Per le partite IVA in regime forfettario è tempo di controlli: verifiche di fine anno su ricavi e compensi, su redditi da lavoro percepiti e sulle spese per dipendenti. Chi potrà applicare la flat tax nel 2026
Dal limite di ricavi e compensi fino alle soglie relative al redditi da lavoro e ai dipendenti e collaboratori, per le partite IVA in regime forfettario scattano i controlli di fine anno.
Al centro dell’attenzione le verifiche sui diversi limiti che determineranno chi è dentro o fuori dal regime della flat tax nel 2026.
L’applicazione del regime forfettario richiede infatti un monitoraggio costante di requisiti e cause ostative, soprattutto nel mese di dicembre. È quindi utile una panoramica delle verifiche da fare in vista del nuovo anno.
Regime forfettario, per la verifica del limite di ricavi e compensi contano gli incassi
La prima verifica da fare è relativa al valore di ricavi e compensi percepiti dal 1° gennaio al 31 dicembre 2025. Come noto infatti il regime forfettario è vincolato al rispetto del limite di 85.000 euro.
Per chi supera questa soglia sono due gli scenari che possono verificarsi:
- se il totale è superiore a 85.000 euro ma inferiore a 100.000 euro, la flat tax cessa di applicarsi dall’anno successivo (e quindi dal 2026);
- se invece ci si accorge in corso d’anno di aver oltrepassato la soglia “antielusione” di 100.000 euro, la cessazione è immediata.
Dal punto di vista pratico è utile ricordare che il limite di fine anno dovrà essere verificato tenuto conto dell’ammontare esatto di ricavi e\o compensi effettivamente incassati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025, e non gli importi fatturati entro la medesima data.
Il regime della flat tax segue infatti il criterio di cassa, basato quindi esclusivamente sugli importi incassati nell’anno e indipendentemente dalla data di emissione della fattura.
Per le partite IVA forfettarie il momento in cui l’operazione diventa fiscalmente rilevante è la data dell’incasso del compenso.
Ad esempio quindi una fattura emessa il 28 dicembre 2025 ma incassata nel mese di gennaio, non concorrerà al calcolo della soglia limite di 85.000 euro alla fine dell’anno, ma sarà considerata ricavo rilevante nel corso del 2026.
Redditi da lavoro dipendente e pensione, flat tax fino a 35.000 euro anche nel 2026
Al monitoraggio di ricavi e compensi si aggiungono le verifiche relative alle ulteriori casistiche che possono portare al venir meno della possibilità di applicare il regime forfettario nel 2026.
Partendo dalle partite IVA titolari anche di redditi da lavoro dipendente o pensione, sarà fondamentale verificare che nel corso dell’anno precedente non è stata superata la soglia di 35.000 euro.
Il limite ordinario di 30.000 euro è stato innalzato a 35.000 euro nel 2025 e sarà confermato anche nel 2026, per effetto di una delle novità previste dal DdL di Bilancio in fase di discussione.
In questo caso bisognerà far riferimento ai redditi da lavoro percepiti nell’anno, al netto degli oneri deducibili, ma senza considerare gli importi soggetti a tassazione separata. La verifica è irrilevante se il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso del 2025, sempre che nello stesso anno non sia stato percepito un reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un altro rapporto di lavoro
Su questo fronte è necessario però tenere ben presente anche un’ulteriore causa di esclusione dal regime agevolato.
La flat tax non può essere applicata da chi esercita l’attività con la propria partita IVA in via prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due anni precedenti, ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro.
Con l’unica eccezione prevista per le attività avviate a seguito della pratica obbligatoria che precede l’esercizio di arti e professioni, il regime forfettario non può essere applicato in caso di compensi percepiti in via prevalente (oltre il 50 per cento), dall’ex datore di lavoro o da soggetti riconducibili.
Spese per dipendenti e collaboratori, oltre i 20.000 euro si esce dal forfettario
Le verifiche di fine anno riguardano poi anche le somme corrisposte a dipendenti e collaboratori. In tal caso è previsto infatti un limite massimo di 20.000 euro di spese sostenute nel corso del 2025, superato il quale il beneficio della flat tax verrà meno per il 2026.
Questa causa ostativa è volta ad assicurare che il regime forfettario rimanga un sistema agevolato destinato a imprese e professionisti con una struttura molto ridotta, escludendo di fatto chi si avvale di una struttura organizzativa più complessa e costosa.
Nel calcolo del limite di 20.000 euro rientrano tutte le spese sostenute per l’impiego di forza lavoro, a prescindere dalla tipologia contrattuale.
Attenzione alle cause ostative e d’esclusione
Le verifiche di fine anno che interessano i forfettari vanno quindi oltre il semplice controllo di ricavi e compensi incassati al 31 dicembre 2025.
Per l’applicazione della flat tax sarà fondamentale prestare attenzione anche alle cause ostative che portano all’esclusione dalla tassazione ridotta. Non solo la questione dei redditi da lavoro o pensione percepiti nell’anno e la prevalenza dell’attività verso l’ex datore di lavoro, ma anche la partecipazione in società.
Il regime forfettario non può infatti essere applicato agli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente.
Una serie di controlli incrociati fondamentali, per evitare di incappare in errori che, in caso di verifiche fiscali, possono portare all’applicazione di sanzioni.
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