Reddito di cittadinanza, come funziona il passaggio alle novità? In ritardo il debutto di settembre 2023

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

La fine del reddito di cittadinanza segnerà l'introduzione di nuove misure, come funziona questa fase di transizione? Si va verso l'assegno di inclusione passando per il supporto per formazione e lavoro che dovrebbe essere operativo da settembre 2023, ma per le prime novità già si intravedono ritardi tra scadenze non rispettate e mancate intese per i decreti attuativi

Reddito di cittadinanza, come funziona il passaggio alle novità? In ritardo il debutto di settembre 2023

Con gli SMS inviati dall’INPS sulla sospensione dei pagamenti è cominciato il tramonto del reddito di cittadinanza che sarà definitivamente abolito dal 2024. Con requisiti e importi diversi, sono state già messe nero su bianco con il Decreto Lavoro le nuove misure che, pur coprendo una platea diversa di beneficiarie e beneficiari, sostituiranno lo strumento nato nel 2019 dal Governo targato Lega-Movimento 5 stelle.

Ma come funzionerà il passaggio alle novità? Si va verso l’assegno di inclusione dal 2024 passando per l’introduzione, da settembre, del supporto per la formazione e il lavoro che potranno richiedere i cosiddetti occupabili che non ricevono più la ricarica della carta RdC.

Nel quadro tracciato dal Governo, quindi, coloro che hanno le condizioni per ricevere il reddito di cittadinanza fino alla fine e l’assegno di inclusione non ci saranno periodi di pausa. Mentre chi ha ricevuto la comunicazione di sospensione dei pagamenti potrà richiedere i 350 euro per i percorsi formativi e lavorativi da settembre, restando privo di tutele per un mese.

Tutto, però, dipenderà dai tempi di attuazione delle novità: tra scadenze non rispettate e mancate intese, sembrano già accumularsi dei ritardi.

Come funziona il passaggio dal reddito di cittadinanza alle nuove misure? Le novità di settembre 2023 a rilento

Quello che verrà dopo il reddito di cittadinanza, abolito dalla Legge di Bilancio 2023, è stato previsto dal Decreto Lavoro approvato a inizio maggio.

Come spesso accade, però, l’entrata in vigore delle norme non basta a rendere operative le novità introdotte.

C’è bisogno di definire più nel dettaglio e più nel concreto, anche con il coinvolgimento di tutti gli enti coinvolti, come funzioneranno l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro.

Per avere tutto il quadro completo delle nuove regole di riferimento servono 8 decreti attuativi in totale.

Per la metà dei provvedimenti, il testo del DL n. 48 del 2023 non ha previsto una particolare scadenza. Per l’altra metà il termine da rispettare è stato fissato al 19 giugno o al 2 settembre.

Per le istruzioni che riguardano l’assegno di inclusione, in effetti, c’è ancora tempo, ma ne resta poco per l’operatività del supporto per la formazione e il lavoro che dovrebbe partire dal 1° settembre.

I termini, infatti, sono scaduti da quasi due mesi proprio per i decreti attuativi che riguardano, tra l’altro, anche i percorsi di attivazione al lavoro e alla formazione che garantiranno la possibilità di avere un contributo mensile di 350 euro, anche a più componenti dello stesso nucleo familiare.

Dal reddito di cittadinanza alle nuove misure da settembre 2023: ritardi e ostacoli per i decreti attuativi

Il tempo stringe e il percorso è a ostacoli per la definizione dei testi che dovranno stabilire i criteri per l’attivazione del Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, SIISL, e le modalità di richiesta e di erogazione dei benefici così come del coinvolgimento nei percorsi formativi e di attivazione lavorativa che saranno valide sia per l’assegno di inclusione che per il supporto per la formazione e il lavoro.

Lo scorso lunedì 7 agosto la Conferenza Unificata, chiamata a esprimersi sulle modalità operative, ha esaminato gli schemi di decreti attuativi predisposti ma su entrambi i provvedimenti, in scadenza il 19 giugno scorso, non è stata raggiunta un’intesa.

Sulla piattaforma SIISL è arrivato il voto contrario delle Regioni Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Puglia: anche l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha posto il suo veto per il mancato accoglimento di alcune richieste di modifica sul testo proposto.

Le stesse Regioni hanno dato parere contrario anche sul decreto utile a definire la macchina organizzativa relativa all’assegno di inclusione e allo strumento per il lavoro e la formazione.

In altre parole il lavoro per stabilire il pacchetto di istruzioni e regole su come funziona il passaggio dal Reddito di cittadinanza alle nuove misure non è concluso e, ad oggi, 10 agosto i testi pronti sono solo degli schemi.

Al debutto della prima novità mancano circa 20 giorni del mese più lento dell’anno, agosto.

“La tecnostruttura sta lavorando strenuamente da mesi, di concerto con il Ministero del Lavoro, per la messa a punto della piattaforma SIISL a partire dal 1° settembre 2023 e consentire di dare attuazione alla nuova misura Supporto per Formazione e il Lavoro. Il nostro impegno ovviamente proseguirà per tutto il mese di agosto e per i mesi successivi al fine di consentire al cittadino occupabile di essere inserito nel mondo del lavoro, attraverso l’inserimento in appositi programmi di formazione e lavoro (tra cui anche corsi di orientamento, corsi di formazione specifica o progetti utili per la collettività)”.

Scriveva la commissaria straordinaria Micaela Gelera la scorsa settimana nel comunicato stampa diffuso per scusarsi velatamente sulla forma degli SMS inviati ai percettori del reddito di cittadinanza.

Ma senza il decreto attuativo è difficile immaginare una partenza.

Come evidenzia il quotidiano il Sole 24 Ore del 10 agosto, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali valuta di procedere spedita verso l’approvazione considerando le condizioni di urgenza: in ogni caso, per il debutto il 1° settembre e per bruciare il ritardo accumulato si prospetta una corsa contro il tempo.

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