Cessione del credito alle partite IVA solo dal 1° maggio: lo sblocco del DL Aiuti è limitato

Cessione del credito delle banche alle partite IVA solo per le comunicazioni inviate all'Agenzia delle Entrate dal 1° maggio 2022. Lo sblocco previsto dalla legge di conversione del Decreto Aiuti è limitato, e non si applica ai crediti passati.

Cessione del credito alle partite IVA solo dal 1° maggio: lo sblocco del DL Aiuti è limitato

Cessione del credito alle partite IVA solo per le comunicazioni inviate all’Agenzia delle Entrate dal 1° maggio 2022.

Le novità previste dalla legge di conversione del Decreto Aiuti hanno una portata limitata, e non si applicheranno retroattivamente a tutte le somme rimaste ancora ancorate nel Cassetto Fiscale.

Lo sblocco del meccanismo della cessione del credito appare quindi limitato e parziale, e difficilmente sarà sufficiente per risolvere le problematiche sorte dopo le diverse misure introdotte per il contrasto alle frodi in materia edilizia.

Cessione del credito alle partite IVA solo dal 1° maggio: lo sblocco del DL Aiuti è limitato

La legge n. 91/2022 di conversione del Decreto Aiuti ha introdotto un nuovo tassello nel puzzle delle modifiche al meccanismo della cessione del credito in materia di superbonus.

L’articolo 14, modificando quanto previsto dall’articolo 121 del decreto Rilancio, dispone che le banche avranno sempre la possibilità di effettuare la cessione dei crediti acquisiti in favore di soggetti diversi da consumatori e utenti.

Cessione quindi sempre libera verso i titolari di partita IVA, a patto che abbiano stipulato con la banca stessa, o con la banca capogruppo, un contratto di conto corrente. Le somme acquisite dai titolari di partita IVA non saranno ulteriormente cedibili.

Sui termini di applicazione della norma, voluta per sbloccare il meccanismo rimasto incagliato a causa delle misure antifrode, il nuovo comma 1-bis dell’articolo 121 prevede che:

“Le disposizioni di cui al comma 1, lettera b), numeri 1) e 2), si applicano anche alle cessioni o agli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, fermo restando il limite massimo delle cessioni di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.”

Una retroattività che è tuttavia limitata dal successivo articolo 57 della legge di conversione del Decreto Aiuti, che fissa come data di partenza quella del 1° maggio 2022.

Per la cessione del credito la soluzione è parziale: bloccati i crediti precedenti al 1° maggio

È il comma 3 dell’articolo 57 a precisare che le nuove regole in materia di cessione del credito si applicheranno alle comunicazioni di prima cessione o sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate dal 1° maggio 2022.

Nessuna soluzione pratica invece per i crediti più vecchi, rimasti bloccati nel Cassetto Fiscale dopo il progressivo stop al meccanismo che ha accompagnato l’avvio del superbonus.

Le novità introdotte con la conversione in legge del Decreto Aiuti avranno un impatto limitato per le imprese e i consumatori, e agiranno sul futuro più che sulle somme maturate in relazione a lavori già svolti negli scorsi mesi.

Resta ancora da risolvere quindi la problematica che, stando ai dati della CNA, rischia di portare al fallimento 33.000 imprese artigiane e alla perdita di 150.000 posti di lavoro.

La cessione verso le partite IVA sembra avvantaggiare più che altro le banche, che potranno contare su una platea più ampia di soggetti verso i quali trasferire le somme acquisite, recuperando quindi capienza fiscale e potendo acquistare nuovi crediti da parte di consumatori e imprese.

Una novità che dovrebbe di conseguenza rendere più semplice la “circolazione” dei crediti, ma che guarda evidentemente al futuro.

Manca ancora una soluzione a regime per il passato e per la mole importante di crediti “in stallo”.

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