Superbonus, quando i crediti sono considerati pagabili?

Tommaso Gavi - Imposte

I criteri sulla classificazione dei crediti del superbonus, in pagabili e non pagabili, sono stati forniti dalla sottosegretaria al MEF Albano, presso la Commissione Finanze della Camera. Ad incidere sono: la cedibilità, la differibilità ad anni successivi e la possibilità di compensazione con altre imposte

Superbonus, quando i crediti sono considerati pagabili?

Sono attualmente in corso delle interlocuzioni tra Istat, Ragioneria dello Stato ed Eurostat per la classificazione dei crediti d’imposta derivanti da interventi che rientrano nel superbonus.

Lo rende noto la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è tenuta ieri, 18 gennaio 2023, presso la Commissione Finanze della Camera.

La nuova sezione sui crediti fiscali del manuale sul deficit e sul debito fornisce indicazioni per distinguere quelli considerati pagabili da quelli classificati come non pagabili.

Eventuali ulteriori interventi per sbloccare i crediti incagliati saranno valutati una volta acquisito il parere delle autorità statistiche sulla natura del credito. Non sono quindi previste, nel breve periodo, azioni dell’Esecutivo.

Superbonus, quando i crediti sono considerati pagabili?

Il tema dei crediti fiscali del superbonus continua ad essere caldo. Dopo le proposte dei commercialisti nel corso dell’Audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato del 17 gennaio 2023, sono arrivati i chiarimenti sulla contabilità delle somme.

In risposta al quesito posto nel corso delle interrogazioni a risposta immediata, che si sono svolte presso la Commissione Finanze della Camera il 18 gennaio 2023, la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Lucia Albano ha chiarito quanto di seguito riportato:

“Si rappresenta che sono attualmente in corso delle interlocuzioni tra Istat, Ragioneria dello Stato ed Eurostat il tema è quello dei crediti. L’attenzione è posta in particolare sulla contabilizzazione dei bonus edilizi che attualmente sono classificati come “crediti non pagabili” e quindi portati a riduzione delle entrate. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori incontri, è in corso un’interlocuzione.”

Sulla base della pronuncia dell’Eurostat del 10 giugno 2021, sul tema del trattamento contabile del superbonus, provvisoriamente i crediti sono consideranti non pagabili ma si attendono ulteriori approfondimenti in merito alla cedibilità.

Sul trattamento contabile di tali crediti ha discusso anche il gruppo di lavoro excessive deficit procedure, che ha approvato una nuova sezione sui crediti fiscali nel manuale sul deficit e sul debito.

Come chiarito dalla sottosegretaria Albano:

“La nuova sezione fornisce indicazioni più chiare per distinguere i crediti pagabili e non pagabili.”

Sono considerati pagabili quelli “di cui si può prevedere con ragionevole certezza che saranno integralmente fruiti dal beneficiario, indipendentemente dalla dimensione del debito fiscale di quest’ultimo al momento della maturazione degli stessi.”

Sono quindi tre i criteri da considerare:

  • la cedibilità;
  • la differibilità ad anni successivi;
  • la possibilità di compensare i crediti con imposte o contributi sociali di altro tipo.

Tali caratteristiche aumentano le probabilità di utilizzo e permettono al credito di essere classificato come “pagabile”

Superbonus, i nuovi interventi per lo sblocco della cessione del credito

Non sono arrivate novità, invece, sui successivi interventi per lo sblocco della cessione del credito, una situazione che mette a rischio contribuenti imprese e banche.

La questione dei crediti d’imposta incagliati è nota da tempo, un rendiconto sulle somme era stato fornito nello scorso mese di dicembre dallo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Sul tema l’Esecutivo a guida Meloni è intervenuto con il Decreto Aiuti quater, successivamente convertito con modifiche al termine dell’iter parlamentare.

Tra le novità della Legge di Conversione, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 17 gennaio 2023, ci sono l’inserimento di una quinta cessione possibile in ambiente controllato e la possibilità per le aziende di richiedere prestiti ponte. Quest’ultima misura ha bisogno di ulteriori passaggi prima dell’operatività.

Le azioni messe in campo, tuttavia, non bastano a sbrogliare la matassa. All’orizzonte però non sono ancora stati individuati ulteriori interventi:

“Una volta acquisito il parere delle autorità statistiche sulla natura del credito, che ancora non c’è, e sulle conseguenti modalità di registrazione saranno valutati gli eventuali interventi normativi da adottare alla luce del quadro di finanza pubblica.”

Ha spiegato la sottosegretaria Albano.

In merito alla possibilità di prevedere norme con un diverso perimetro della responsabilità solidale, la stessa Lucia Albano ha messo in evidenza che:

“anche tali interventi volti a rimuovere gli ostacoli alla circolazione dei bonus edilizi sono suscettibili di determinati impatti di finanza pubblica. La precisa delimitazione del perimetro soggettivo di applicazione delle deroghe attualmente consentite alla previsione del divieto di cessioni successive alla prima è un elemento essenziale al fine di contrastare gli illeciti e di tutelare la certezza del credito.”

Nella parte finale della risposta la sottosegretaria ha riepilogato le disposizioni relative alla cessione del credito contenute nel decreto Aiuti quater.

L’articolo 9 del DL numero 176 del 22 ha portato la fruizione dei crediti oggetto di comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 in 10 anni. Al momento non sono quindi previste ulteriori azioni.

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