Pagamenti tracciabili spese sanitarie, ADC-ANC: norme contro il contribuente

Tommaso Gavi - Commercialisti ed esperti contabili

Pagamenti tracciabili spese sanitarie, il comunicato congiunto di ADC e ANC del 19 febbraio 2020 sottolinea la mancanza di coerenza delle disposizioni di Decreto Fiscale e legge Bilancio 2020. Il nocciolo del problema: l'obbligo del POS parte da luglio ma la tracciabilità è già richiesta per le detrazioni. Maria Pia Nucera e Marco Cuchel denunciano il rischio di penalizzazione del contribuente.

Pagamenti tracciabili spese sanitarie, ADC-ANC: norme contro il contribuente

Pagamenti tracciabili spese sanitarie, il comunicato congiunto di ADC e ANC del 19 febbraio 2020 denuncia un possibile rischio di penalizzazione per il contribuente a causa della mancanza di coerenza delle nuove norme previste dal Decreto Fiscale e dalla legge di Bilancio 2020.

L’oggetto della questione è la tracciabilità delle spese sanitarie sostenute per visite specialistiche: mentre l’obbligo per ottenere le detrazioni è già in vigore, l’obbligatorietà del POS parte dal 1° luglio 2020.

I presidenti Maria Pia Nucera e Marco Cuchel, rispettivamente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e dell’Associazione Nazionale Commercialisti prendono parola e ribadiscono che non è pensabile che i cittadini debbano subire le conseguenze di norme incoerenti.

Pagamenti tracciabili spese sanitarie, il comunicato ADC-ANC: le nuove norme penalizzano il contribuente

Sui pagamenti tracciabili per le spese sanitarie ADC e ANC esprimono disappunto per la mancanza di coerenza tra quanto previsto nel Decreto Fiscale e nella Legge di Bilancio 2020 con il comunicato congiunto del 19 febbraio 2020.

ADC-ANC - Comunicato stampa congiunto del 19 febbraio 2020
Obbligo di tracciabilità dei pagamenti. Le nuove norme scoordinate penalizzano il cittadino contribuente.

In apertura il comunicato fornisce il quadro generale della situazione:

“Come è noto il Decreto fiscale 124/2019 e la Legge di Bilancio 2020 introducono una serie di provvedimenti atti a limitare l’uso del contante, ma come spesso purtroppo accade, se le norme non sono tra loro coordinate, il rischio è che si finisca solo per penalizzare il cittadino contribuente senza che si riesca, come nel caso specifico, a perseguire l’obiettivo delle nuove disposizioni, ossia contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.”

Successivamente viene evidenziato il problema pratico che si verifica per la mancanza di coordinamento tra le normative fiscali.

Il primo obbligo che viene presentato è inserito nella legge di bilancio 2020:

“La Legge di Bilancio, all’articolo 1 commi 679 – 680 L. 160/2019 prevede che dal 1° gennaio 2020, affinché le spese sanitarie sostenute per visite specialistiche private siano detraibili in dichiarazione dei redditi, si utilizzino per il pagamento unicamente sistemi tracciabili quali carte prepagate e/o di credito o bancomat, assegni bancari o postali, bonifici bancari o postali, assegni circolari.”

Il secondo, invece è diretta conseguenza anche del Decreto Fiscale collegato alla manovra:

“Le norme contenute nel Decreto fiscale e nella legge di Bilancio 2020 prevedono l’obbligo per tutti gli operatori economici di dotarsi di POS solo a partire dal 1° luglio 2020, con applicazione di sanzioni per chi non si adegua.”

Il comunicato segnala dunque un’incoerenza tra le disposizioni che rischia di andare a discapito dei contribuenti, i quali, obbligati a pagamenti tracciabili per ottenere le detrazioni, potrebbero vedersi negata la possibilità dagli operatori che, in linea con la normativa fiscale, richiedono esclusivamente il pagamento in contanti.

Pagamenti tracciabili spese sanitarie: le precisazioni e la denuncia delle associazioni di settore

Sull’obbligo dei pagamenti tracciabili riferiti alle spese sanitarie per visite specialistiche private ADC e ANC evidenziano che tale disposizione rischia di far perdere le detrazioni fiscali ai contribuenti se sommata a quella che prescrive l’obbligo del POS ma solo a partire dal 1° luglio 2020.

Il comunicato congiunto precisa che:

“Attualmente, così come sono state concepite le norme, gli operatori economici hanno facoltà di rifiutare il pagamento tracciabile e di pretendere il pagamento in contanti. Quando ciò dovesse accadere, la fattura regolarmente emessa per la prestazione viene trasmessa al sistema TS che, a seguito dell’aggiornamento del tracciato di trasmissione da parte dell’Agenzia delle Entrate, prevede un nuovo elemento che permette di indicare se per il pagamento sia stato utilizzato uno strumento di pagamento tracciato o sia stato effettuato un pagamento in contanti.”

Le due associazioni di settore, attraverso il comunicato congiunto, sottolineano anche la regolarità della richiesta di pagamento in contanti:

“Dunque, da parte dell’operatore economico vi è un comportamento regolare, previsto dalla normativa, mentre di converso, il contribuente si ritrova penalizzato non potendo detrarre la spesa sostenuta.”

Di fronte ai possibili disagi per il contribuente i presidenti Maria Pia Nucera e Marco Cuchel, rispettivamente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e dell’Associazione Nazionale Commercialisti si esprimono senza mezzi termini:

“non è pensabile che i cittadini debbano subire le conseguenze di norme incoerenti che non fanno chiarezza nei comportamenti, non contribuiscono a migliorare il funzionamento del sistema fiscale e neppure combattono con efficacia la piaga dell’evasione fiscale”.

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