Scadenza per il versamento delle imposte sui redditi: l’annuncio della proroga tra forma e sostanza

Rosy D’Elia - Dichiarazione dei redditi

Proroga della scadenza al 20 luglio per il versamento delle imposte sui redditi, di IRAP e IVA da pagare in via ordinaria entro il 30 giugno al centro delle criticità. La decisione è frutto di un ascolto ma anche di un compromesso che non riesce a mettere tutti d'accordo. Le criticità delle decisioni approvate tra forma e sostanza

Scadenza per il versamento delle imposte sui redditi: l'annuncio della proroga tra forma e sostanza

La proroga della scadenza per il versamento delle imposte sui redditi, IRAP e IVA dal 30 giugno al 20 luglio per i soggetti ISA è stata annunciata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato stampa del 14 giugno 2023. Entro il 31 luglio resta possibile procedere con una maggiorazione dello 0,40 per cento.

Ma tra questioni di forma e di sostanza lo slittamento dei termini, chiesto dagli addetti ai lavori per il ritardo delle istruzioni per l’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale, ha acceso le polemiche.

La richiesta di rivedere il calendario fiscale non è rimasta inascoltata. Ma la decisione, pur essendo frutto di una interlocuzione, non porta alcun beneficio e suona come una beffa per le associazioni sindacali dei commercialisti (ADC, AIDC, ANC, ANDOC, FIDDOC, SIC, UNAGRACO, UNICO, UNGDCEC) che, con il comunicato stampa congiunto diffuso il 15 giugno, hanno espresso il loro rammarico.

Non è dello stesso avviso, però, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Elbano De Nuccio che durante l’evento “Le riforme economiche del futuro. Governo e professioni a confronto” che si è svolto a Roma presso il Palazzo dei Gruppi Parlamentari il 21 giugno ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto.

Proroga della scadenza per il versamento delle imposte sui redditi, ma il compromesso non convince gli addetti ai lavori

La decisione di concedere più tempo ai soggetti ISA per il versamento delle imposte sui redditi, di IRAP e IVA in scadenza il 30 giugno 2023 è, senza dubbio, la conseguenza di un dialogo tra Governo e addetti ai lavori.

E, rispetto agli anni scorsi, ha il vantaggio di arrivare in anticipo, almeno per quanto riguarda l’annuncio ufficiale.

Ai passi avanti fatti dal punto di vista formale, però, per le associazioni sindacali dei commercialisti non corrispondono dei passi avanti dal punto di vista sostanziale. Anzi.

“Una misura del genere, rivela tutta la sua inutilità di fronte ad un intasamento generale di scadenze e adempimenti che rendono impossibile la vita di noi commercialisti. Stabilire la proroga al 20 luglio, senza prevedere il conseguente scivolamento di trenta giorni della scadenza con maggiorazione non porta alcun beneficio operativo ai colleghi, i quali, vivono questo provvedimento come una beffa”.

Questa la posizione delle sigle che hanno diffuso il comunicato stampa del 15 giugno. Se da un lato c’è l’ascolto, dall’altro c’è una risposta che è troppo debole per essere rilevante.

Non è dello stesso avviso il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Elbano De Nuccio che, durante l’evento che si è tenuto a Roma il 21 giugno e ha visto la partecipazione anche del Viceministro Maurizio Leo, ha sottolineato l’importanza e il successo del dialogo stabilito:

“È stato fatto il massimo per una proroga compatibile con le esigenze di Bilancio. Non si possono fare i matrimoni con i fichi secchi. Ci ricordiamo quando arrivarono le proroghe gli scorsi anni? Le lamentele non servono a niente. Noi siamo per la polemica del fare, quella del dire la lasciamo ad altri”.

 
Ha detto pubblicamente.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’adozione di un provvedimento per rivedere il calendario che professionisti e imprese, che esercitano attività per le quali sono approvati gli ISA, devono rispettare per il pagamento delle somme che derivano dalle dichiarazioni dei redditi, IRAP e IVA, in scadenza al 30 giugno 2023:

  • è possibile procedere entro il 20 luglio senza alcuna maggiorazione;
  • entro il 31 luglio 2023, applicando una maggiorazione dello 0,40 per cento.

Si tratta di una mini proroga che non arriva a toccare il calendario di agosto su cui pesa la sospensione feriale: la scelta si pone nel mezzo cercando di bilanciare tra la necessità di non incidere sulle casse dello Stato e di dare ascolto alle istanze proposte.

Ma la soluzione non convince tutti allo stesso modo, e fa sorgere dubbi dal punto di vista normativo:

“Il termine del 31 luglio non solo non è adeguato, ma non è neanche aderente alle vigenti norme. Il DPR 435/2001 art 17 comma 2 prevede, infatti, che i versamenti maggiorati dello 0,40 possono essere effettuati entro il trentesimo giorno successivo ai termini stabiliti al comma 1 (versamenti imposta sui redditi e IRAP). Un’eventuale deroga al termine fissato al comma 2 risulterebbe quanto mai ingiusta e mortificante, soprattutto in considerazione dell’esiguità del periodo concesso (dieci giorni) rispetto alla maggiorazione prevista”.

Hanno sottolineato le associazioni.

Proroga della scadenza per il pagamento delle imposte sui redditi tra forma e sostanza

In realtà proprio nella giornata del 15 giugno la proroga del versamento delle imposte sui redditi, di IRAP e IVA in scadenza il 30 giugno ha preso forma in uno degli emendamenti inseriti nel testo del DL n. 51 del 2023 che dovrà essere convertito in legge entro il 9 luglio.

E il testo prevede la possibilità di effettuare i pagamenti maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo proprio in deroga a quanto disposto dall’articolo 17, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435, citato dai commercialisti.

Ed è in punti come questi che, in verità, la forma incontra la sostanza. Sempre più negli ultimi mesi il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha utilizzato la formula del comunicato legge per annunciare la decisione di una proroga per alcune scadenze imminenti.

Si tratta di annunci ufficiali, a cui tener fede, ma pur sempre di annunci e non di provvedimenti. Nel caso della scadenza della rottamazione quater, ad esempio, il termine del 30 aprile è stato spostato al 30 giugno solo con il DL n. 51 pubblicato il 10 maggio in Gazzetta Ufficiale, la proroga annunciata il 21 aprile si è trasformata in una riapertura dei termini.

Dettagli? Forse sì, ma in ogni caso rilevanti. Vedere nero su bianco il testo che determina una proroga non è solo utile a sancirne l’ufficialità ma è anche necessario per conoscere appieno il perimetro di applicazione delle novità. Non c’è dubbio: in questi casi è difficile stabilire un confine tra forma e sostanza.

Fonte della foto in evidenza: Pagina FB Ministero dell’Economia e delle Finanze

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