Catasto, cosa cambia con la riforma fiscale: le novità, dalle rendite al bonus contro l’evasione

Catasto, revisione confermata: la riforma fiscale disegna i contorni delle novità che verranno definite in un arco temporale di 5 anni. Dalle nuove rendite agli incentivi per il contrasto all'evasione, ecco cosa cambia.

Catasto, cosa cambia con la riforma fiscale: le novità, dalle rendite al bonus contro l'evasione

Catasto, cosa cambia con la riforma fiscale: dopo l’approvazione del testo della legge delega nel corso del Consiglio dei Ministri del 5 ottobre 2021, facciamo il punto delle novità.

La riforma del catasto non porterà ad un aumento delle tasse sulla casa: è questo uno degli aspetti centrali del progetto di revisione disegnato dal Governo, e sul quale ha puntato l’attenzione il Premier Draghi.

La legge delega sulla riforma fiscale punta a dare il via a quella che è stata definita un’operazione trasparenza, che porterà alla previsione di nuove rendite catastali, non applicabili ai fini fiscali, entro il 2026.

Si prevede inoltre l’individuazione di un nuovo sistema di rilevazione catastale, ai fini del corretto classamento di immobili, terreni e immobili abusivi, per i quali viene tra l’altro previsto un incentivo in favore dei sindaci.

Catasto, cosa cambia con la riforma fiscale: le novità sulle rendite catastali. Nuovi valori senza aumento delle tasse

È l’articolo 7 del testo in bozza della delega fiscale a delineare i contorni delle novità relative alle riforma del catasto.

La legge delega sulla riforma fiscale si limita a stabilire i principi che dovranno guidare la messa a punto dei decreti legislativi da parte del Governo e, per quanto concerne le rendite catastali, vengono fissati chiari paletti.

Il più rilevante è indubbiamente quello che dispone l’inapplicabilità delle nuove rendite a fini fiscali, una clausola che confermerebbe la volontà dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi di non aumentare le tasse sul mattone.

Cosa cambia quindi? L’operazione, da adottare entro 5 anni e che si applicherà dal 1° gennaio 2026, porterà ad un’“integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale”, recita la legge delega, secondo i seguenti criteri:

  • a ciascun immobile verrà attribuita, accanto alla rendita determinata secondo la normativa vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata parametrata ai valori di mercato;
  • i valori patrimoniali saranno adeguati periodicamente, così come le rendite delle unità immobiliari urbane, seguendo le modifiche delle condizioni di mercato di riferimento;
  • specifiche agevolazioni saranno previste per le unità immobiliari di interesse storico o artistico, per le quali la legge delega prevede specifiche riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario, alla luce dei costi di manutenzione e conservazione più elevati e dei vincoli previsti in materia di utilizzo, restauro e destinazione d’uso.

L’ultimo appunto previsto dalla legge delega blinda le attuali regole fiscali: le nuove rendite non verranno utilizzate ai fini del calcolo di imposte e tasse basate per l’appunto su risultanze catastali.

Una specifica che, se da un lato salva dal rischio di un aumento delle tasse sulla casa, IMU in testa, dall’altro creerà non poco malcontento in quei contribuenti che, al contrario, con i nuovi valori adeguati all’andamento del mercato immobiliare si troverebbero a pagare di meno.

Quello previsto dalla riforma del catasto è un terreno che si presenta spinoso, anche considerando i tempi lunghi fissati dalla legge delega.

Catasto, operazione trasparenza: nella riforma fiscale nuovi strumenti per la corretta classificazione di immobili e terreni. Lotta alle case fantasma

Non solo revisione dei valori catastali, ma anche modernizzazione degli strumenti di controllo.

Il testo della legge delega sulla riforma fiscale prevede una modifica alla disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale di terreni e fabbricati.

I decreti legislativi del Governo dovranno essere predisposti secondo i seguenti criteri:

  • mettere a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle Entrate strumenti che facilitino l’individuazione e, quando necessario, il corretto classamento di:
    • immobili non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, così come la destinazione d’uso o che sono stati accatastai in una categoria errata;
    • terreni edificabili accatastati come agricoli;
    • immobili abusivi.

È questo il fulcro dell’operazione trasparenza evocata dal Premier Draghi, con la quale si punta a censire in maniera esatta tutti gli immobili ed i terreni presenti sul territorio nazionale.

Una lotta alle case fantasma e evidentemente all’evasione in materia di imposte sul patrimonio immobiliare, per la quale i decreti delegati dovranno prevedere tra l’altro incentivi in favore dei comuni come stimolo alle attività di accertamento.

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