Buoni pasto: verso l’aumento dell’esenzione fiscale

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

L'esenzione fiscale per buoni pasto potrebbe presto essere incrementata. Si valuta di l'innalzamento da 8 a 10 euro della soglia per i ticket elettronici

Buoni pasto: verso l'aumento dell'esenzione fiscale

Il Governo sta valutando il possibile aumento a 10 euro dell’esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici.

Il limite, attualmente fissato a 8 euro in seguito alle modifiche del 2020, potrebbe essere innalzato a 10 euro con l’obiettivo di dare una spinta al welfare aziendale e sostenere maggiormente lavoratori e lavoratrici.

La misura è allo studio dei tecnici del Governo e potrebbe anche entrare già nel testo della prossima manovra di bilancio. Uno studio TEHA Group-Edenred Italia mostra i vantaggi di un simile intervento non solo in chiave di sostegno al potere d’acquisto e per il rilancio l’economia, ma anche in termini di entrate per lo Stato.

Intanto da settembre è scattato il tetto alle commissioni fissato dalla legge sulla concorrenza 2024.

Buoni pasto: si valuta l’aumento dell’esenzione fiscale

Con la prossima Legge di Bilancio potrebbero arrivare novità anche per il welfare aziendale e in particolare per quel che riguarda i buoni pasto concessi dai datori di lavoro ai dipendenti.

Allo studio del Governo ci sarebbe l’ipotesi di incrementare la soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto elettronici da 8 a 10 euro.

I buoni pasto, ricordiamo, rientrano tra i cosiddetti fringe benefit e sono titoli di pagamento che possono essere utilizzati per acquistare pasti o prodotti alimentari. Hanno un valore prestabilito e devono essere utilizzati esclusivamente dal titolare.

Come previsto dall’articolo 51, comma 2, lett c) del TUIR hanno un valore facciale prestabilito, fissato a 8 euro per quelli elettronici/digitali e a 4 euro per quelli cartacei.

Al di sotto di tali soglie, come anticipato, i buoni non non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente per i beneficiari e non sono considerati ai fini della determinazione della retribuzione imponibile. Pertanto, non sono previsti maggiori oneri previdenziali a carico dell’azienda.

L’intervento, prevista peraltro già da una proposta di legge a firma Paola Mancini (FdI), andrebbe quindi a modificare la soglia relativa ai buoni pasto elettronici (quelli ormai più diffusi) con l’obiettivo di aumentare il valore dei ticket, uno strumento in forte crescita come dimostrato anche dai dati dell’Osservatorio Welfare di Edenred.

Nel 2024, infatti, le imprese italiane hanno erogato in media circa 1.000 euro a dipendente sotto forma di credito welfare, con un incremento del 10 per cento rispetto ai 910 euro dell’anno precedente.

La novità è al vaglio dei tecnici del Ministero dell’Economia e resta da vedere se troverà spazio in Manovra o in altri provvedimenti di prossima emanazione.

Aumento buoni pasto: vantaggi anche per le casse dello Stato

Sul possibile aumento della soglia di esenzione fiscale dei buoni pasto è stata presentata ieri la ricerca di TEHA – The European House Ambrosetti per Edenred che mostra gli effetti positivi di un simile intervento.

La ricerca evidenzia che l’aumento della soglia di esenzione fiscale non solo contribuirebbe a sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti e a rilanciare l’economia ma porterebbe dei vantaggi anche per le casse dello Stato.

Una maggiore spesa stimata tra i 75 e i 90 milioni di euro per l’innalzamento del limite verrebbe più che compensata dall’aumento dei consumi, che in termini di maggiore gettito IVA, farebbe entrare nelle casse dell’Erario tra i 170 e i 200 milioni di euro, per un beneficio netto finale tra i 95 e i 110 milioni.

Lo studio, come riportato dal Sole24Ore, elabora anche gli impatti di un eventuale aumento, graduale e programmato, della soglia di esenzione dei buoni pasto da 8 a 11 euro nel triennio 2026/2028. In questo caso, viene stimato un aumento dell’impatto del settore sul PIL, che passerebbe dallo 0,75% del 2023 allo 0,94% nel 2028, e un incremento dei posti di lavoro, che crescerebbero da 220.000 a 275.000.

Buoni pasto: da settembre è scattato il tetto alle commissioni per gli esercenti

Intanto, dal 1° settembre sono scattate le nuove regole per il mercato dei ticket.

Come previsto dall’ultima legge annuale per la concorrenza, la n. 193/2024, all’inizio del mese è entrato definitivamente in vigore il tetto massimo alle commissioni per gli esercenti che accettano i buoni, quindi bar, ristoranti e supermercati.

Le commissioni, che finora potevano raggiungere anche la quota del 20 per cento, ora non possono superare il 5 per cento del valore del ticket.

Il nuovo limite del 5 per cento alle commissioni a carico degli esercenti si applica a tutti gli accordi stipulati tra imprese che emettono i buoni pasto ed esercenti, sia per quanto riguarda i ticket in formato cartaceo sia per quelli elettronici.

Una misura che favorisce anche gli utilizzatori in quanto potrebbe spingere più attività ad accettare i buoni pasto come metodo di pagamento.

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