Tra le direzioni da seguire per contrastare l'evasione per il vicepremier Tajani c'è anche quella di “far emergere tutto”: in questa ottica si inserisce la nuova tassa sull'oro in arrivo con la Manovra 2026
Anche le sanatorie fiscali, che possono assumere diverse forme, rientrano nella costruzione di un sistema tributario “giusto, equo e trasparente” a cui lavora il Governo. Ed è in questo quadro che si inserisce la proposta della nuova tassa sull’oro in arrivo con la Manovra 2026.
A sottolinearlo il vicepremier Antonio Tajani durante l’evento I sistemi informativi del fisco per il contrasto all’evasione fiscale che si è tenuto oggi, 25 novembre, alla Camera dei Deputati.
Tassa sull’oro nella Manovra 2026? Tajani: contrasta l’evasione
Collegato da Riad con Montecitorio, ha fatto leva sui temi all’ordine del giorno per tornare sui lavori in corso con la Legge di Bilancio 2026:
“Abbiamo interesse a far emergere tutto e quando proponiamo di far emergere anche l’oro che non è stato denunciato, abbassando la tassazione per la denuncia vogliamo che ci sia sempre più legalità avvantaggiando anche cittadini, banche, chi ha fatto degli acquisti in passato non registrati.”
La proposta ha preso forma in un emendamento alla Manovra: tra oltre 5.700 modifiche richieste da maggioranza e opposizione, questa nuova tassa sull’oro è tra le novità che hanno maggiore opportunità di trovare spazio nel testo che arriverà in Aula per l’approvazione.
E la motivazione la riassume Tajani: “permette di far avere più soldi nelle casse dello Stato, ma anche trasformare tutto ciò in proprietà legittime”.
Come funziona la tassa sull’oro tra le possibili novità della Manovra 2026?
Questa pace fiscale sul metallo prezioso ha una doppia chance:
- far entrare nelle casse dello Stato risorse per circa due miliardi di euro, un’opportunità non da poco per una Manovra piccola piccola;
- dare a cittadini e cittadine la possibilità di pagare una tassazione più bassa in caso di monete e lingotti senza documentazione.
Attualmente, infatti, le plusvalenze derivanti dalla cessione dell’oro da investimento vengono tassate con una una imposta del 26 per cento sulla differenza tra il prezzo di vendita e il costo di acquisto.
Nel caso in cui l’oro non sia adeguatamente documentato, si applica la tassazione piena sull’intero valore ceduto, anziché sulla sola plusvalenza effettivamente realizzata.
Per far emergere l’oro da investimento si ipotizza una tassazione ridotta, almeno alla metà, che dovrebbe invogliare chi possiede monete e lingotti a regolarizzare la sua posizione.
Sia da Forza Italia, partito di Tajani, che dalla Lega è arrivata la proposta di una sanatoria di questo tipo: nel primo caso si prevede un’aliquota pari al 13 per cento, nel secondo pari al 12,5 per cento.
Al netto dei centesimi di differenza, l’occasione è preziosa anche perché ha anche il merito di mettere d’accordo i due partiti di maggioranza spesso divisi sui temi fiscali. Ma sull’oro così come su una serie di altri punti caldi si continua a lavorare, non solo in Parlamento, e in settimana si attende una nuova riunione a Palazzo Chigi per chiudere i lavori sulla Manovra 2026.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tajani: anche con la tassa sull’oro si contrasta l’evasione