Per bonus e altre novità serve un decreto attuativo? Attesa lunga: i Ministeri non rispettano le scadenze

Rosy D’Elia - Fisco

Dal bonus trasporti 2023 alle novità della Legge di Bilancio spesso serve un decreto attuativo per poter accedere agli strumenti messi in campo, ma sul rispetto della scadenza fissata i Ministeri chiave per le misure che riguardano il Fisco e il Lavoro stentano a raggiungere la sufficienza. I “voti” dell'Ufficio per il Programma di Governo

Per bonus e altre novità serve un decreto attuativo? Attesa lunga: i Ministeri non rispettano le scadenze

Sono diverse le novità approvate nei mesi scorsi che restano in stand by: per passare dalle parole ai fatti, in alcuni casi, è necessario l’adozione di un decreto attuativo. È il caso, ad esempio, del bonus trasporti 2023 o di alcuni strumenti messi in campo con la Legge di Bilancio.

Con l’approvazione di norme che non sono autoapplicative, ovvero pronte all’uso, si affida ai Ministeri competenti il compito di definire nel dettaglio le misure.

Ma spesso i tempi di attesa sono così lunghi da compromettere l’efficacia degli strumenti e da vanificare lo stanziamento di risorse.

E lo dimostrano i dati sul 2022 dell’Ufficio per il Programma di Governo: sul rispetto delle date di scadenza, i Ministeri chiave per quanto riguarda il Fisco e il Lavoro stentano a raggiungere la sufficienza.

Anche allargando lo sguardo, però, solo il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e quello della Difesa rispettano i tempi, due dicasteri di primo piano ma decisamente lontani dalla vita concreta di cittadini e cittadine.

Serve un decreto attuativo per bonus e altre misure? L’attesa è lunga

L’Ufficio per il Programma di Governo il 7 febbraio 2023 ha pubblicato i dati annuali relativi agli indicatori sul grado di adozione dei provvedimenti attuativi nelle amministrazioni centrali dello Stato.

Il quadro che emerge conferma una lentezza segnalata più volte su queste pagine.

Sulla “capacità attuativa entro i termini di scadenza dei provvedimenti adottati”, ovvero il rapporto percentuale tra il numero dei provvedimenti adottati nel 2022 entro i termini di scadenza e il totale dei provvedimenti adottati nel 2022, sono pochi i Ministeri che raggiungono la piena sufficienza.

Un caso emblematico sui tempi di attesa è rappresentato dal bonus occhiali che, dopo due anni dalla sua introduzione, non è ancora diventato operativo.

Altrettanto esemplificativo è il ritardo di tre mesi con cui è stato adottato il decreto attuativo per rendere concreto accessibile il bonus 200 euro previsto dal DL aiuti e destinato alle partite IVA.

Ancor più indicativo è che le due misure nascono per far fronte a periodi di emergenza, dove il tempo più che mai è prezioso. E può fare la differenza.

Sul fronte del Lavoro e delle Politiche sociali la capacità attuativa entro le date di scadenza è ferma al 26,3 per cento, meglio ma non abbastanza è stato fatto sul fronte dell’Economia e delle Finanze con il 57,9 per cento.

Anche per l’ormai ex Ministero dello Sviluppo Economico, che ha tra le mani l’operatività di una serie di incentivi e di bonus fondamentali per il mondo delle imprese, i risultati non sono dei migliori: 34,8 per cento.

MinisteroCapacità attuativa entro i termini
Affari Esteri e Cooperazione Internazionale 100,0 per cento
Agricoltura, sovranità alimentare e foreste 38,5 per cento
Ambiente e sicurezza energetica 0 per cento
Cultura 58,3 per cento
Difesa 80 per cento
Economia e Finanze 57,9 per cento
Giustizia 71,4 per cento
Imprese e Made in Italy 34,8 per cento
Infrastrutture e trasporti 15,4 per cento
Interno 30,3 per cento
Istruzione e merito 58,8 per cento
Università e ricerca 39,1 per cento
Lavoro e politiche sociali 26,3 per cento
Salute 51,7 per cento
Turismo 75 per cento

La bocciatura dei Ministeri sull’adozione dei decreti attuativi: i dati dell’Ufficio per il Programma di Governo

Affidare il compito di definire nel dettaglio l’operatività di bonus o in generale di nuove misure ad enti e Ministeri competenti in materia dovrebbe essere un’opportunità: la garanzia di avere indicazioni e dettagli ben tarati.

Ma spesso si trasforma in una trappola che rende le novità approvate misure fantasma, parole a cui non seguono i fatti.

E infatti anche gli altri dati che emergono dallo studio dell’Ufficio per il Programma di Governo, oltre il monitoraggio delle scadenze, sono tutt’altro che rassicuranti.

Anche sul grado di adozione dei provvedimenti attuativi previsti dalle disposizioni legislative, il rapporto tra numero di decreti adottati con scadenza nel 2022 o successivamente e totale dei provvedimenti con scadenza nel 2022, non arriva una promozione a pieni voti per i dicasteri chiave per il mondo del Fisco, del Lavoro e delle Imprese.

Grado di adozione dei decreti attuativi
MinisteroSenza concerti e/o pareriCon concerti e/o pareri
Economia e Finanze 80,5 per cento 50,0 per cento
Lavoro e politiche sociali 62,5 per cento 70,0 per cento
Imprese e Made in Italy 85,7 per cento 53,1 per cento

E lo stesso discorso vale per la capacità di riduzione dei provvedimenti in attesa calcolata come il “rapporto percentuale tra il numero di provvedimenti attuativi riferiti a tutti i Governi della XVII e XVIII legislatura con termine di scadenza negli anni precedenti al 2022 adottati nel 2022 e il totale dei provvedimenti con termine di adozione precedente all’anno 2022”.

Proprio per ridurre lo stock dei decreti attuativi in stand by l’ex Governo Draghi aveva approvato a giugno 2021 un nuovo metodo operativo.

MinisteroCapacità di riduzione dei decreti in attesa
Economia e Finanze 57,1 per cento
Lavoro e politiche sociali 42,9 per cento
Imprese e Made in Italy 50 per cento

Se si guarda al passato da questo punto di vista i dati sono migliorati, ma non basta. Il 2023 si è aperto con la necessità di rendere operative le novità della Legge di Bilancio a cui si sono aggiunte subito nuove misure, come il bonus traporti.

Solo per rendere pienamente tangibile la Manovra servono circa 120 provvedimenti attuativi: per ora ne sono stati adottati 5.

Di sicuro è presto per fare un bilancio dei lavori di quest’anno, così come è sicuro che si gioca una partita persa in partenza se dal 1° gennaio, a fronte dei 5 passi avanti per l’attuazione della Manovra, sono stati fatti 24 passi indietro: è questo il numero delle nuove misure non autoapplicative adottate che si sommano a uno stock imponente e difficile da ridurre.

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