Cessione del credito, le banche possono portare in compensazione circa 7,2 miliardi di euro

Tommaso Gavi - Irpef

Nel sistema bancario ci sarebbe ancora capienza fiscale per portare in compensazione i crediti incagliati delle cessioni del superbonus e dei bonus edilizi. Lo spiega il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ruffini. Nel complesso la capienza complessiva per il 2023 sarebbe di 17,4 miliardi di euro: 7,2 miliardi da parte delle banche e 10,2 miliardi da parte delle assicurazioni

Cessione del credito, le banche possono portare in compensazione circa 7,2 miliardi di euro

Continuano le audizioni della Commissione Finanze della Camera sulla cessione del credito del superbonus e dei bonus edilizi.

Nell’audizione del 2 marzo è intervenuto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Ruffini ha fornito i dati aggiornati al 1° marzo sulle agevolazioni edilizie. L’importo ammonta complessivamente a 111 miliardi di euro, 62 dei quali riguardano interventi del superbonus.

Considerando i debiti correnti per gli F24 presentati nel 2022 e i crediti utilizzati in compensazione nel 2023 le banche avrebbero un’ulteriore possibilità compensare circa 7,2 miliardi di euro.

La possibilità potrebbe favorire una soluzione per i crediti incagliati.

Cessione del credito, le banche possono portare in compensazione circa 7,2 miliardi di euro

Nel corso dell’audizione del 2 marzo 2022, che si è svolta presso la Commissione Finanze della Camera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha fornito dati relativi al superbonus e ai bonus edilizi, per fornire il quadro d’insieme sulla cessione del credito.

Nel complesso l’ammontare dei crediti fiscali, generati dalle differenti misure a partire dal 2020 e con aggiornamento al 1° marzo scorso, ha raggiunto i 111 miliardi di euro.

Di questi, 62 miliardi di euro rientrano esclusivamente in operazioni relative al superbonus, mentre la parte rimanente è ripartita tra i vari bonus edilizi.

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I dati emergono dalle prime cessioni e dagli sconti in fattura e vengono forniti nell’ambito dell’interlocuzione in vista dell’avvio dell’iter parlamentare di conversione del decreto 11 del 2023, il cosiddetto decreto blocca cessioni.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha fornito anche dati in merito alla capienza fiscale di banche e assicurazioni, per dare la possibilità di avere un quadro completo e aggiornato nella ricerca di soluzioni alla questione dei crediti incagliati.

Ruffini ha chiarito quanto di seguito riportato:

“Esaminando i dati dei modelli F24 presentati nel 2022, risulta che le banche hanno versato 20,4 miliardi di euro di tributi e contributi, che possono ragionevolmente ritenersi ricorrenti e hanno utilizzato in compensazione crediti per complessivi 3,7 miliardi di euro, altrettanto ricorrenti (diversi dai bonus edilizi).”

Dopo aver reso noti gli importi relativi alle somme versate nello scorso anno e ai crediti portati in compensazione, lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito:

“Pertanto, considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi di euro su base annua.”

Il valore dei crediti che potrebbero essere ancora portati in compensazione dalle banche nel 2023, assumendo che i debiti raggiungano le cifre dello scorso anno, sono quindi 7,2 miliardi di euro.

Il totale è calcolato considerando i debiti correnti e sottraendo la rata dovuta nell’anno 2023 e i crediti compensati.

A tale capienza si aggiungerebbe quella a disposizione della assicurazioni che, per il 2023, potrebbe raggiungere i 10,2 miliardi di euro.

Nel complesso, quindi, la capienza complessiva potrebbe raggiungere i 17,4 miliardi di euro e fornire una vera e propria boccata d’ossigeno alla situazione dei crediti incagliati.

Cessione del credito, gli scenari per i prossimi anni

Oltre ai dati relativi a tributi già versati e alla stima della capienza fiscale del sistema bancario, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha provato a fornire una stima per gli anni futuri.

Per gli anni tra il 2024 e il 2026, il sistema bancario potrebbe rispondere di ulteriore capienza fiscale per 6,9 miliardi di euro. Il dato si otterrebbe sottraendo ai debiti ricorrenti, 20,4 miliardi di euro, la rata media dei bonus edilizi di 9,8 miliardi di euro nel periodo indicato e i crediti ricorrenti di 3,7 miliardi di euro.

Per il periodo successivo, quello compreso tra il 2027 e il 2031, escludendo dai debiti ricorrenti gli importi delle agevolazioni edilizie e i crediti ricorrenti la capienza ammonterebbe a circa 15 miliardi di euro.

I dati si riferiscono all’intera capienza del sistema bancario, estremamente eterogenea se si prendono in considerazione i singoli istituti.

Ulteriori dati sono stati forniti in merito alle frodi. Nel complesso ammontano a 9 miliardi di euro i crediti d’imposta irregolari, tra questi 3,6 miliardi di euro sono stati oggetto di sequestro.

Nel complesso le 13.511.000 comunicazioni di cessioni hanno richiesto e richiedono un grande lavoro da parte dell’Amministrazione finanziaria.

I tempi per lo “sblocco” dei crediti incagliati, a parere dello stesso Ruffini, dipenderebbero dai tempi del sistema bancario per ristrutturare l’infrastruttura e renderla in grado di pagare con modello F24 le imposte e i contributi dei propri correntisti.

Sul tema devono innanzitutto intervenire il Governo o il Parlamento in quanto la proposta ABI-ANCE non è ancora stata tradotta nel dettato normativo.

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