ISCRO: dal calcolo dell’importo a come fare domanda

Tommaso Gavi - Leggi e prassi

Cos'è l'ISCRO, chi ne ha diritto e a quanto ammonta? La guida sull'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa. Dai requisiti al calcolo dell'importo passando, per le istruzioni per presentare domanda all'INPS per la cassa integrazione per gli autonomi

ISCRO: dal calcolo dell'importo a come fare domanda

L’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è un trattamento di integrazione salariale per i lavoratori autonomi inscritti alla Gestione separata dell’INPS.

La misura è stata introdotta in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2021, per il triennio 2021-2023. L’importo viene erogato una sola volta e per sei mensilità.

La domanda per l’ISCRO 2023 deve essere presentata entro il prossimo 31 ottobre, seguendo le istruzioni fornite dall’INPS.

Requisiti, calcolo dell’importo, come presentare domanda e quando si perde l’indennità nella guida all’agevolazione.

ISCRO, cos’è e come funziona la cassa integrazione per gli autonomi

Fino al 31 ottobre prossimo i soggetti iscritti alla Gestione separata dell’INPS possono fare domanda per l’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa.

Si tratta della cassa integrazione per i lavoratori autonomi, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, in via sperimentale per il triennio 2021-2023.

Così come per gli scorsi anni, anche quest’anno si potrà presentare domanda, nel rispetto dei requisiti previsti.

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A stabilire i beneficiari della prestazione, così come le condizioni per l’accesso è l’articolo 1, dal comma 386 al comma 400, della legge n. 178/2020

Le somme possono essere richieste una sola volta nel triennio e presentando domanda all’INPS.

Nel rispetto dei requisiti previsti, l’importo mensile verrà erogato per il periodo di 6 mesi.

ISCRO, requisiti e durata

Innanzitutto occorre precisare chi sono i soggetti beneficiari della prestazione.

A chiarirlo è la circolare numero 94 del 30 giugno 2021, che riepiloga i requisiti per l’accesso previsti dall’articolo 1, comma 388 della Legge di Bilancio 2021.

La misura è rivolta agli iscritti alla Gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo e che rispettano le seguenti condizioni:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza di cui al decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26;
  • avere prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda;
  • avere dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente;
  • essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • essere titolari di partita IVA attiva da almeno quattro anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

La durata dell’indennità ISCRO è di 6 mesi e può essere fruita una sola volta nel triennio 2020-2023, di conseguenza chi ne ha già beneficiato negli anni passati non può riceverla nuovamente.

ISCRO, come si calcola l’importo

L’indennità ISCRO è pari al 25 per cento della metà dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e, come già chiarito, ha una durata di 6 mesi.

Il contributo spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda e “non comporta accredito di contribuzione figurativa.”

Come stabilito dal comma 391 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2021, in linea generale l’importo dell’indennità non può essere superiore ad 800 euro mensili, né inferiore a 250 euro mensili.

Tuttavia:

“I limiti di importo di cui al comma 392 sono annualmente rivalutati sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente”.

Per chiarire ulteriormente il calcolo dell’ISCRO è opportuno partire da un esempio.

Ipotizziamo che la domanda venga presentata nel 2023 e che il reddito dell’anno antecedente alla domanda, il 2022, sia pari a 6.000 euro.

Ipotizziamo inoltre che i redditi del triennio siano quelli riportati nella tabella riassuntiva.

Anno di riferimento Reddito percepito
2020 16.000 euro
2019 14.000 euro
2016 15.000 euro

Per prima cosa occorre calcolare la somma dei redditi percepiti nel triennio precedente alla domanda, nel caso in questione l’importo è di 45.000 euro.

Si dovrà poi calcolare la media dei redditi, dividendo l’importo per 3 (il numero di anni). La media dei redditi è 15.000 euro.

A questo punto bisognerà calcolare la metà di tale importo, ovvero 7.500 euro.

Il reddito di 6.000 euro percepito nell’anno 2022 è inferiore alla metà del reddito medio, il soggetto ha quindi diritto all’indennità ISCRO.

Nello specifico, la metà del reddito 2022 è 3.000 euro e il 25 per cento è pari a 750 euro.

ISCRO 2023, come presentare la domanda INPS

Passiamo ora alle istruzioni da seguire per presentare la domanda. Innanzitutto, come stabilito dall’articolo 1, comma 389 della Legge di Bilancio 2021, la domanda deve essere presentata dal lavoratore all’INPS entro il 31 ottobre di ciascun anno.

Per la domanda relativa al 2023 si deve fare riferimento alle indicazioni fornite dallo stesso istituto con il messaggio numero 1636 dello scorso 5 maggio.

Dal momento che si potrà ricevere l’indennità ISCRO una sola volta nel triennio, chi ha già ottenuto le somme negli anni precedenti non potrà riceverle quest’anno.

Le relative richieste saranno quindi rifiutate da parte dell’INPS, qualora presentate.

Nel caso in cui i soggetti abbiano visto la domanda respinta o la prestazione revocata dall’origine, gli stessi potranno inviare nuovamente la richiesta, per l’anno 2023.

A riguardo l’INPS chiarisce quanto di seguito riportato:

“Si fa presente, infine, che ai fini della verifica dei requisiti reddituali di cui ai paragrafi 2.2.3 e 2.2.4 della citata circolare n. 94 del 2021, in sede di presentazione della domanda per l’anno 2023 l’assicurato deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse (cfr. l’art. 1, comma 389, della legge n. 178/2020), salvo che gli stessi non siano già a disposizione dell’Istituto; in tale ultima ipotesi, ai fini della verifica dei requisiti reddituali, verranno presi in considerazione i dati reddituali di cui dispone l’Istituto, che saranno precaricati nel pannello di domanda.”

Le alternative per presentare la domanda sono diverse.

Si può compilare l’istanza accedendo alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”, scrivendo il titolo nella barra di ricerca presente nel sito dell’INPS.

In alternativa si potrà seguire le istruzioni del seguente percorso:

  • “Sostegni, sussidi ed indennità”;
  • “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità”;
  • selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti”;
  • “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”;
  • dopo l’autenticazione, selezionare la voce “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”.

In ogni caso è necessario accedere all’area riservata del sito INPS, tramite le proprie credenziali:

Infine si potrà provvedere alla presentazione dell’istanza per via telefonica, telefonando:

  • al numero verde 803 164 da rete fissa, in modo gratuito;
  • al numero 06 164164 da rete mobile, a pagamento sulla base della tariffa applicata dal gestore.

ISCRO, i corsi di formazione per le partite IVA

Con il decreto attuativo del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 24 marzo 2022 sono state stabilite le regole e le modalità di definizione dei percorsi di aggiornamento professionale dei lavoratori autonomi che presentano domanda per l’ISCRO.

La presentazione della richiesta dell’indennità, infatti, equivale alla dichiarazione di immediata disponibilità (DID) e verrà trasmessa all’ANPAL. Le informazioni verranno poi condivise con regioni e province autonome, per attuare il piano di reinserimento lavorativo.

Entro 30 giorni dall’invio della domanda si deve contattare il centro per l’impiego per la stipula del patto di servizio.

In alternativa sarà lo stesso centro per l’impiego a convocare il beneficiario entro 90 giorni.

In parallelo all’erogazione dell’indennità sono infatti previsti percorsi di aggiornamento professionale con i seguenti obiettivi:

  • mantenimento e aggiornamento delle conoscenze, abilità e competenze possedute dal beneficiario ai fini dell’adeguamento ai mutamenti della domanda del settore di mercato di riferimento;
  • acquisizione di un livello di conoscenze, abilità e competenze incrementali rispetto a quelle inizialmente possedute, spendibili nel contesto lavorativo di riferimento e in coerenza con il fabbisogno formativo del lavoratore.

L’ANPAL si occupa del monitoraggio delle informazioni relative a conoscenze e competenze acquisite, oltre che dell’inserimento nel fascicolo elettronico del lavoratore.

ISCRO, i controlli sui requisiti reddituali

Così come per le altre prestazioni erogate in favore dei lavoratori, anche sull’ISCRO sono previsti controlli.

In fase di presentazione della domanda, infatti, il soggetto deve provvedere all’autocertificazione dei redditi prodotti per ciascuno degli anni presi in considerazione.

Sulle informazioni stabilite per tali redditi, infatti, viene stabilita l’assegnazione delle somme.

Il rispetto dei requisiti reddituali e la congruenza tra l’autocertificazione e i redditi percepiti dal soggetto sono sottoposti al controllo incrociato dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate.

Le modalità di svolgimento della procedura sono le seguenti:

  • l’INPS invia all’Agenzia delle entrate i dati identificativi del soggetto che ha presentato la domanda, per verificare il rispetto dei requisiti;
  • l’Agenzia delle Entrate, a sua volta, comunica all’INPS l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali.

L’esito positivo della verifica permette l’erogazione.

ISCRO, in quali casi si perde l’agevolazione

A copertura della cassa integrazione per autonomi è stato previsto l’aumento dell’aliquota aggiuntiva dovuta alla Gestione separata destinata al finanziamento dell’onere derivante dalla estensione della tutela relativa alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare e alla malattia.

L’incremento è stato minore per l’anno 2021 e maggiore per i due anni successivi.

Nello specifico:

  • è stato pari a 0,26 punti percentuali nel 2021;
  • è stato pari a 0,51 punti percentuali per ciascuno degli anni 2022 e 2023.

Per continuare a beneficiare dell’agevolazione, dopo la presentazione della domanda, devono essere rispettati per tutto il periodo agevolativo i seguenti requisiti:

  • non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere beneficiari di reddito di cittadinanza.

Inoltre bisogna tenere in considerazione quanto previsto dall’articolo 1, comma 395, della Legge di Bilancio 2021.

Tale comma stabilisce che la cessazione della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’indennità determina l’immediata cessazione.

Le mensilità erogate dopo la data di cessazione dell’attività saranno oggetto di recupero.

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