Cos'è l'ISCRO e a chi spetta? La guida sull'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa: requisiti, importo passando e istruzioni per fare domanda
L’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è il trattamento di integrazione salariale per i lavoratori autonomi inscritti alla Gestione separata dell’INPS.
La misura è stata introdotta in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2021 per poi essere resa strutturale dal 2024. Per potervi accedere le partite IVA devono prendere in considerazione le somme e i limiti indicati annualmente dall’INPS.
La domanda per l’ISCRO può essere presentata entro il 31 ottobre di ogni anno, seguendo le istruzioni fornite dall’Istituto.
Nella guida all’agevolazione i requisiti, il calcolo dell’importo e le istruzioni per presentare la domanda.
ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa
ISCRO, cos’è e come funziona la cassa integrazione per gli autonomi
L’ISCRO, l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, è un’agevolazione che spetta alle partite IVA nel rispetto di determinati requisiti.
Si tratta della cosiddetta “cassa integrazione per i lavoratori autonomi”, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 in via sperimentale per il triennio 2021-2023 e resa strutturale a partire dal 2024.
Lavoratori e lavoratrici autonome iscritte alla Gestione separata dell’INPS possono presentare la domanda entro la scadenza del 31 ottobre di ogni anno, secondo i criteri e i requisiti che vengono individuati di anno in anno dall’INPS nell’apposita circolare operativa.
Requisiti e durata
Prima di analizzare in dettaglio la prestazione è bene precisare chi sono i possibili beneficiari dell’ISCRO.
Il comma 144 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2024 stabilisce i requisiti da rispettare per beneficiare dell’agevolazione. La misura è rivolta agli iscritti alla Gestione separata che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo e che rispettano le seguenti condizioni:
- non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- non essere beneficiari di Assegno di inclusione di cui al decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85;
- aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda;
- aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12.648 euro;
- essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
- essere titolari di partita IVA attiva da almeno tre anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.
Tali requisiti devono essere mantenuti per l’intera durata di percezione dell’ISCRO.
La durata dell’indennità ISCRO è di 6 mesi e dopo la prima fruizione non può essere richiesta bel biennio successivo. Ad esempio chi l’ha ottenuta nel 2025 non potrà richiederla nel 2026 o nel 2027. Stessa cosa anche se di decade dalla prestazione. Può invece fare domanda chi l’ha già presentata ma l’istanza è stata respinta oppure la prestazione è stata revocata dall’origine.
La somma ricevuta non comporta accredito di contribuzione figurativa e concorre alla formazione del reddito ai sensi del TUIR.
Come si calcola l’importo
Per l’accesso alla cassa integrazione per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata dell’INPS si deve prendere come riferimento il reddito dichiarato nell’anno che precede la presentazione della domanda, che non può superare il valore individuato dalla Legge di bilancio 2024 e rivalutato ogni anno in base all’inflazione.
Tale valore è annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente. Per l’anno in corso la soglia è quella di 12.648 euro.
L’importo mensile dell’ISRCO è pari al 25 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati “nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda” e anch’esso viene rivalutato annualmente. Per quanto riguarda il 2025 la somma erogata non può essere inferiore a 252 euro e superiore a 806,40 euro.
I valori di riferimento per quest’anno sono stati indicati nella circolare INPS n. 25/2025.
Come fare domanda all’INPS
L’ISCRO spetta a partire dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda.
L’istanza deve essere presentata dal lavoratore all’INPS, in via telematica, entro la scadenza del 31 ottobre di ciascun anno di fruizione.
Nella domanda devono essere autocertificati i redditi prodotti per gli anni di interesse.
Come indicato nel messaggio INPS n. 1858/2025, gli interessati possono utilizzare i consueti canali messi a disposizione sul portale web dell’Istituto previo accesso con credenziali SPID, CIE o CNS.
È sufficiente accedere alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”, raggiungibile digitando il titolo della sezione nel motore di ricerca o seguendo il percorso:
“Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità” > selezionare la voce “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”; dopo l’autenticazione, è necessario selezionare la voce “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”
In alternativa è possibile fare domanda tramite il contact center dell’Istituto, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuito) o al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
I corsi di formazione per le partite IVA
La fruizione dell’ISCRO è legata alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale.
L’impianto di regole, in prima battuta, condizionava l’erogazione dell’indennità alla partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale. Ma con le modifiche arrivate con il DL n. 60 del 2024, l’obbligo formativo iniziale è diventato un aspetto accessorio.
Dalla vecchia alla nuova formulazione, però, è rimasta la necessità di fissare i contorni dei percorsi formativi con un decreto attuativo che non è mai arrivato.
Per individuare i criteri e le modalità di definizione dei percorsi si aggiornamento professionale, infatti, si attende infatti ancora l’apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Doveva essere adottato entro il 1° marzo 2024.
Sempre con il DL n. 60 del 2024, poi, è stato esteso il raggio di azione della piattaforma SIISL anche all’ISCRO.
Il Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e Lavorativa nasce come strumento per favorire la domanda e l’offerta di lavoro, anche tramite percorsi formativi e si inserisce negli strumenti di politica attiva di cui devono servirsi le persone che beneficiano di misure di sostegno o di indennità di disoccupazione.
Anche le partite IVA beneficiarie dell’ISCRO dovrebbero utilizzare il sistema per potenziare le loro competenze e, infatti, chi presenta domanda all’INPS concede anche l’autorizzazione a inserire i propri dati di contatto nell’ambito del sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa con l’obiettivo ultimo di arrivare alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale sulla piattaforma.
L’ingresso di lavoratori e lavoratrici autonomi in difficoltà nella piattaforma SIISL era previsto per febbraio 2025 ma tra le specifiche categorie di persone a cui il sistema si rivolge, le partite IVA beneficiarie dell’ISCRO ancora non ci sono e ancora non sono arrivate particolari istruzioni dall’INPS, come invece è accaduto per chi percepisce la disoccupazione tramite NASPI o DISCOLL.
I controlli sui requisiti reddituali
Così come per le altre prestazioni erogate in favore dei lavoratori, anche sull’ISCRO sono previsti controlli.
In fase di presentazione della domanda, infatti, il soggetto deve provvedere all’autocertificazione dei redditi prodotti per ciascuno degli anni presi in considerazione.
Sulle informazioni stabilite per tali redditi, infatti, viene stabilita l’assegnazione delle somme.
Il rispetto dei requisiti reddituali e la congruenza tra l’autocertificazione e i redditi percepiti dal soggetto sono sottoposti al controllo incrociato dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate.
Le modalità di svolgimento della procedura sono le seguenti:
- l’INPS invia all’Agenzia delle entrate i dati identificativi del soggetto che ha presentato la domanda, per verificare il rispetto dei requisiti;
- l’Agenzia delle Entrate, a sua volta, comunica all’INPS l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali.
L’esito positivo della verifica permette l’erogazione.
In quali casi si perde l’agevolazione
Per beneficiare dell’agevolazione, dopo la presentazione della domanda, devono essere rispettati per tutto il periodo agevolato i seguenti requisiti:
- non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
- non essere beneficiari di assegno di inclusione.
La cessazione della partita IVA nel corso dell’erogazione dell’indennità porta all’immediata cessazione dell’attività, con il recupero delle mensilità erogate dopo la data di cessazione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: ISCRO: dal calcolo dell’importo a come fare domanda