Pensione anticipata, si chiude la seconda finestra per l’Ape Sociale. Ultima chance entro il 30 novembre 2022

Pensione anticipata, scadenza il 15 luglio 2022 per la seconda finestra dell'Ape Sociale. Entro il 30 novembre 2022 l'ultima fase per la presentazione della domanda di riconoscimento dei requisiti, ma per l'accesso alla prestazione peserà il monitoraggio delle risorse disponibili. Possibile la proroga anche per il 2023, con novità sulla platea dei beneficiari.

Pensione anticipata, si chiude la seconda finestra per l'Ape Sociale. Ultima chance entro il 30 novembre 2022

Pensione anticipata, scadenza in arrivo per la seconda finestra per accedere all’Ape Sociale.

C’è tempo fino al 15 luglio 2022 per la domanda di certificazione dei requisiti per l’accesso all’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia. Una prima fase per l’accesso all’Ape Sociale, sulla quale l’INPS darà il suo responso entro la fine del mese di ottobre.

Si tratta della scadenza “intermedia” per l’Ape Sociale: la domanda per la certificazione dei requisiti potrà essere presentata entro il 30 novembre 2022, ultima data utile per l’accesso alla pensione anticipata agevolata, in attesa di una possibile proroga della misura al 2023.

Pensione anticipata, si chiude la seconda finestra per l’Ape Sociale. Ultima chance entro il 30 novembre 2022

Si è aperta lo scorso 18 gennaio la procedura telematica per l’accesso all’Ape Sociale, forma di pensione anticipata per la quale è necessario inviare preventivamente domanda di certificazione dei requisiti d’accesso.

L’Ape sociale può essere richiesta da chi ha maturato il requisito di 63 anni con un minimo contributivo variabile, e consente di ricevere 12 mensilità di pensione di importo fino ad un massimo di 1.500 euro mensili lordi.

Nel dettaglio, l’Ape Sociale spetta con 30 anni di contributi a lavoratori invalidi, disoccupati, chi assiste un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap e lavoratori che svolgono mansioni gravose con almeno 36 anni di contributi.

La prima fase per l’invio della documentazione utile è scaduta il 31 marzo scorso. Il 15 luglio 2022 è fissata la seconda scadenza, ma in ogni caso sarà possibile presentare domanda entro il termine ultimo del 30 novembre 2022.

Tre scaglioni temporali che consentono di accedere all’Ape Sociale ma sui quali pesa il monitoraggio delle risorse a disposizione: sebbene infatti siano considerate ammissibili le richieste inviate entro la scadenza del 30 novembre 2022, la valutazione avverrà di fatto in ordine cronologico.

Come chiarito dall’INPS con la circolare n. 62 del 25 maggio, le domande inviate entro il termine ultimo di novembre saranno prese in considerazione solo se, all’esito del monitoraggio delle domande inviate entro le tre scadenze, residueranno le risorse finanziarie aggiunte dalla Legge di Bilancio 2022, aumentate di 144,1 milioni di euro per l’anno in corso, 278,8 milioni di euro per l’anno 2023, 251,2 milioni di euro per l’anno 2024, 187,8 milioni di euro per l’anno 2025, 106,5 milioni di euro per l’anno 2026 e 17,7 milioni di euro per l’anno 2027.

Dal termine di invio della domanda di certificazione dei requisiti dipende inoltre la data ultima entro la quale l’INPS comunica ai richiedenti l’esito della verifica:

  • 30 giugno 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 31 marzo 2022;
  • 15 ottobre 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate entro il 15 luglio 2022;
  • 31 dicembre 2022, per le domande di verifica delle condizioni presentate oltre il 15 luglio 2022, ma entro il 30 novembre del medesimo anno.

Ape Sociale in scadenza il 31 dicembre 2022, attesa la proroga al 2023

I termini sopra indicati, e le scadenze del 15 luglio e del 30 novembre 2022, sono le ultime attualmente previste per l’accesso all’Ape Sociale, misura di accompagnamento alla pensione prorogata dalla Legge di Bilancio fino al 31 dicembre.

Quale sarà il destino per il prossimo anno?

Sarà la Manovra a definire i dettagli ma dalle parole pronunciate dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando in occasione della presentazione del XXI Rapporto INPS, si va verso la proroga al 2023.

Sul capitolo pensioni è in corso un confronto con le parti sociali, per definire le forme di flessibilità da prevedere per i prossimi anni, ma per l’Ape Sociale la proroga è possibile:

“A fine anno, con la scadenza di misure come Opzione donna e l’Ape sociale, si renderà necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati.”

Valutazione positiva quindi da parte del Ministro del Lavoro sull’Ape Sociale, anche se con correttivi necessari. Tra questi, la possibilità di estendere e “dare criteri di strutturalità” alla platea dei lavori gravosi che consentono di accedere alla pensione anticipata.

La misura infatti spetta nel rispetto di determinate condizioni ulteriori rispetto al requisito anagrafico dei 63 anni e, in particolare, è necessario aver maturato almeno 30 anni di contributi e:

  • essere in stato di disoccupazione in seguito a licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, o in disoccupazione per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, purché nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto sia possibile far valere periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi;
  • assistere, al momento della richiesta, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, da almeno sei mesi;
  • avere un’invalidità civile uguale o superiore al 74 per cento con riduzione della capacità lavorativa;
  • esercitare una delle professioni gravose indicate nella tabella C allegata alla Legge 232/2016, con un’anzianità contributiva di 36 anni.

La Legge di Bilancio 2022 ha ammorbidito i requisiti relativi alla disoccupazione, eliminando il vincolo dei tre mesi dalla fine dell’indennità NASpI per poter accedere all’Ape Sociale, ed esteso la platea dei lavori gravosi.

Si attendono però ulteriori correttivi, sui quali sarà la Legge di Bilancio 2023 a dire l’ultima. Resta quindi aperto il cantiere delle pensioni, per introdurre misure di flessibilità a regime.

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