmente inferiori a tale cifra.

Un “tesoretto” di certo utile per lo Stato, che potrebbe essere utilizzato per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia IVA insieme a quello derivante dalle minori risorse utilizzate per il reddito di cittadinanza.

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