Manovra 2026, Fisco più leggero sugli aumenti di stipendio: verso una flat tax anche per i dipendenti

Rosy D’Elia - Imposte

A caratterizzare il pacchetto stipendi della Manovra 2026 dovrebbe essere la detassazione degli aumenti di stipendio previsti dai rinnovi dei CCNL: verso una flat tax al 5 per cento per i dipendenti

Manovra 2026, Fisco più leggero sugli aumenti di stipendio: verso una flat tax anche per i dipendenti

Lavori in corso per la Manovra 2026: oggi, 17 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge di Bilancio. Tra le novità in cantiere per preservare il potere d’acquisto di cittadini e cittadine anche una detassazione degli aumenti di stipendio che derivano dai rinnovi dei contratti nazionali.

Si va verso una flat tax al 5 per cento anche per i dipendenti. Il pacchetto di misure che incrocia Fisco e Lavoro punta a ridurre il peso delle imposte sulle retribuzioni e sulle voci extra in busta paga.

In arrivo anche ulteriori agevolazioni sui premi di produttività mentre sulla soglia di esenzione dei bonus erogati dai datori di lavoro si attendono conferme.

Manovra 2026, Fisco più leggero sugli aumenti di stipendio: verso una flat tax anche per i dipendenti

Tra le prime certezze sulla Manovra 2026 c’è anche un pacchetto di interventi sugli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti che dovrebbe attestarsi intorno ai 2 miliardi.

Gli ultimi dati ISTAT indicano le retribuzioni reali ancora al di sotto di 9 punti percentuali rispetto al 2019 e un intervento per preservare il potere d’acquisto è una strada obbligata.

In cima alla lista di contromisure da adottare a partire dal 2026, c’è una flat tax da applicare agli aumenti di stipendio dei dipendenti che derivano dal rinnovo dei contratti già conclusi nel 2025 e che saranno firmati nel 2026.

La premier Meloni ha parlato di una detassazione al 5 per cento sugli importi, ma solo per il “lavoro povero”, per i redditi fino a 28.000 euro che non beneficiano delle novità sull’IRPEF.

Resta da confermare il rinnovo automatico dei contratti che, al contrario, risultano scaduti da 24 mesi per adeguarli all’indice dei prezzi al consumo.

L’obiettivo è quello messo nero su bianco nel DPB: “favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e salario nel settore privato”.

C’è poi un fondo per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego e si interviene sulle procedure di accesso al Trattamento di fine servizio.

Manovra 2026, dagli aumenti ai bonus: flat tax ed esenzioni per preservare gli stipendi

Sul piatto anche altre misure per preservare gli stipendi. Nella discussione che anticipa l’approvazione della Manovra entra un potenziamento della detassazione dei premi di produttività.

Con la scorsa Legge di Bilancio, per il triennio 2025-2027 questi importi aggiuntivi scontano una flat tax al 5 per cento, anziché al 10, fino a 3.000 euro: l’aliquota passa dal 5 all’1 per cento e la soglia arriva a 5.000 euro.

Allo stesso modo il limite di esenzione dei fringe benefit, i bonus dipendenti che il datore di lavoro sceglie di erogare insieme agli stipendi, a regime è a 258,23 euro ma negli ultimi anni è stata via via innalzata. E la scorsa Manovra per il triennio 2025-2027 ha portato la cifra a 1.000 e 2.000 euro per i genitori.

Negli ultimi giorni si è parlato di raddoppiare il limite, ma in questo caso non ci sono ancora conferme ufficiali.

Tra le novità in arrivo, poi, c’è anche una flat tax su lavoro notturno e straordinario, in linea con gli obiettivi della riforma fiscale.

I primi dettagli, ora, si avranno con il testo del Disegno di Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi, 17 ottobre.

La Manovra, in ogni caso, dovrà poi seguire il suo iter Parlamentare per dare concretezza a tutte le misure previste.

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