Rivalutazione pensioni: che significa 4 volte il minimo INPS e quanto vale?

Francesco Rodorigo - Pensioni

Nel 2026 la rivalutazione piena spetta ai pensionati con assegni fino a 4 volte il minimo INPS. Cosa significa e di quale importo si parla?

Rivalutazione pensioni: che significa 4 volte il minimo INPS e quanto vale?

Come ogni anno si avvicina l’atteso momento della rivalutazione delle pensioni, con l’adeguamento degli importi all’inflazione.

Per il 2026 la rivalutazione sarà dell’1,4 per cento, come stabilito dall’apposito decreto del Ministero dell’Economia.

La rivalutazione, però, non è piena per tutti. Il valore, infatti, si riduce con il crescere dell’assegno. Solo i pensionati e le pensionate con assegni fino a 4 volte il minimo INPS potranno beneficiare dell’aumento pieno previsto.

Cosa significa e a chi spetta l’aumento pieno della rivalutazione delle pensioni nel 2025?

Rivalutazione pensioni: che significa 4 volte il minimo INPS e quanto vale?

Anche in vista del 2026, così come accade ogni anno, l’importo della pensione sarà rivalutato in adeguamento all’inflazione. Si tratta della cosiddetta perequazione automatica degli assegni, la rivalutazione prevista per legge ed effettuata sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo.

Tale variazione, come indicato nel decreto MEF pubblicato il 28 novembre, è risultata per il 2026 pari a +1,4 per cento tra il periodo gennaio-dicembre 2024 e gennaio-dicembre 2025. L’ultima, quella del 2025, è stata dello 0,8 per cento.

Prima di approfondire la questione legata al valore dell’assegno fino a 4 volte il minimo INPS è utile soffermarsi su come funziona il meccanismo di rivalutazione automatica degli assegni.

Dopo i discussi tagli del 2023 e del 2024, dal 2025 l’indicizzazione delle pensioni per l’adeguamento all’inflazione è tornata ad essere effettuata secondo lo schema in vigore in precedenza, cioè il modello organizzato su tre fasce di reddito, per cui la rivalutazione è del:

  • 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90 per cento per quelli tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.

La rivalutazione, dunque, sarà piena, quindi per l’intera quota dell’1,4 per cento, per i pensionati e le pensionate che percepiscono un assegno fino a 4 volte il trattamento minimo INPS.

Le pensioni di importo superiore avranno invece un incremento progressivamente ridotto secondo lo schema seguente dove alle percentuali fissate per legge si applica il valore individuato dal Ministero.

Fasce trattamenti complessiviPercentuale indice perequazione da attribuireAumento del
Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) 100 1,4 per cento
Tra 4 e 5 volte il TM 90 1,26 per cento
Oltre 6 volte il TM 75 1,05 per cento

Quanto vale allora il trattamento minimo INPS? E fino a che cifra si riceve un assegno inferiore a 4 volte il minimo?

Nel 2025, per effetto della rivalutazione straordinaria del 2,2 per cento prevista dalla Legge di Bilancio, il minimo INPS è stato pari a 616,67 euro. Il valore da considerare è però quello al netto delle operazioni straordinarie di rivalutazione: 603,40 euro mensili.

Quando si parla di pensioni fino a 4 volte il minimo INPS si fa quindi riferimento a tale valore moltiplicato per quattro e cioè agli assegni fino a 2.413,60 euro.

Pertanto, a poter beneficiare della rivalutazione piena, quindi dell’1,4 per cento, sono tutti i pensionati e le pensionate che ricevono un assegno non superiore ai 2.413,60 euro mensili.

Secondo le regole specificate in precedenza, l’assegno di chi riceve tra 4 e 5 volte il minimo (quindi tra 2.413,61 e 3.017 euro) sarà rivalutato dell’1,26 per cento, mentre quello di chi riceve più di 3.017 euro mensili salirà dell’1,05 per cento.

Di seguito una simulazione dell’aumento sulla base di una rivalutazione dell’1,4 per cento.

Con la rivalutazione 2026 il nuovo valore del trattamento minimo, senza alcuna rivalutazione straordinaria, sarà pari a 611,85 euro mensili.

Rivalutazione pensioni 2026: cosa cambia per le minime

Da un paio d’anni a questa parte chi prende la pensione minima ha modo di beneficiare di una rivalutazione straordinaria, aggiuntiva rispetto a quella ordinaria appena descritta. Nel 2024 è stata pari al 2,7 per cento, mentre per il 2025, come detto, è stata pari al 2,2 per cento.

Anche per il prossimo anno pensionati e pensionate potranno aspettarsi una rivalutazione extra, sebbene più modesta. Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025, per il 2026 la rivalutazione straordinaria sarà dell’1,3 per cento.

Questo si traduce in un aumento complessivo del 2,7 per cento (1,4 + 1,3) che farà passare l’assegno minimo da 603,40 a 619,69 euro mensili.

Un incremento che però, se rapportato ai valori del 2025, porterà nelle tasche degli interessati appena 3 euro in più al mese. Questo perché il trattamento minimo mensile del 2025 (per effetto della precedente rivalutazione straordinaria) è pari a 616,57 euro mensili.

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