L'entrata in vigore dal 2026 dell'obbligo di collegare il POS al registratore di cassa mette al centro la corretta indicazione del metodo di pagamento. In caso di errori scattano le sanzioni, senza sconti ma con possibilità di correzione
POS collegato alla cassa dal 2026, più attenzione al metodo di pagamento.
L’avvio a decorrere dal 1° gennaio dell’obbligo di collegare il Registratore di cassa e gli strumenti di pagamento elettronici impone di prestare maggiore attenzione alla fase di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi.
Il fulcro della novità è l’avvio di controlli più capillari e su questo fronte diventerà centrale per gli esercenti non sbagliare anche nella scelta del pagamento in contanti o con mezzi tracciabili. In caso di discordanza tra le informazioni comunicate e i dati trasmessi, scatta la sanzione singola di 100 euro, fino a un massimo di 1.000 euro nel trimestre.
Per ricevere via email gli aggiornamenti gratuiti di Informazione Fiscale in materia di ultime novità e agevolazioni fiscali e del lavoro, lettrici e lettori interessati possono iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, un aggiornamento gratuito al giorno via email dal lunedì alla domenica alle 13.00
POS collegato alla cassa dal 2026, metodo di pagamento da attenzionare
Il tema del rischio sanzioni previsto anche in caso di errori nell’indicazione del mezzo di pagamento è stato posto all’attenzione del Ministero dell’Economia e dell’Agenzia delle Entrate nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 16 dicembre 2025.
L’avvio dell’obbligo di collegare POS e Registratore di cassa avrà ripercussioni pratiche dirette: il possibile disallineamento dei dati, dovuto ad esempio a una irregolarità formale (che non incide quindi sull’imposta), può portare all’applicazione automatica di sanzioni.
Un rischio sul quale non vi saranno correttivi.
Sanzione fissa di 100 euro per gli errori formali
La disciplina sanzionatoria relativa allo scontrino elettronico (obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri) prevede che in caso di invio di dati incompleti o non veritieri, per le violazioni che non incidono sulla corretta liquidazione del tributo, si applica una sanzione amministrativa di 100 euro per trasmissione, fino a un massimo di 1.000 euro per il trimestre.
Questo il valore della sanzione dovuta anche da chi invierà corrispettivi indicando per errore un metodo di pagamento diverso rispetto a quello effettivo, sulla base dei dati relativi ai pagamenti elettronici giornalieri.
Metodo di pagamento sbagliato, ammessa la correzione tempestiva
Nella risposta letta in Commissione il 16 dicembre, viene però posta in evidenza la strada già attualmente percorribile in caso di errori.
Nelle ipotesi in cui sia tempestivamente riscontrata la non corretta indicazione del mezzo di pagamento effettivamente utilizzato, in caso ad esempio di un errore dell’operatore, è possibile correggere il flusso dei dati ed evitare quindi il rischio sanzionatorio.
Sarà necessario in tal caso procedere con l’annullamento del documento commerciale contenente l’errore, seguendo la procedura ad hoc prevista per correggere gli eventuali errori commessi all’atto della certificazione del corrispettivo ed emissione del documento commerciale. Questa la via per evitare di incorrere in irregolarità contabili e fiscali e sfuggire alla sanzione fissa.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: POS collegato alla cassa dal 2026, metodo di pagamento da attenzionare