Per la Banca d'Italia la rottamazione è poco efficace per la lotta all'evasione. Secondo la Corte dei Conti con la definizione agevolata l'Erario diventa finanziatore dei contribuenti morosi. Le audizioni del 6 novembre sulla Legge di Bilancio 2026 bocciano la nuova pace fiscale
La rottamazione quinquies delle cartelle non contribuisce al contrasto all’evasione fiscale e in aggiunta trasforma lo Stato in finanziatore di contribuenti morosi.
Bankitalia e Corte dei Conti bocciano in sostanza la nuova definizione agevolata delle cartelle prevista dal Disegno di Legge di Bilancio 2026, misura che oltre a confermarsi inefficace per il recupero del gettito rischia di alimentare fenomeni di irregolarità fiscale.
Rottamazione cartelle 2026, Bankitalia: inefficace per recupero gettito
Le audizioni del 6 novembre chiudono il ciclo di confronto sul testo del Disegno di Legge di Bilancio 2026 e le posizioni degli organi tecnici sono tra le più importanti, in quanto consentono di delineare il quadro degli effetti delle misure contenute nel testo che sarà discusso in Parlamento.
Nell’analisi fornita dalla Banca d’Italia spicca lo sguardo critico sulla rottamazione quinquies delle cartelle, che avrà un impatto in perdita per lo Stato pari a 1,5 miliardi nel 2026 e a 0,5 in media nei due anni successivi, con un segno positivo sul fronte delle entrate pari a 0,2 miliardi in media all’anno dal 2029 al 2036.
A fronte del maggiore gettito atteso dall’adesione alla rottamazione (9 miliardi entro il 2036) vi sarà una riduzione di importo maggiore della riscossione ordinaria (9,8 miliardi nello stesso periodo).
Un elemento critico che si affianca al ricorso ormai quasi annuale a misure di rottamazione per la gestione dei crediti fiscali. Come evidenziato da Bankitalia, dal 2016 si contano cinque edizioni (sei dal 2014 se si tiene conto della sanatoria introdotta con la legge di stabilità per quell’anno, che tuttavia non prevedeva la possibilità di rateizzazioni), sempre relative a carichi iscritti a partire dal 2000.
Ad accomunare le varie forme di definizione agevolata anche l’“accidentato percorso normativo”, caratterizzato da frequenti “riaperture dei termini, estensioni successive, riammissione di adesioni già decadute per mancati versamenti, modifiche di condizioni di adesione e dilazione”.
Uno sforzo anche normativo che però ha inciso poco sul recupero effettivo del gettito e, guardando ai dati recenti forniti dall’Agenzia delle Entrate, i pagamenti effettuati sono nell’ordine della metà di quanto sarebbe stato dovuto per le varie edizioni delle definizioni agevolate. Il problema dell’incasso atteso e di quello effettivo potrebbe “manifestarsi anche con la procedura prevista dalla nuova definizione agevolata”.
“La definizione, infatti, si considera perfezionata anche in caso di mancato o insufficiente versamento di una delle rate diverse dall’ultima. Vi possono pertanto essere casi in cui il debitore, pur non provvedendo al versamento di una parte del dovuto, fruirebbe, di fatto, dei benefici della definizione, fra cui l’impossibilità per l’agente della riscossione a svolgere azioni di recupero coattivo.”
La rottamazione rischia quindi di trasformarsi in una via per ritardare la riscossione ordinaria, come già avvenuto nelle precedenti edizioni.
Rottamazione quinquies per una parte trascurabile del magazzino AdER
Bankitalia punta l’attenzione anche sul perimetro della rottamazione, evidenziando che interesserebbe una parte trascurabile dell’ammontare complessivo dei crediti fiscali affidati all’agente della riscossione.
Nella memoria depositata in Commissione Bilancio del Senato si legge che riguarderebbe debiti fiscali per circa 13 miliardi, un centesimo del totale del magazzino AdER complessivo.
Una rottamazione dalla platea ristretta e che in ogni caso non si appresta a diventare la soluzione definitiva al problema dei crediti giacenti. Per la Banca d’Italia la rottamazione è uno strumento che in passato non ha accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito.
Rottamazione cartelle 2026, per la Corte dei Conti lo Stato diventa finanziatore di contribuenti morosi
Alle criticità evidenziate da Bankitalia si affiancano quelle della Corte dei Conti.
Nonostante il perimetro limitato della misura, persistono le criticità più volte evidenziate in relazione alle precedenti edizioni di definizione agevolata e in particolare la possibilità che la misura possa ridurre la compliance fiscale.
Per i Giudici contabili il rischio è che:
“l’Erario possa diventare un “finanziatore” dei contribuenti morosi, incentivando l’omesso versamento come forma di liquidità, l’incertezza sugli effetti sui saldi di finanza pubblica, potenzialmente negativi, soprattutto se le adesioni dovessero superare le stime iniziali.”
In aggiunta, si tratterebbe della quinta rottamazione in un decennio, prova che lo strumento non si è certo dimostrato idoneo a risolvere i problemi endemici della riscossione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rottamazione cartelle, Bankitalia e Corte dei Conti bocciano le novità della Manovra 2026