Riforma fiscale 2021: verso l’obbligo di fattura elettronica anche per i forfettari

Riforma fiscale 2021: si va verso l'estensione dell'obbligo di fattura elettronica anche ai forfettari. Ne ha parlato il dottor Francesco Oliva, direttore responsabile di Informazione Fiscale, in occasione dell'intervento alla trasmissione radiofonica Good Morning Kiss Kiss del 27 settembre 2021.

Riforma fiscale 2021: verso l'obbligo di fattura elettronica anche per i forfettari

Riforma fiscale 2021: si va verso l’estensione dell’obbligo di fattura elettronica anche ai forfettari.

È questa una novità che potrebbe divenire operativa dal prossimo anno e sulla quale il direttore di Informazione Fiscale , il dottor Francesco Oliva, ha fatto il punto in occasione dell’intervento di questa mattina lunedì 27 settembre 2021 alla trasmissione Good Morning Kiss Kiss.

L’obbligo di fatturazione elettronica è in vigore per la maggior parte dei privati dal 1° gennaio 2019, ma non coinvolge le piccole partita IVA a cui si applica il regime forfettario.

Sono due anni che si parla di una possibile estensione dell’obbligo, ma fino ad ora un intervento in tal senso sembrava solo un’ipotesi.

Eppure, alla luce di tutte le novità in arrivo con la riforma fiscale, dalla riduzione dell’IRPEF ai tagli all’IRAP, e in attuazione del PNRR, pare questo il momento adatto.

Riforma fiscale 2021: verso l’obbligo di fattura elettronica anche per i forfettari

L’obbligo di utilizzare la fattura elettronica esteso anche ai forfettari dovrà in ogni caso ottenere il via libera da parte della Commissione Europea, trattandosi di una deroga alla disciplina comunitaria in materia di IVA.

A specificarlo è il Direttore di Informazione Fiscale nel corso del suo intervento ai microfoni di Radio Kiss Kiss.

L’UE dovrebbe quindi preventivamente autorizzare l’applicazione della disciplina attuale anche alle piccole partite IVA.

In ogni caso, nel caso di effettiva estensione della fatturazione elettronica, anche i forfettari dovranno fare i conti con la necessità di adeguamento tecnologico.

Seppure l’Agenzia delle Entrate metta a disposizione dei contribuenti un software gratuito, nella maggior parte dei casi sarà inevitabile il ricorso a software di mercato per predisporre e trasmettere le fatture elettroniche in maniera più facile e veloce.

Si ricorda che, ad oggi, sono esclusi dall’obbligo di fatturazione elettronica e trasmissione automatica dei dati all’Agenzia delle Entrate i seguenti soggetti:

  • operatori economici non residenti o non stabiliti in Italia;

Quest’ultimo è uno dei regimi fiscali sostitutivi dell’IRPEF a cui possono accedervi i titolari di partita IVA che, nel rispetto dei requisiti previsti, beneficiano di una tassazione agevolata del 15 per cento, che scende al 5 per cento per le nuove attività.

In particolare, il tetto massimo di ricavi o compensi per l’accesso o la permanenza nel regime forfettario per le partite IVA è fissato a 65.000 euro.

Riforma fiscale 2021: le altre novità in arrivo, dalla riforma del Catasto alla modifica dell’IRAP

Con riguardo alle modifiche fiscali sono tanti i temi da approfondire oltre a quello dell’estensione dell’obbligo di fattura elettronica e che potrebbero vedere la luce con la legge delega alla quale sta lavorando il Governo.

Uno fra tutti, anch’esso approfondito nell’intervento del dottor Oliva, è la questione della riforma del Catasto, che va di pari passo con la riforma fiscale e che intende introdurre un diverso calcolo delle tasse sugli immobili.

La modifica alle rendite degli immobili andrebbe ad incidere non solo sull’IMU, ma anche sul calcolo dell’Indice ISEE del contribuente e in particolare della parte patrimoniale.

Tra le proposte in campo c’è poi la modifica dell’IRAP, imposta regionale sulle attività produttive, che potrebbe essere sostituita da un’addizionale dell’IRES (l’imposta sui redditi delle società) e che potrebbe essere eliminata per i piccoli contribuenti e rimanere dovuta solo dalle società di capitali.

Si tratta di un pacchetto di modifiche importanti, per le quali sono stati stanziati però solo 3 miliardi di euro, risorse evidentemente insufficienti se si tiene conto anche della necessità di prorogare il Superbonus e le agevolazioni fiscali sulla casa.

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