Acconto novembre, nessuna modifica al modello Redditi 2019

Nessuna modifica al modello Redditi in vista del ricalcolo dell'acconto delle imposte dovute a novembre 2019. Il chiarimento in una nota di Assosoftware sulle novità del Decreto Fiscale 2020.

Acconto novembre, nessuna modifica al modello Redditi 2019

Acconto di novembre ridotto, ma senza modifica a quanto già indicato nel modello Redditi 2019. È Assosoftware a fornire chiarimenti, alla luce delle novità introdotte dal Decreto Fiscale 2020 (DL n. 124/2019).

Se nella sostanza sarà necessario effettuare un nuovo calcolo dell’acconto dovuto entro il 30 novembre (che slitta al 2 dicembre, cadendo di sabato), l’Associazione fornisce i propri chiarimenti, in attesa che l’Agenzia delle Entrate sciolga tutti i dubbi.

Il Decreto Legge Fiscale n. 124/2019 ha modificato la percentuale dell’acconto delle imposte sui redditi di novembre 2019 dal 60% al 50%, ma i tempi per le modifiche ai software e per il rilascio degli aggiornamenti sono strettissimi.

Il 2019 sarà ricordato come l’annus horribilis delle dichiarazioni dei redditi per i titolari di partita IVA, alle prese non solo con l’introduzione degli ISA, ma anche con il conseguente continuo annuncio di proroghe, successivi passi indietro, e modifiche normative in corso d’opera.

Acconto novembre, nessuna modifica al modello Redditi 2019

Il comunicato di Assosoftware pubblicato il 7 novembre fornisce i primi chiarimenti sulle novità relative all’acconto di novembre.

Chi ha già pagato l’importo dovuto non dovrà ricalcolare la prima rata, così come anche quelli che aderendo alla proroga hanno rinviato i versamenti (tutti mantengono il calcolo della prima rata al 40%).

Chi ha già inviato la dichiarazione modello Redditi PF non dovrà poi apportare modifiche a quanto indicato al Rigo RN62, in quanto verranno mantenuti i valori degli acconti calcolati al 40% ed al 60%.

I chiarimenti di Assosoftware, che senza giri di parole manifesta le difficoltà che stanno incontrando le case produttrici di software nell’aggiornamento necessario al ricalcolo degli acconti, precedono l’atteso intervento chiarificatore dell’Agenzia delle Entrate.

Oggetto dei dubbi di professionisti ed imprese è quanto previsto dall’articolo 58 del Decreto Legge n. 124/2019, che modifica la misura dei versamenti della prima e seconda rata dell’acconto Irpef, Ires ed Irap per i soggetti ISA, nonché per i soci di società con redditi prodotti in forma associata o in regime di trasparenza fiscale, prevedendo due rate di pari importo da versare nei termini ordinari (a giugno e a novembre)

I versamenti in acconto delle imposte in scadenza a novembre 2019 dovranno essere effettuati in due rate, ciascuna pari al 50 per cento.

Viene ovviamente fatto salvo quanto già versato per l’anno in corso con la prima rata d’acconto, con corrispondente rideterminazione della misura dell’acconto dovuto in caso di versamento unico.

È la relazione illustrativa al Decreto Fiscale n. 124/2019 a chiarire che, per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2019 è fatto salvo l’eventuale versamento della prima rata di acconto ed è dovuta, quindi, la seconda rata, comunque, nella misura del 50 per cento, ovvero l’unica rata nella misura del 90 per cento.

Acconto imposte, ricalcolo anche per i forfettari? Per Assosoftware sì

Se Assosoftware pubblica i primi chiarimenti sulle nuove regole sul calcolo degli acconti, è in realtà dall’Agenzia delle Entrate che si attendono novità. Tra i dubbi per i quali si rende necessaria una risposta celere vi è l’applicazione o meno delle novità anche ai forfettari, così come l’inclusione nelle nuove regole di calcolo anche per le imposte che seguono i criteri Irpef, come la cedolare secca.

Una circolare esplicativa è stata annunciata come imminente, ma intanto dagli esperti del settore arrivano le prime precisazioni. Richiamando sempre alla nota di Assosoftware, viene precisato che l’acconto calcolato al 50% riguarda anche i forfettari.

Allo stesso modo, l’Associazione delle case produttrici di software gestionali specifica che il ricalcolo interesserà anche l’acconto di novembre delle imposte che seguono i criteri di versamento dell’Irpef, come la cedolare secca, l’IVAFE e l’IVIE.

In attesa di ulteriori sviluppi, vale la pena sottolineare che la riduzione degli acconti di novembre 2019 rappresenti un beneficio dubbio per le partite IVA. Si tratta più che altro di una nuova complicazione in un anno già di per sé complesso.

A trarre vantaggio dalle nuove regole sarà invece l’Erario: con il “gioco delle tre carte” che vede protagoniste anche le compensazioni delle imposte sui redditi, potrà contare su nuove risorse “fittizie” per il 2020, pari a 1.46 miliardi di euro.

L’obiettivo della norma, presentata come un vantaggio per i soggetti ISA, è in realtà quella di spostare parte di gettito dal 2019 al 2020, per via dell’incremento del saldo dovuto a giugno del prossimo anno. Stessa ragione alla base della proroga della scadenza del 18 novembre, annunciata in pompa magna dal MEF, salvo poi essere ritirata.

Un anno da ricordare, esemplare per spiegare i reali motivi alla base del fallimento dell’operazione di compliance tra Fisco e partite IVA.

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