L’età pensionabile aumenterà in modo graduale dal 2027. Resta escluso solo chi svolge lavori gravosi e usuranti
Dal 2027 scatterà l’aumento dell’età pensionabile ma in modo graduale. L’incremento non sarà immediatamente di tre mesi ma di uno solo. Poi salirà di altri due nel 2028.
Questo il compromesso a cui si è arrivati dopo settimane di discussione e che entrerà nella prossima Legge di Bilancio.
Il prospettato blocco dell’aumento, dunque, ci sarà ma in forma decisamente più limitata rispetto a quanto previsto inizialmente.
I requisiti per andare in pensione resteranno bloccati solo per alcuni, in particolare per chi fa lavori usuranti e gravosi.
Aumento età pensionabile: un mese in più dal 2027, blocco solo per chi fa lavori usuranti
La saga sull’aumento dell’età per andare in pensione sta per volgere al termine.
A gennaio del 2027 scatterà l’aumento di tre mesi dei requisiti previdenziali per via dell’adeguamento alla speranza di vita e da mesi, soprattutto da quando l’incremento è stato certificato dall’Istat, si parla di bloccarlo, con le principali garanzie che sono arrivate dagli esponenti di governo della Lega, in primis il Ministro MEF Giorgetti e il Sottosegretario al Lavoro Durigon, che delle pensioni e in particolare di Quota 41 ne fa da tempo un cavallo di battaglia.
Il blocco totale è ormai irraggiungibile, troppo costoso per la Manovra che prevede una spesa di circa 18 miliardi di euro come previsto dal Documento programmatico di bilancio (DPB) trasmesso a Commissione UE e Parlamento il 15 ottobre e come confermato dalla Premier Meloni nella conferenza stampa di presentazione del disegno di Legge di Bilancio 2026.
Una delle ipotesi circolata nei giorni scorsi prospettava un intervento mirato, limitando il blocco a chi nel 2027 ha già compiuto i 64 anni d’età. L’intervento, però, sarà ancora più selettivo di quanto previsto.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lo scorso 9 ottobre aveva anticipato che sarà prevista una “sterilizzazione selettiva” dell’aumento, poi confermata anche nel DPB, “si conferma, ad esclusione dei lavori gravosi e usuranti, l’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento connessi all’adeguamento all’aspettativa di vita”.
Una conferma ulteriore arriva dalla prima bozza del disegno di Legge di Bilancio 2026. In pratica, dal 2027 l’aumento scatterà come previsto, sebbene in maniera più lieve, e sarà bloccato solo per pochi.
Lo stop all’aumento riguarderà solo determinate categorie di lavoratori, cioè chi svolge mansioni gravose e usuranti, una situazione ben diversa da quella promessa nei mesi scorsi, cioè che l’aumento sarebbe stato bloccato subito e per tutti.
Come si legge nella bozza del testo del DdL Bilancio 2026, si tratta delle seguenti categorie:
- ai lavoratori dipendenti che svolgono le professioni indicate all’allegato B della Legge di Bilancio 2018. La professione deve essere svolta, al momento del pensionamento, da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7. Inoltre, devono aver versato almeno 30 anni di contributi;
- ai lavoratori addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, elencate all’articolo 1, comma 1, lettere a), b), c) e d), del decreto legislativo n. 67/2011, e sono in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.
Per tutti gli altri ci sarà, invece, un aumento graduale. La sterilizzazione sarà confermata con un mese in più dal 2027 e poi ancora dal 2028. L’età pensionabile, quindi, non aumenterà subito di 3 mesi ma salirà di un mese nel 2027 e di 2 mesi nel 2028.
“Naturalmente il Parlamento potrà nel 2027, se vorrà, cambiare le cose ma per adesso questa è la proposta del governo”, ha precisato il Ministro nella conferenza stampa di presentazione del DdL.
Come cambiano i requisiti per la pensione dal 2027
Come prospettato ormai da mesi, nel 2027 l’età pensionabile aumenterà, sebbene di un solo mese.
L’aumento è dovuto all’aggiornamento legato all’adeguamento alla speranza di vita nel Paese, un valore che, come certificato dall’Istat, con la fine dell’emergenza sanitaria è in aumento. E se da un lato si tratta di una buona notizia, perché significa che in Italia si vive più a lungo, dall’altro rappresenta una sfida per il sistema pensionistico che si troverà ad affrontare pressioni di spesa significative.
Adeguare l’età pensionabile, alzando i requisiti per andare in pensione, è appunto una delle soluzioni. Lo si fa tramite un aggiornamento biennale previsto per legge. Negli anni scorsi, soprattutto per via del covid, la speranza di vita non è salita, ma ora che siamo in ripresa il discorso è diverso e con il prossimo aggiornamento previsto per il 2027 i requisiti sono destinati a salire.
Ad oggi, la soglia per l’accesso alla pensione di vecchiaia è di 67 anni. Senza alcun intervento, con l’adeguamento previsto a partire dal 2027, l’età di vecchiaia sarebbe salita a 67 anni e 3 mesi d’età.
Stesso discorso anche per i requisiti di accesso alla pensione anticipata ordinaria, oggi 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini, un anno in meno per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.
L’intervento previsto dalla Legge di Bilancio 2026 e annunciato in conferenza stampa, pertanto, rallenta l’aumento.
Per andare in pensione di vecchiaia dal 2027 serviranno 67 anni e 1 mese, mentre per l’uscita anticipata sarà necessario aver maturato 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne.
L’aumento, come detto, resta bloccato solo per chi svolge lavori gravosi e usuranti.
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