Superbonus, a chi cedere i crediti entro il 31 marzo 2023?

A chi cedere i crediti del superbonus entro il 31 marzo 2023? La scadenza nel caso di spese relative al 2022 deve essere rispettata per non perdere l'agevolazione. Oltre alle banche, si può cedere anche a privati, professionisti e imprese

Superbonus, a chi cedere i crediti entro il 31 marzo 2023?

A poco tempo dalla scadenza per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione dei crediti per le spese sostenute nel 2022, i contribuenti che non hanno sufficiente capienza fiscale per portare in detrazione le somme stanno cercando di capire a chi cedere i crediti entro il 31 marzo 2023.

Tale data è infatti l’ultimo giorno utile per non perdere parte dell’agevolazione, soprattutto nel caso di lavori che rientrano nel superbonus.

Chi non ha la possibilità di cedere le somme a una banca, visto il blocco che dura ormai da mesi per le nuove pratiche, quali strade ha a disposizione.

Rimane la possibilità di cederlo a privati (persone fisiche), professionisti e imprese, anche quelle che non operano nel settore edile.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una o dell’altra soluzione? Il principale punto su cui porre l’attenzione è la capienza fiscale dell’acquirente.

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Superbonus, a chi cedere i crediti: scadenza e possibili novità in arrivo

Per gran parte dei bonus edilizi, superbonus compreso, non sarà più possibile optare per la cessione del credito dopo l’entrata in vigore del decreto 11/2023, lo scorso 17 marzo.

Per gli interventi effettuati lo scorso anno, le cui spese sono state sostenute nel corso del 2022, c’è ancora poco tempo per scegliere a chi cedere i crediti.

Hanno vantaggio a scegliere la cessione del credito i contribuenti che non hanno sufficiente capienza fiscale, una situazione che si può riscontrare spesso nel caso dei lavori che rientrano nel superbonus, spesso di importi piuttosto alti e fruibili in 4 anni.

Per i crediti d’imposta relativi a comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati c’è la possibilità di beneficiare della somma in 10 rate annuali.

La misura introdotta dall’articolo 9 del decreto Aiuti quater si riferisce ai contribuenti che hanno già provveduto alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Per gli altri invece bisogna fare attenzione anche alla scadenza dell’asseverazione e della pratica relativa all’ENEA che, tenendo conto dei 5 giorni lavorativi che devono intercorrere dopo la ricezione della ricevuta di avvenuta trasmissione, dovrà essere inoltrata entro il 24 marzo 2023.

A questo ulteriore vincolo che deriva dalla scadenza del 31 marzo, frutto della proroga stabilita dal decreto Milleproroghe rispetto all’originario termine del 16 marzo, si aggiunge la difficoltà a trovare un cessionario.

Le banche, nonostante il dibattito sulla capienza fiscale del sistema, hanno chiuso le porte da mesi. Si attendono le novità in arrivo con la votazione in Commissione Finanze della Camera, relativa agli emendamenti al testo della legge di conversione del decreto 11/2023.

Si avvicina, ma è ancora lontana dall’ufficialità, la possibilità di provvedere alla comunicazione delle opzioni previste dall’articolo 121 anche per i soggetti che non abbiano ancora firmato un contratto con la banca.

Qualora confermata la misura, si aprirà la strada a quanti hanno solo un impegno di avvio delle procedure e la cessione alle banche potrebbe tornare una via percorribile.

In attesa degli sviluppi che potrebbero arrivare mercoledì prossimo, quando la Commissione Finanze della Camera inizierà la votazione degli emendamenti, le ulteriori strade a disposizione sono la cessione a privati (persone fisiche), professionisti o a imprese.

Superbonus: la cessione a privati, professionisti o imprese

Nel caso di cessione a persone fisiche, professionisti o imprese la questione a cui fare attenzione è la capienza fiscale del soggetto.

La verifica è interesse dell’acquirente il quale, per non trovarsi a sua volta nella condizione di perdere parte dell’agevolazione edilizia, dovrà assicurarsi di poter compensare l’importo dei crediti che acquista.

In linea generale è più facile che le imprese abbiano una maggiore capienza fiscale, in quanto i crediti possono essere portati in compensazione con l’IVA dovuta o i contributi.

Seppur non vantaggiosa per l’acquirente, è permessa anche un’operazione di acquisto a prezzo pieno del credito. In sostanza, imprese, professionisti e persone fisiche possono decidere di acquistare un credito pagando l’intera somma dello stesso.

Invece, nel caso di acquisto ad una somma minore rispetto a quella del credito d’imposta oggetto della comunicazione all’Agenzia delle Entrate, per i professionisti e per le imprese la differenza tra l’ammontare del credito e la somma corrisposta per l’acquisto è considerata una “plusvalenza finanziaria”.

In altre parole deve essere considerato un ricavo tassabile.

In ciascuna delle tre ipotesi di acquirente, l’operazione deve essere effettuata da un commercialista, il quale dovrà provvedere alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione del credito entro la scadenza del 31 marzo 2023.

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