Come funziona il limite per i pagamenti in contante e come è cambiato nel tempo

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

La soglia per il pagamento in contanti resta, per il terzo anno consecutivo, a 5.000 euro: come funziona il limite e come è cambiato nel tempo

Come funziona il limite per i pagamenti in contante e come è cambiato nel tempo

Dopo anni di parabola decrescente, il limite per il pagamento in contanti si è stabilizzato a 5.000 euro dal 1° gennaio 2023 ed è ancora questa la soglia di riferimento da considerare.

L’innalzamento della cifra che fa scattare la necessità di effettuare operazioni con mezzi tracciabili è una delle prime novità introdotte dal Governo Meloni.

L’importo sarebbe dovuto scendere a 1.000 euro dal 2023, così come già previsto dalla norma, ma l’Esecutivo appena insediato ha subito rivisto il limite al rialzo. E nel frattempo su questo fronte, fino a questo momento, non ci sono stati ripensamenti.

Limite contanti 2025 a 5.000 euro: come è cambiata la soglia dei pagamenti

La decisione di portare il limite dei contanti a 5.000 euro ha rappresentato una totale inversione di rotta rispetto all’andamento degli anni precedenti.

In particolare, una accesa discussione sul tema ha caratterizzato i lavori di approvazione del Decreto Fiscale 2020 che, dopo varie riscritture, aveva previsto un primo percorso graduale di riduzione a 1.000 euro.

Nelle analisi condotte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in quel periodo emergeva un uso ancora generalizzato del contante in Italia, fattore di rischio per il riciclaggio e l’evasione fiscale, e anche da questo nasceva la spinta alla diffusione dei pagamenti con mezzi tracciabili.

Tra rimandi e riscritture, però, il ritorno alla soglia più bassa, già prevista dal 2011 al 2015, non si è mai concretizzato.

D’altronde l’andamento altalenante non è una novità: le regole per il pagamento in contanti non hanno avuto un’evoluzione organica, ma nel tempo più volte il limite è stato esteso e ristretto.

Periodo temporaleLimite pagamento contanti
1° gennaio 2002 - 25 dicembre 2002 10.329,14 euro
26 dicembre 2002 - 29 aprile 2008 12.500 euro
30 aprile 2008 - 24 giugno 2008 4.999,99 euro
25 giugno 2008 - 30 maggio 2010 12.499,99 euro
31 maggio 2010 - 30 agosto 2011 4.999,99 euro
31 agosto 2011 - 5 dicembre 2011 2.499,99 euro
6 dicembre 2011 - 31 dicembre 2015 999,99 euro
1° gennaio 2016 - 30 giugno 2020 2.999,99 euro
1° luglio 2020 - 31 dicembre 2022 1.999,99 euro
1° gennaio 2203 - in vigore 4.999,99 euro

Limite contanti a 5.000 euro: le regole in vigore dal 2023

Il passaggio normativo di riferimento per conoscere il limite dei contanti da rispettare è l’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, cosiddetto decreto antiriciclaggio.

Secondo l’ultima modifica del testo, apportata con la Legge di bilancio 2023, è vietato “il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche” per importi pari o superiori a 5.000 euro dal 1° gennaio 2023.

La regola, quindi, non riguarda prelevamento o versamento per cassa in contanti dal proprio conto corrente.

La soglia dei 4.999 euro si applica sia alle singole operazioni che a trasferimenti effettuati con più pagamenti, “inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati”.

Il periodo di osservazione, in cui le operazioni risultano rilevanti per il superamento del limite, è di sette giorni.

Per chi deve trasferire importi superiori ai 5.000 euro c’è un’unica strada da seguire: bisogna affidarsi alle banche, a poste italiane e agli altri istituti di pagamento:. Il percorso del flusso di denaro deve risultare tracciabile.

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