Legge di Bilancio 2023, a che punto siamo? In ritardo i bonus per giovani e famiglie

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Dopo cinque mesi dall'entrata in vigore, l'attuazione della Legge di Bilancio 2023 procede ancora a rilento: l'ultimo mese ha visto uno sprint con il via libera di 13 nuovi decreti attuativi ma si procede con ritardo su bonus per giovani e famiglie. Scadenze non rispettate per carta cultura e del reddito alimentare, entrambi da approvare a inizio marzo

Legge di Bilancio 2023, a che punto siamo? In ritardo i bonus per giovani e famiglie

Sono passati cinque mesi dall’approvazione della Legge di Bilancio 2023: nel testo anche la promessa di una serie di bonus a sostegno di giovani e famiglie.

Ma l’attuazione dell’ultima Manovra conferma la tendenza degli ultimi anni: la maggior parte delle misure non autoapplicative, che quindi richiedono un passaggio burocratico ulteriore, arrivano sempre con ritardo.

Per il reddito alimentare e la carta cultura per i giovani, ad esempio, le istruzioni operative dovevano essere messe mero su bianco entro la scadenza del 2 marzo 2023. Nel primo caso solo ieri, 30 maggio, il Ministero del Lavoro ha dato notizia della firma del decreto, nel secondo non ci sono ancora aggiornamenti.

Sempre in ritardo, ma approdato in Gazzetta Ufficiale, invece è il provvedimento attuativo della carta risparmio spesa 2023 che rientra tra i bonus sociali previsti dall’ultima Manovra e sarà disponibile da luglio.

Legge di Bilancio 2023, a che punto siamo con l’attuazione? Bonus per famiglie e giovani a rilento

L’ultimo mese con il via libera di 13 decreti attuativi c’è stato uno sprint sui lavori, ma il confronto tra i provvedimenti da firmare e quelli firmati è ancora nettamente sbilanciato. Quasi pari al doppio.

I lavori di attuazione della Legge di Bilancio 2023, necessari per vedere concretamente applicata ogni misura della Legge numero 197 del 2022, accumulano ritardo.

Nel monitoraggio condotto dalla redazione di Informazione Fiscale sulla banca dati del Dipartimento per il Programma di Governo il 27 aprile risultavano non adottati dai Ministeri competenti 90 decreti, solo 27, invece, avevano già ottenuto il via libera.

Dopo un mese la situazione è migliorata, ma resta un rapporto quasi uno a due. Sono 40 i testi firmati e 77 quelli da firmare, se si considera la notizia del 30 maggio diffusa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sul provvedimento che riguarda il reddito alimentare.

La proporzione, in ogni caso, non è confortante, ma non stupisce. La questione dei decreti attuativi è stata una spina nel fianco anche per il Governo Draghi, che si è dato un nuovo metodo operativo senza ottenere però i risultati sperati, e per quello Conte. Lo dimostra la storia difficile del bonus occhiali che dalla Legge di Bilancio 2021 diventato ufficialmente operativo solo dal 5 maggio, più di due anni dopo.

Nonostante le buone intenzioni, dichiarate dai diversi Governi, di ridurre il numero di misure che non sono pronte all’uso quando vengono approvate, ma richiedono un nuovo intervento da parte di ministeri o altri enti istituzionali, la mole di provvedimenti da firmare resta sempre importante.

Dalla nuova carta cultura per i giovani al reddito alimentare, passando per tutte le misure della tregua fiscale: la Manovra 2023 non fa eccezione.

Se si fa un confronto con il 2022, emerge una riduzione dei provvedimenti necessari per dare il via libera a bonus, agevolazioni e altre misure, in totale 117, ma una maggiore lentezza nell’avanzamento dei lavori.

A inizio aprile dello scorso anno, infatti, avevano ottenuto il via libera del Ministero quasi il doppio dei decreti attuativi, 48, ma ne mancavano all’appello 104. Il cantiere, d’altronde, non è stato ancora chiuso: ne restano in stand by ancora 18.

Bonus per famiglie e giovani nella Legge di Bilancio 2023: scadenze per i decreti attuativi non rispettate

Lo sguardo sul passato, però, non tranquillizza, anzi desta preoccupazione: la lenta attuazione delle Leggi di Bilancio lascia presagire tempi lunghi per vedere concretizzate agevolazioni e bonus messi in campo, anche quando lo stesso testo indica una precisa data di scadenza.

Per il 2023 è il caso della carta cultura per i giovani, definita solo a grandi linee dal testo della Manovra.

Pur essendo destinata all’utilizzo dal prossimo anno, termini, modalità di concessione e istruzioni per spendere fino a un valore di 1.000 euro, dovevano essere definiti entro il termine del 2 marzo 2023, ma dal Ministero della Cultura non è ancora arrivata alcuna notizia.

Ma anche le misure con esigenze ben più imminenti restano ferme a lungo. Entro la stessa scadenza, le famiglie ma anche i single che si trovano in una condizione di povertà assoluta e vivono nelle città metropolitane attendevano di sapere le modalità per beneficiare del reddito alimentare, la possibilità di ottenere dei pacchi realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare.

Nonostante sia stata portata dallo stesso Governo come esempio di risposta a un bisogno forte e tangibile dei cittadini e delle cittadine più fragili, nei primi quattro mesi dell’anno la risposta è rimasta solo teorica.

Nella stessa lunghezza d’onda, poi, si inserisce la carta risparmio spesa destinata alle famiglie con un ISEE fino a 15.000 euro per cui era prevista sempre la stessa scadenza del 2 marzo per rendere concreta la misura: il testo è arrivato in Gazzetta Ufficiale dopo la firma dei Ministri competenti, Giorgetti (Finanze) e Lollobrigida (Agricoltura), solo il 12 maggio.

Le somme saranno utilizzabili dai nuclei beneficiari a partire da luglio 2023: meglio tardi che mai. Il tempo fa però la differenza e l’attesa rischia di rendere qualsiasi misura antieconomica: le risorse in campo restano le stesse, ma l’efficacia perde di forza giorno dopo giorno, soprattutto quando i bonus e le agevolazioni nascono per rispondere ad esigenze concrete e immediate.

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