Pubblica amministrazione sempre più “anziana”. Quali i concorsi in arrivo nel 2020?

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Una ricerca di FPA mostra una pubblica amministrazione sempre più anziana con un'età media di oltre 50 anni, poco formata e ben al di sotto delle dimensioni dei grandi paesi europei. La terapia consiste in un numero maggiore di concorsi e procedure di selezione più rapide. Nel 2020 si profilano i grandi concorsi della scuola, dei Beni Culturali, dell'Agenzia delle Entrate, dell'Inps e del Comune di Roma.

Pubblica amministrazione sempre più “anziana”. Quali i concorsi in arrivo nel 2020?

Pubblica amministrazione: servono concorsi e formazione per il rinnovamento e sono diversi i bandi attesi per il 2020.

La pubblica amministrazione in Italia è sempre più anziana e con un numero di dipendenti sempre più ridotto all’osso.

Non è una novità, ma ora ce lo conferma anche una ricerca di FPA presentata all’inizio del mese in occasione della prima giornata di FORUM PA 2020.

Secondo l’indagine della società di servizi che ogni anno organizza l’evento legato alle tematiche della modernizzazione della PA, entro l’anno prossimo il comparto pubblico potrebbe contare più pensionati (attualmente 3 milioni) dei dipendenti attivi (al momento 3,2 milioni); mentre il numero totale dei lavoratori pubblici attivi in Italia è pari solo al 59% di quelli francesi, al 65% di quelli inglese e al 70% di quelli tedeschi.

Infatti, per quel che riguarda il pensionamento c’è da tenere in considerazione l’effetto Quota 100, ma anche la generale propensione dei lavoratori del settore ad andare a riposo anticipatamente: il 57,7% degli attuali pensionati della pubblica amministrazione lo ha fatto, mentre nel 2019 sono stati 90.000 i pensionamenti anticipati.

“I lavoratori pubblici italiani oggi - ha commentato in proposito il Direttore generale di FPA Gianni Dominici - sono pochi, anziani e poco qualificati. Sono positive le nuove norme che accelerano i concorsi, ma se si opterà su un semplice rimpiazzo del personale invece che su assunzioni basate sull’individuazione dei fabbisogni c’è il rischio di sprecare un’occasione irripetibile: è importante assumere presto, ma soprattutto bene”.

Pubblica amministrazione in Italia? Molti anziani e poca formazione

L’età media dei lavoratori pubblici italiani stando a FPA è di 50,7 anni: il 16,9% è addirittura sopra i 60, mentre sotto i 30 c’è solo il 2,9% del totale.

E la situazione senza interventi drastici non potrà che peggiorare dato l’invecchiamento dell’età media.

Basta vedere cosa è successo nel recente passato: dal 2018 sono infatti andati in pensione in 300.000, mentre le nuove assunzioni sono state solo 112.000, con in più 1700 stabilizzazioni di precari.

Lo sblocco del turn over avvenuto a fine 2019 non può evidentemente aver inciso positivamente, mentre finora le procedure di selezioni sono state lentissime con una durata media fino all’assunzione di più di 4 anni.

Il fattore Coronavirus si è peraltro aggiunto nel 2020, visto che da settembre dello scorso anno sono stati messi a concorso solo 22.000 posti.

Inoltre ad oggi ci sono ben 198.000 lavoratori pubblici con più di 38 anni di anzianità. FPA calcola che solo dal Sistema Sanitario Nazionale nei prossimi 3 o 4 anni potrebbero uscire ben altre 100.000 persone. In tempi di COVID-19 non può essere una buona notizia!

Ma non solo: perché oltre che in pochi e sempre più vecchi i lavoratori del settore pubblico sono anche poco formati. Nonostante 4 su 10 abbiano conseguito la laurea, gli investimenti in formazione si sono ridotti quasi della metà passando dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 milioni del 2018, con una media non certo apprezzabile di 48 euro per ogni dipendente della PA.

Una terapia d’urto per la pubblica amministrazione: più concorsi, ecco quelli previsti nel 2020

L’effetto shock della pandemia sulla società e sull’economia italiane ha certamente reso più evidente l’esigenza di irrobustire il comparto pubblico del paese.

FPA ci dice che dal settembre 2019 al giugno 2020 sono stati effettuati circa 3100 concorsi per 21.917 posizioni lavorative con tempi eccessivamente lunghi che si sperano siano abbreviati dalle misure previste dal Decreto Rilancio.

Ora però si dovrebbero aggiungere nei prossimi mesi, emergenza sanitaria permettendo, altre importanti selezioni tra le quali:

  • il “Concorsone” della scuola con ben 78.000 posti in palio,
  • il concorso unico per oltre 2000 funzionari amministrativi,
  • il concorso per 1512 posti di vari profili al Comune di Roma,
  • quello per 2300 unità di personale non dirigenziale all’Agenzia delle Entrate,
  • i 1424 posti ai Beni Culturali,
  • i 550 all’Ispettorato Nazionale del Lavoro,
  • i 2000 posti all’Inps.

Si spera quindi che il governo proceda a un ringiovanimento e a un ampliamento della forza lavoro pubblica, ben oltre il semplice ricambio di chi va in pensione: anche se FPA ci rammenta l’analisi condotta sui documenti della programmazione del fabbisogno del personale mette in mostra la tendenza a descrivere le necessità in base all’inquadramento piuttosto che per scelte strategiche fondate sulla conoscenza dei processi e delle competenze.

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