Novità sulle aliquote IRPEF subito in cantiere: con la riforma fiscale 2023 si punta all’equità orizzontale

Rosy D’Elia - Irpef

Tra gli obiettivi della riforma fiscale 2023 c'è anche la realizzazione di un'equità orizzontale: si parte subito con la riduzione di aliquote e scaglioni del sistema IRPEF, dopo la revisione messa a punto dal precedente Governo e in vigore dallo scorso anno. Lo anticipa il viceministro all'Economia e alle Finanze Maurizio Leo all'indomani dell'approvazione della legge delega in Consiglio dai Ministri

Novità sulle aliquote IRPEF subito in cantiere: con la riforma fiscale 2023 si punta all'equità orizzontale

Come cambia l’IRPEF con la riforma fiscale? Il disegno di legge delega approvato in Consiglio dei Ministri il 16 marzo 2023 indica una direzione chiara: l’equità orizzontale.

Già dal prossimo anno dovrebbe prendere vita un nuovo meccanismo di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche con aliquote più basse e la riduzione degli scaglioni da 4 a 3.

Sarà solo un inizio, ma sarà tempestivo. Lo ha anticipato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo intervistato in diretta dal quotidiano Il Sole 24 Ore all’indomani del via libera sul testo della legge delega per la riforma fiscale.

Si procederà “gradualmente”, su questo avverbio ha posto l’accento sottolineando che l’obiettivo di fine legislatura, per il Governo, è la realizzazione di una flat tax ad ampio raggio.

Aliquote e scaglioni, quindi, nel breve e nel lungo periodo cambieranno ancora, dopo l’ultime recente revisione.

D’altronde anche il precedente Governo presentando la riorganizzazione di aliquote e scaglioni in vigore dal 1° gennaio 2022 aveva specificato: i lavori sull’IRPEF sono solo all’inizio.

E infatti, oggi, con l’inaugurazione del cantiere della riforma fiscale si torna a parlare di una riduzione di fasce di reddito e percentuali, che questa volta dovrebbero diventare tre.

Riforma fiscale 2023: ancora revisione per le aliquote IRPEF in arrivo

Riordinare il sistema tributario nel suo complesso, anche per renderlo coerente con la normativa europea. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo finale della riforma fiscale che il Governo ha messo a punto per riprendere i lavori che la crisi di Governo ha interrotto e per dare risposta a una richiesta, esplicita e più volte ribadita, che arriva dall’UE.

In questo programma di revisione, si parla di intervenire ancora una volta sul sistema IRPEF e quindi sulle modalità di calcolo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, nata nel 1973 con il DPR n. 597 e poi confluita nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

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L’IRPEF è un’imposta diretta, personale e progressiva che grava sul reddito da lavoro dipendente, assimilato al lavoro dipendente e di impresa.

A regolare le aliquote, ovvero le percentuali di tassazione, e gli scaglioni, gli importi ai quali si applicano le diverse percentuali è l’articolo 11 del TUIR che oggi finisce nuovamente sotto la lente di ingrandimento dopo essere stato rivisto dalla Legge di Bilancio 2022.

Attualmente l’IRPEF si calcola tendono conto dei seguenti valori.

Scaglioni IRPEF dal 2022Aliquote IRPEF dal 2022
Fino a 15.000 euro 23 per cento
Oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro 25 per cento
Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35 per cento
Oltre 50.000 euro 43 per cento

Ed è su questo schema che il Governo intende intervenire per ridurre da quattro a tre le aliquote IRPEF.

“Dal 2023 vorremmo andare a un meccanismo a tre aliquote, si sta ragionando con gli organismi tecnici per vedere dove si può arrivare”.

Ha anticipato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo correggendo, poi, il tiro sull’anno sempre dalle colonne del quotidiano Il Sole 24 Ore all’indomani del videoforum: le novità sull’IRPEF prenderanno forma dal 2024.

Bisogna ricordare, infatti, che l’approvazione del disegno di legge delega in Consiglio dei Ministri, raggiunta il 17 marzo 2023, rappresenta solo l’inaugurazione dei lavori della riforma fiscale. Necessaria per dare il via libera al cantiere è la discussione in Parlamento che deve concludersi con l’ok definitivo del testo.

Nelle previsioni del Governo l’iter si concluderà a maggio 2023, ma il recente passato dei lavori parlamentari sulla legge delega del Governo Draghi dimostra che non sarà semplice rispettare questa tabella di marcia.

La revisione dell’IRPEF nella riforma fiscale 2023: verso una nuova riduzione delle aliquote

Intanto la traccia per intervenire sull’IRPEF ha preso forma nel testo della legge delega di riforma fiscale.

Per natura si tratta di un testo che traccia ad ampio raggio gli interventi da apportare. E anche per quanto riguarda la revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche non ci sono dettagli sulle nuove aliquote e sui nuovi scaglioni da prevedere.

Tra le ipotesi, però, si fa largo la possibilità di modificare il sistema IRPEF accorpando i primi due scaglioni.

Scaglioni IRPEF - Ipotesi di modificaAliquote IRPEF - Ipotesi di modifica
Fino a 28.000 euro 23 per cento
Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro 35 per cento
Oltre 50.000 euro 43 per cento

L’altra possibilità da valutare prevede anche una riduzione da 35 a 27 per cento della seconda aliquota.

I maggiori guadagni, quindi, sarebbero per i redditi fra 15.000 e 28.000 euro, o eventualmente fino a 50.000 euro, ma per avere un’idea dei vantaggi effettivi bisognerà anche considerare come si modificherà il meccanismo delle detrazioni.

Per valutazioni di questo tipo, quindi, i tempi non sono ancora maturi: tutto dipenderà dalle risorse a disposizione.

“Tutto ciò che attiene alle coperture è un po’ legato all’andamento dei gettito.

Bisogna vedere cosa accadrà con il DEF e con la NADEF (Documento di Economia e Finanze e Nota di Aggiornamento)”.

I giochi sono ancora aperti, ma ogni passo va ponderato tenendo conto del valore complessivo che l’IRPEF muove: nel 2022 è stato pari quasi a 205,8 miliardi di euro su un totale complessivo di entrate tributarie di 544.5 miliardi di euro.

Sui fondi a disposizione per realizzare la riforma fiscale Leo resta cauto: “ancora ci stiamo lavorando, fino a quando non ho numeri certi preferisco non parlarne”.

La revisione dell’IRPEF nella riforma fiscale 2023: riduzione di aliquote e scaglioni e taglio delle detrazioni

E proprio sul tema delle coperture, la necessità di riorganizzare aliquote e scaglioni si lega a quella di rivedere le tax expenditure, ovvero le agevolazioni fiscali che riducono il prelievo ai contribuenti come detrazioni o deduzioni, che rappresenta un’altra esigenza calda ma soprattutto ricorrente quando si parla di intervenire sul sistema fiscale.

In un gioco di compensazioni, il taglio delle spese fiscali dovrebbe permettere la riduzione delle aliquote IRPEF.

Il viceministro parla della necessità di effettuare una potatura per rivedere il pacchetto di oltre 600 agevolazioni che vale, secondo quanto dichiarato dal Governo, 165 miliardi di spesa pubblica.

Il riordino si realizzerà tenendo conto di due aspetti:

  • la salvaguardia delle detrazioni per le spese sanitarie, l’istruzioni, il mutuo, i bonus casa;
  • l’ipotesi di fissare un tetto alla possibilità di beneficiare delle agevolazioni, “assicurandone di più a quelli che hanno redditi più bassi e di meno a quelli che hanno redditi più alti”.

Si è parlato nelle scorse settimane di una soglia del 4, del 3 e del 2 per cento e di un azzeramento oltre i 100.000 euro.

La revisione dell’IRPEF nella riforma fiscale 2023: verso una nuova riduzione delle aliquote

Le quattro aliquote attuali hanno poco più di un anno di vita, sono in vigore dal 1° gennaio 2022, e hanno sostituito il precedente sistema operativo dal 2007.

D’altronde, però, lo stesso Governo precedente aveva descritto l’intervento sull’IRPEF appena approvato come un primo passo:

“Non ha la pretesa di rappresentare una riforma complessiva e definitiva del tributo dal momento che, tra l’altro, sono rimaste immutate le regole di definizione della base imponibile. Come evidenziato da molti osservatori, il tema della definizione della base imponibile presenta diversi elementi di criticità legati, soprattutto, alla sua progressiva erosione nel tempo.

Questo ha, di fatto, trasformato fin dalle origini l’IRPEF da un’imposta comprensiva sui redditi in un prelievo quasi esclusivamente concentrato su quelli da lavoro dipendente e da pensione. D’altra parte, la legge di bilancio non può e non deve rappresentare la sede per una revisione complessiva dell’imposta che richiede, invece, un approfondimento e una discussione all’interno di una cornice più ampia come quella di una Legge delega”.

Si legge nella notizia pubblicata sul portale del Ministero dell’Economia e delle Finanze il 19 gennaio 2022. Nel frattempo il tempo della legge delega è arrivato ed è sfumato con la crisi di Governo.

Ora il cantiere si riapre e, se il prossima tappa sembra prevedere un intervento simile al precedente, il traguardo per il Governo è un appiattimento della tassazione.

L’obiettivo è quello di arrivare gradualmente a “un meccanismo di flat tax, lo si farà entro la fine della legislatura assicurando il principio di progressività. Con la metodologia delle detrazioni si ottiene questo risultato quindi non c’è nessun contrasto con il dettato costituzionale”, specifica Leo. E spiega, in estrema sintesi, cosa vuol dire per il Governo equità orizzontale: “tutti devono pagare allo stesso modo. Un primo passo si fa equiparando la no tax area di dipendenti e pensionati”.

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