Anche l'Italia va verso stipendi più trasparenti per accorciare le distanze tra le buste paga di uomini e donne. Sberna, vicepresidente Parlamento UE: un traguardo di civiltà che interviene anche sul piano culturale
Avere un quadro più chiaro degli stipendi che percepiscono gli uomini e le donne può essere utile non solo per ridurre il gender pay gap, ma anche il divario culturale. E, in questa ottica, la direttiva sulla trasparenza retributiva (2023/970) per Antonella Sberna è un “traguardo di civiltà”, che anche l’Italia si appresta a tagliare entro giugno 2026.
Con queste parole, la vicepresidente del Parlamento Europeo ha descritto il pacchetto di novità che tutti gli Stati membri dovranno recepire nei prossimi mesi a margine dell’evento “La scintilla del talento e le opportunità delle donne nel mondo del lavoro – Diritti e Visioni Future”, che si è tenuto il 6 novembre allo Spazio Sassoli a Roma.
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La direttiva UE accorcia le distanze sugli stipendi: intervista ad Antonella Sberna
Talento è la parola chiave della Gender Equality Week europea prevista in calendario dal 3 al 9 novembre 2025. Ma le donne lo sanno, come canterebbe Ligabue: a volte non basta, soprattutto per ottenere uno stipendio adeguato, o almeno pari a quello degli uomini.
E lo dimostra anche il racconto di una delle relatrici, la Vicepresidente della Federazione Mondiale delle Organizzazioni Ingegneristiche (UNESCO) Ania Lopez:
“Ero sul palco la prima volta davanti a 500-700 ingegneri. Sì, ero quella notte non ho dormito, ero molto concentrata”, dice. Obiettivo? Dimostrare che le donne hanno competenze ma anche difficoltà. “In quella data ho presentato il divario economico che c’era: 200/300 euro di differenza al mese”.
Lopez ha anticipato di circa 10 anni il lavoro che tutte le aziende dovranno fare con l’introduzione delle norme sulla trasparenza retributiva: fotografare i livelli retributivi per le stesse attività o per lavori di pari valore, metterli a confronto e correggerli.
Accendere i riflettori sulla distanza che ancora persiste tra gli stipendi degli uomini e delle donne che in Italia supera il 20 per cento, nonostante il gender pay gap orario siamo molto basso: è questo l’obiettivo che, secondo la vicepresidente Sberna, può avere un effetto a cascata, incidendo anche sulla cultura dominante.
“In Europa questo provvedimento ha scatenato un grande interesse perché è un altro di quegli elementi che può aiutare a colmare il divario culturale perché la trasparenza dal punto di vista anche della retribuzione, che è uno dei fattori di libertà delle donne, sicuramente mette nero su bianco, evidenzia attraverso i numeri, questa disparità”.
Spiega Sberna. E sull’introduzione delle novità anche in Italia sottolinea: “credo che noi tutti dobbiamo sostenere e promuovere questo percorso nei migliore dei modi proprio affinché si accorci non solo il divario salariale, ma anche quello culturale che ancora persiste nelle nostre società”.
D’altronde l’origine del gender pay gap in Italia sta proprio nella cultura, nel modello di famiglia basato ancora su una netta divisione dei ruoli di genere bredwinner-caregiver: l’uomo porta il pane a casa e la donna si occupa della cura, anche quando partecipa al mercato del lavoro retribuito.
È proprio a causa di questo equilibrio tradizionale che il divario retributivo, ristretto sulla singola ora, si allarga sempre più, se si considera un mese o un anno interno: le donne, soprattutto quelle inserite nelle famiglie tradizionali, firmano contratti più fragili e hanno carriere intermittenti. Ed è anche per questo che guadagnano meno.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Gli stipendi trasparenti sono un traguardo di civiltà: parola di Sberna, vicepresidente del Parlamento UE