Obiettivo flat tax, l’IRPEF verso un’aliquota unica: la parola a lettrici e lettori

Rosy D’Elia - Irpef

Obiettivo flat tax per tutti e tutte, anche dipendenti e pensionati: si va verso un sistema dell'IRPEF ad aliquota unica con il percorso graduale disegnato nella riforma fiscale. Ma è giusto appiattire la tassazione? La parola a lettrici e lettori. Risposta al sondaggio direttamente online e commenti via mail alla redazione

Obiettivo flat tax, l'IRPEF verso un'aliquota unica: la parola a lettrici e lettori

La riforma fiscale per il Governo rappresenta l’occasione per raggiungere l’obiettivo della flat tax anche per dipendenti e pensionati: si va, gradualmente, verso un sistema IRPEF ad aliquota unica. Ma la progressività imposta dalla Costituzione sarà rispettata, ha assicurato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo.

Attualmente il sistema è basato su quattro aliquote diverse per quattro diversi scaglioni di reddito. Semplificando in maniera estrema, con le regole in vigore la percentuale di tassazione cresce al crescere del reddito.

L’Esecutivo mira ad appianare queste differenze semplificando il sistema, ma è giusto eliminare i gradini dell’IRPEF riunendo i cittadini sotto una sola percentuale?

Flat tax per tutti e tutte

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La parola a lettrici e lettori, invitati a partecipare al sondaggio tramite il box dedicato e a inviare commenti, motivazioni e considerazioni tramite mail con oggetto “Flat tax” all’indirizzo [email protected].

Obiettivo flat tax, come funziona? L’IRPEF verso un’aliquota unica

Come da programma elettorale, con la riforma fiscale il Governo ha messo in cantiere la realizzazione di una flat tax per tutti e tutte, anche dipendenti e pensionati. Attualmente per le partite IVA esistono già nelle forme di tassazione piatta.

Vale la pena, infatti, fare qualche esempio delle regole già in vigore e delle ultime novità approvate dall’Esecutivo per comprendere al meglio cosa si intende per flat tax e come funziona.

Il primo punto da chiarire si tratta di un modello di tassazione e che, quindi, in un sistema fiscale possono esserci più tasse piatte.

In quello italiano, infatti, già esistono diverse flat tax. L’esempio principale è rappresentato dal regime forfettario che consente a chi è titolare di partita IVA di applicare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF pari al 15 o al 5 per cento fino a 85.000 euro di ricavi e compensi senza possibilità di accedere alle agevolazioni che fungono da sconto sull’imposta.

Al contrario chi non la applica calcola le somme dovute tenendo conto delle diverse aliquote e dei diversi scaglioni di reddito.

Scaglioni IRPEF dal 2022Aliquote IRPEF dal 2022
Fino a 15.000 euro 23 per cento
Oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro 25 per cento
Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35 per cento
Oltre 50.000 euro 43 per cento

Sintetizzando in maniera estrema, i modelli di tassazione piatta si basano su un calcolo dell’imposta più semplice perché unico per tutti i contribuenti e meno sensibile alle sfumature e alle differenze, con il rischio di garantire vantaggi alle persone più ricche.

D’altronde uno dei principi alla base della revisione dell’IRPEF nel progetto di riforma fiscale è proprio l’equità orizzontale che il Viceministro Leo ha sintetizzato con queste parole: tutti devono pagare allo stesso modo.

L’attuale Esecutivo fin dai primi passi ha sottolineato la volontà di appiattire la tassazione: presentando la Legge di Bilancio 2023, la premier Meloni ha parlato dell’introduzione di tre flat tax usando in senso lato questa etichetta. Con la Manovra sono state introdotte le seguenti novità:

  • è stato potenziato il regime forfettario portando il limite di ricavi e compensi per l’applicazione da 65.000 a 85.000 euro con la fuoriuscita immediata per coloro che superano i 100.000 euro;
  • è stata prevista per il 2023 una novità per le partite IVA che non applicano il regime appena descritto: la flat tax incrementale che permette di applicare agli aumenti di reddito oltre il 5 per cento e fino a 40.000 euro una tassazione del 15 per cento;
  • l’idea di introdurre anche per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti questa formula è sfumata, ed è stata potenziata la detassazione dei premi di produttività dal 10 al 5 per cento che in realtà segue logiche del tutto diverse rispetto alla flat tax.

Obiettivo flat tax, come funzionerebbe l’IRPEF con un’aliquota unica

L’obiettivo di Legislatura, come hanno sottolineato più volte gli esponenti di Governo e i documenti di presentazione della riforma fiscale, è una flat tax per tutti e tutte.

Come funzionerebbe? Le bozze della legge delega in circolazione indicano come punto di arrivo un sistema IRPEF ad aliquota unica frutto di un riordino delle deduzioni dalla base imponibile, degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta, delle detrazioni dall’imposta lorda e dei crediti d’imposta.

Ma da sempre le discussioni sulla tassazione piatta chiamano in causa la necessità di rispettare il dettato Costituzionale e in particolare all’articolo 53 che non lascia spazio a dubbi:

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Intervistato dal quotidiano Il Corriere della Sera il 18 marzo 2023, il viceministro Leo ha chiarito:

“Credo in un sistema con un’unica aliquota nel quale la progressività sia garantita da un sistema che combini no-tax area e detrazioni in funzione del reddito. Ha il vantaggio della chiarezza e della semplicità. Un approccio di questo tipo porta con sé l’idea che le imposte devono diminuire per tutti. È un progetto di prospettiva, senza fughe in avanti né forzature finanziarie. La prima fase sarà il passaggio dell’IRPEF a tre aliquote. Un passo alla volta”.

Se è vero che il Governo punta ad appiattire la tassazione, è anche vero che il progetto di revisione disegnato nella legge delega che si appresta ad essere discussa in Parlamento traccia un percorso graduale e che, necessariamente, richiederà tempo e discussione.

Prima di arrivare a un sistema IRPEF ad aliquota unica, con detrazioni e no tax area per garantire la progressività, ci saranno delle tappe intermedie sul meccanismo di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. La prima è prevista per il 2024.

Si sta pensando alla riduzione degli scaglioni di reddito da 4 a 3 e all’introduzione di aliquote più basse, una delle ipotesi allo studio è quella di portare la prima fascia a 28.000 euro con una tassazione del 23 per cento. Ma è ancora tutto da definire.

Allo stesso tempo nella prima ondata di revisione dell’IRPEF è prevista l’introduzione l’introduzione di una prima flat tax per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti sugli aumenti di reddito da un anno all’altro, sulla falsa riga della tassa piatta incrementale già introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 per le partite IVA che non applicano il regime forfettario.

Accanto a queste novità, poi, saranno tagliate e riordinate le cosiddette spese fiscali, ovvero quelle agevolazioni che fungono da sconto sull’imposta per i contribuenti: detrazioni, deduzioni, bonus di diverso tipo. Saranno salvaguardati i redditi più bassi, le famiglie numerose e alcune tipologie di spesa: dalla salute all’istruzione, passando per la casa.

Il tempo di una flat tax per tutte e tutti, anche per dipendenti e pensionati, insomma, è ancora lontano: per passare da un sistema come quello attuale ad uno basato su un’aliquota unica ci sono diversi passi da compiere. Ma, almeno sulla carta, il Governo ha già tracciato il percorso verso una tassazione piatta.

L’invito è quello di partecipare al sondaggio sul tema cliccando su “partecipa al sondaggio” nel box disponibile in testa all’articolo e di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Flat tax” all’indirizzo [email protected].

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