IMU 2020: sanzioni e ravvedimento per chi paga in ritardo

IMU 2020, sanzioni e ravvedimento operoso: per chi paga in ritardo, oltre la scadenza del 16 dicembre, è possibile usufruire della riduzione automatica della sanzione applicata. Di seguito una panoramica di regole ed istruzioni.

IMU 2020: sanzioni e ravvedimento per chi paga in ritardo

IMU 2020, sanzioni e ravvedimento operoso per chi paga in ritardo.

Dopo la scadenza del 16 dicembre, termine per versare il saldo dovuto, è possibile regolarizzare l’omesso o tardivo versamento beneficiando della riduzione delle sanzioni.

Il periodo di emergenza in corso ha spinto il Governo ad adottare una serie di politiche di sostegno alle imprese ed ai contribuenti, molto spesso orientate verso la sospensione delle più gravose scadenze fiscali, tra cui adempimenti legati all’IVA o alle imposte sui redditi.

Non c’è invece una proroga della scadenza per pagare il saldo IMU che, sebbene sia stato cancellato per molti contribuenti, resta ancorato alla data del 16 dicembre 2020.

Facciamo quindi il punto delle regole per chi paga in ritardo, con una panoramica sulle sanzioni IMU e sulle regole per il ravvedimento operoso.

Sanzioni e ravvedimento operoso IMU 2020: le regole per chi paga in ritardo

Il 16 dicembre, come abbiamo più volte ripetuto, è la scadenza ufficiale prevista per il versamento del saldo 2020 dell’imposta municipale unica, nel caso in cui però tale data non possa essere rispettata sono previste altre modalità di adeguamento concesse al contribuente in mora.

L’istituto che viene utilizzato per regolarizzare i pagamenti non effettuati entro le scadenze previste è il ravvedimento operoso.

Attraverso tale procedura è possibile, infatti, versare le imposte dovute senza incorrere in provvedimenti forzosi, con l’applicazione però di maggiorazioni dell’importo dovuto, consistenti in sanzioni ed interessi.

Il calcolo delle sanzioni e degli interessi dovuti per il versamento effettuato dopo la scadenza naturale, in questo caso dell’IMU, deve essere compiuto applicando una serie di percentuali che si distinguono tra di loro in base ai giorni di mora del contribuente.

Il ravvedimento operoso: le sanzioni per il ritardo nel versamento IMU 2020

Un eventuale mancato pagamento dell’IMU da pagare a titolo di saldo 2020, accertato mediante controlli effettuati dall’amministrazione finanziaria, comporterebbe oltre alla richiesta del versamento integrale del tributo anche l’applicazione della sanzione cosiddetta ordinaria commisurata nel 30% dell’importo originariamente dovuto.

Il ravvedimento operoso è nato proprio per andare incontro ai contribuenti che, pur non avendo rispettato le scadenze, hanno l’intenzione di regolarizzare la loro situazione debitoria.

Vi sono diverse tipologie di ravvedimento, distinte sulla base dei giorni che intercorrono tra la scadenza originale del versamento e la sua regolarizzazione.
Il ravvedimento operoso può essere:

  • super breve: a volte erroneamente definito come “sprint” il ravvedimento operoso effettuato entro 14 giorni dalla scadenza prevista, ed entro tale intervallo si applica una sanzione dello 0,1%, pari a 1/10 di quella ordinaria dell’1%, per ogni giorni di ritardo;
  • Breve: se si provvede al pagamento entro 30 giorni dalla scadenza prevista e precisamente dal 15° al 30° giorno, si dovrà applicare una sanzione pari all’1,5% da calcolare sull’importo del tributo dovuto;
  • Medio: in questo caso la sanzione sale all’1,67% quando il pagamento dell’IMU avviene entro 90 giorni dal termine previsto per il versamento, ovvero dal termine di presentazione della dichiarazione se si tratta di regolarizzazione di omissioni o di errori commessi in dichiarazione;
  • Lungo: questo tipo di ravvedimento scatta se si passano i 90 giorni ma se il pagamento viene comunque fatto entro il termine di 1 anno, e consiste nella corresponsione insieme all’IMU di una sanzione del 3,75%.

A seguito dell’abrogazione del comma 1-bis dell’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997, è stata introdotta un’ulteriore possibilità di regolarizzazione per i contribuenti che dovessero sforare un anno dalla scadenza originale dell’imposta, chiamata ravvedimento operoso lunghissimo.

La novità sul ravvedimento operoso: come funziona quello “lunghissimo”

L’abrogazione del comma 1-bis dell’art. 13 del D.lgs 472/1997 ha esteso a tutti i tributi, inclusi quelli locali, alcune riduzioni sanzionatorie che in precedenza erano riservate ai casi di ravvedimento operoso per i tributi erariali.

Nel caso in cui il contribuente superi la soglia dei 12 mesi, è comunque in tempo per regolarizzare la sua posizione senza dover applicare la sanzione ordinaria del 30%, scatta quindi la novità del ravvedimento lunghissimo, applicabile da quest’anno anche all’IMU nei casi di mancato versamento entro i due anni o oltre questo termine.

Se il pagamento viene effettuato entro 2 anni dal termine previsto o da quello di presentazione della dichiarazione periodica, la sanzione ordinaria del 30% viene ridotta ad 1/7 e quindi è pari al 4,29%.Si sale invece al 5% quando il versamento dell’IMU avviene oltre due anni dall’omissione o dall’errore.
La sanzione può infine arrivare fino al 6%, nel caso in cui la regolarizzazione dovesse avvenire dopo aver ricevuto il verbale di constatazione, ma entro la notificazione dell’atto di accertamento, quindi comunque sempre prima dell’emissione della cartella esattoriale.

Si rende importante ricordare che a tutte le sanzioni indicate prima, va aggiunto il pagamento degli interessi di mora, con maturazione giorno per giorno, evidenziando inoltre che per il 2020 il tasso applicato è pari allo 0,05%, in deciso calo rispetto allo 0,8% del 2019.

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