Un ferragosto di riflessioni fiscali

Salvatore Cuomo - Fisco

La campagna dichiarazioni 2022 si può dire ormai conclusa, salvo qualche residua informazione non impattante sulla liquidazione dell'imposta ancora da inserire. Ma ora è tempo di semplificare

Un ferragosto di riflessioni fiscali

Anche quest’anno fiscale, se si considera il calendario delle dichiarazioni, si avvia alla conclusione, come al solito non senza qualche polemica. Emblematica la questione delle proroghe.

Va detto, però, che come non accadeva da più di un decennio, una volta concluse le liquidazioni di imposta al 31 luglio, gli studi professionali hanno vissuto un inizio di agosto in tranquilla souplesse con le liquidazioni IVA mensili, qualche ritenuta e poco altro.

Alla vigilia di ferragosto qualche riflessione fiscale

A chi ha intrapreso, come nel caso di chi scrive, la professione nei lontani anni ‘80 potrà venire in mente l’epoca in cui chiuse le liquidazioni IVA in scadenza, allora il 5 agosto, si poteva dare il via alle vacanze e riprendere le attività a settembre senza strascichi relativi all’anno di imposta precedente.

Oggi invece la ripresa dell’attività fa i conti con il completamento della compilazione dei modelli e le verifiche preventive agli invii telematici di ottobre, con le Certificazioni Uniche ed il modello 770, e novembre con le dichiarazioni dei redditi: il tutto senza dimenticare l’ordinaria amministrazione per l’anno in corso e la necessità di dare seguito alle richieste di documentazione ex 36ter e quant’altro notificati nel periodo dedicato agli ultimi bilanci, all’autoliquidazione delle imposte, alla rottamazione quater e chi più ne ha più ne metta.

Insomma la solita solfa che si ripete da più di un decennio a questa parte: la diffusione dei sistemi digitali, cozzando con la stratificazione delle norme tributarie, ha di fatto ingolfato l’attività delle professioni contabili immersi in una miriade di adempimenti.

Ipotesi ravvedimento sanzioni antiriciclaggio

A questo si sommi la burocrazia conseguente a tematiche non direttamente collegate all’Erario, come ad esempio, le tante implicazioni della tutela della privacy in ambito tributario sulle quali fino ad oggi manca una soluzione definitiva per la introduzione della fatturazione elettronica anche nel comparto sanitario.

Stesso discorso vale per il tema dell’antiriclaggio e per i relativi adempimenti, ulteriormente arricchiti quest’anno con le ennesime informazioni da fornire circa la figura del “titolare effettivo”, la compilazione del quadro RU e la ormai prossima, forse, comunicazione da effettuare alle CCIAA di riferimento.

Una burocrazia che ha un pesante impatto sui piccoli studi, costretti ad anagrafare e sottoporre ad analisi del rischio anche il proprio storico cliente, titolare del bar sotto casa.

Benvenuta è pertanto la notizia della istituzione di un tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze che studierà l’ipotesi di applicazione di un ravvedimento delle sanzioni a favore dei professionisti che manifesteranno un comportamento proattivo volto a sanare le eventuali irregolarità riscontrate.

Semplificare è la primaria esigenza

In conclusione, preme soffermarsi ancora sul Fisco che verrà, lasciando ad altri analisi e commenti su temi caldi quali i grandi evasori o gli extra profitti di banche e compagnie energetiche.

Negli anni 80 i primi computer Olivetti accompagnati dalle stampanti a moduli continui trovarono posto sulle scrivanie degli studi professionali, ma allora il Fisco si accontentava di poche informazioni e le verifiche documentali erano prevalenti rispetto all’attuale indirizzo della amministrazione finanziaria che si è prefissato in questi anni l’obiettivo di combattere l’evasione attraverso l’analisi del rischio tramite algoritmi calati nella realtà delle partite IVA prima con lo strumento dei parametri poi con gli studi di settore e con gli ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale, oggi affiancati dal applicazioni interne all’amministrazione basati sulle intelligenze artificiali.

La delega fiscale ha dettato la strada che dovranno percorre in concreto i decreti delegati.

È stata approvata a solo un anno dall’insediamento del governo che avrà i residui anni di legislatura per poter realizzare questa agognata riforma fiscale per la quale sono già stati composti i tavoli tecnici tematici che avranno il compito di calare sul campo i principi in essa contenuti.

Non dimentichino la primaria esigenza che è quella di semplificare, le nuove aliquote possono attendere.

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