Rinnovo contratti pubblici: lettera aperta di CGIL, CISL e UIL

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Rinnovo contratti pubblici: con “Rinnoviamo la PA”, i sindacati avviano una campagna di ascolto della propria base e chiedono al governo di stabilizzare l'elemento perequativo, la garanzia di aumenti in busta paga, un nuovo sistema di classificazione del personale e la rimozione delle disparità tra pubblico e privato.

Rinnovo contratti pubblici: lettera aperta di CGIL, CISL e UIL

Rinnoviamo la PA”. Con questo slogan CGIL, CISL e UIL hanno voluto intitolare una lettera aperta ai lavoratori pubblici ancora in attesa dei rinnovi dei rispettivi contratti e in cui si dicono pronte alle trattative a determinate condizioni.

Si tratta di una vera e propria campagna di ascolto della propria base in una fase di difficile confronto con il governo in vista della tornata di nuove assunzioni e dell’auspicato sblocco della stagione contrattuale.

Nel testo, firmato dai segretari di categoria, i sindacati confederali annunciano per le prossime settimane l’avvio di assemblee con i lavoratori nei territori e nei luoghi di lavoro e incontri con esponenti dell’esecutivo, del Parlamento e degli enti locali presentando proposte e sollecitando risposte.

In particolare, i quattro sindacati di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa chiedono a Palazzo Chigi di raggiungere quattro precisi obiettivi:

  • stabilizzare l’elemento perequativo nel trattamento fondamentale;
  • la garanzia di aumenti in busta paga superiori a quelli conseguiti con la precedente tornata contrattuale 16/18, dato che il blocco salariale imposto ai lavoratori pubblici ha creato un divario con le retribuzioni di quelli privati;
  • risorse adeguate per finanziarie un nuovo sistema di classificazione dei lavoratori e per sbloccare i limiti di spesa sul salario accessorio, le carriere, e le assunzioni;
  • infine rimuovere le disparità legislative e fiscali attualmente esistenti tra lavoro pubblico e privato.

Rinnovo contratti pubblici: la “coperta è corta”…

Il problema individuato dalle organizzazioni sindacali è che le somme sin qui prospettate nel Disegno di Legge di Bilancio 2020 per il rinnovo dei contratti non sono affatto sufficienti per gli scopi sopra citati, come avevamo già avuto modo di scrivere in queste settimane.

Per questo motivo, CGIL, CISL e UIL pur apprezzando lo sforzo effettuato dal Governo che è passato da una previsione di spesa del 1,95% al 3,5% per quel che riguarda gli aumenti dei contratti relativi al periodo 2019/21, chiedono all’esecutivo un cronoprogramma di impegni concreti, composto da due voci come si legge nella lettera aperta:

  1. “Innanzitutto, vanno sbloccate tutte le norme di legge che limitano le assunzioni e la stabilizzazione dei precari, vanno prorogate le graduatorie degli idonei, vanno rimosse tutte le norme di legge che limitano la contrattazione decentrata e l’erogazione di quote disponibili di salario accessorio: queste cose si possono fare da subito.
  2. Occorre avviare un confronto di merito sulla legge di Bilancio 2020 e definire una programmazione mirata delle prossime previsioni di spesa per trovare tutte le risorse che servono a garantire buoni contratti e salari dignitosi per tutti i settori pubblici”.

Se la prossima Legge di Bilancio dovesse recepire queste condizioni i sindacati si dichiarano disposti ad avviare immediatamente le trattative per i rinnovi.

Rinnovo contratti pubblici: un po’ di storia

D’altra parte i confederali devono tirare la corda per una questione di coerenza sulle posizioni tenute nel recente passato.

Basti pensare, ad esempio, alla questione del recupero del potere d’acquisto degli stipendi, perduto con il blocco delle retribuzioni, al rifinanziamento dei fondi per il salario accessorio oppure la richiesta di riforma del sistema di classificazione e inquadramento professionale avanzata all’Aran.

Insomma, tantissima “carne al fuoco” che non fa prevedere una rinnovo dei contratti pubblici in discesa.

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