Nessuna proroga per i navigator: si chiude un primo capitolo del reddito di cittadinanza

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Nessuna proroga per i navigator: non arriveranno novità o colpi di scena, come accaduto per le altre scadenze di contratto. Lo annuncia il Ministero del Lavoro con una nota datata 1° novembre che chiude, senza sorprese, un primo capitolo del reddito di cittadinanza.

Nessuna proroga per i navigator: si chiude un primo capitolo del reddito di cittadinanza

Si è conclusa il 31 ottobre 2022 l’esperienza dei navigator, le figure professionali nate per traghettare i beneficiari del reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro dal 1° novembre non sono più operativi. Dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è arrivato un veto assoluto sulla possibilità di proroga dei contratti.

Con le decisioni annunciate nella nota del 1° novembre 2022, si è concluso definitivamente un primo capitolo nella storia del sussidio progettato e introdotto dal Movimento 5 Stelle durante il Governo giallo verde.

La scadenza dei contratti cade nel pieno delle discussioni sulla necessità di riformare lo strumento ma la posizione assunta non sorprende e non può dirsi quindi indicativa di una particolare direzione del Governo.

Parafrasando il titolo di un romanzo di Márquez, se si ripercorrono gli ultimi anni si ripercorre la cronaca di una fine annunciata.

Nessuna proroga per i navigator: la parola fine su un capitolo difficile del reddito di cittadinanza

Con poche parole il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha messo definitivamente il punto sui navigator:

“In relazione alle notizie di stampa circolate in queste ore relative alla proroga degli ex navigator, scaduti lo scorso 31 ottobre, si precisa che detti contratti non sono prorogabili.

Sul tema e nell’ambito delle attività di coordinamento è stata invece avviata una mera attività ricognitiva tra le Regioni.

Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del Ministero”.

Si conclude, così, un primo capitolo della storia del reddito di cittadinanza e per le figure professionali selezionate tra oltre 78.000 candidati finisce una esperienza che è stata sempre al centro di grandi polemiche.

Le ragioni? Due su tutte: il paradosso alla base del ruolo dei navigator, chiamati a svolgere un lavoro del tutto nuovo supportando i Centri per l’Impiego che allo stesso tempo avrebbero dovuto formarli e la precarietà con cui è nata la figura professionale.

Nell’estate del 2019 i navigator hanno firmato i contratti di collaborazione coordinata e continuativa con una retribuzione annua di 27.338,76 euro e 300 euro lordi di rimborso spese mensile con una precisa data di scadenza: 30 aprile 2021.

Navigator, nessuna proroga dei contratti: cronaca di una fine annunciata

Il reclutamento di personale con un rapporto di lavoro a breve termine per l’attuazione di una misura introdotta come strutturale, senza data di scadenza, è sempre apparsa come una nota stonata.

Non a caso nei mesi in cui è stata progettata la misura c’è stato un braccio di ferro tra Regioni e Governo: le prime avrebbero voluto un potenziamento dell’organico dei Centri per l’Impiego, l’Esecutivo aveva intenzione di introdurre ben 6.000 navigator a supporto dei CpI per avviare la seconda fase del reddito di cittadinanza, quella relativa alla ricerca del lavoro, che oggi è osservata speciale.

Con l’accordo raggiunto in Conferenza Stato Regioni a marzo 2019, il numero delle nuove figure professionali da distribuire sul territorio è sceso a 2.980 e ai Centri per l’Impiego è stato destinato un bacino di risorse più ampio.

Dal 30 aprile 2021 in poi a ogni richiesta di stabilizzazione è seguita una proroga: il momento per affrontare la questione è stato spostato sempre qualche mese più avanti fino all’ultima soluzione tampone arrivata a maggio 2022 con il Decreto Aiuti che ha previsto una ricontrattualizzazione a partire dal 1° giugno per due mesi, con possibilità, a discrezione delle Regioni, di proseguire ancora il rapporto per altri tre mesi.

Il testo dell’articolo 34 del DL n. 50/2022 ha, inoltre, stabilito:

“Nell’ambito delle procedure di selezione e di assunzione delle unita’ di personale da destinare ai centri per l’impiego di cui all’articolo 12, comma 3-bis, del decreto-legge n. 4 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 26 del 2019, relativamente alle procedure non ancora bandite, l’aver prestato attivita’ di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni per garantire l’avvio e il funzionamento del Reddito di cittadinanza ai sensi dell’articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 4 del 2019, costituisce titolo per un punteggio aggiuntivo definito nei bandi delle stesse procedure”.

Navigator, nessuna proroga dei contratti: primo finale amaro per il reddito di cittadinanza

Il Decreto Aiuti, quindi, da un lato ha concesso ancora un po’ di tempo prima di lasciare andare i navigator verso altri ruoli e dall’altro ha voluto dare un peso all’esperienza legata alla ricerca del lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

Nel frattempo, però, molti hanno lasciato volontariamente l’incarico per seguire altre strade. Nel report della Corte dei Conti pubblicato a luglio 2022 si legge:

“Rispetto al numero dei navigator contrattualizzati al 31 dicembre 2019, pari a 2.978, i navigator sono diminuiti, alla data del 21 marzo 2022, di oltre un terzo e ammontano a 1.870 unità. La ragione principale va ricercata nel fatto che, trattandosi di personale laureato ha trovato lavori più stabili, con inquadramenti più favorevoli.

Infatti, circa un terzo dei navigator (n.1.108) a distanza di appena due anni si è dimesso, con evidenti ricadute anche sugli ingenti costi che sono serviti per selezionarli”.

Ed è per queste ragioni che il veto sulla proroga dei contratti rappresenta una fine più che annunciata dal debutto stesso del reddito di cittadinanza.

La chiusura del capitolo dei navigator non stupisce affatto ma il finale è comunque amaro se si considera la mole di risorse impiegate.

Come ricorda sempre la Corte dei Conti, solo per la selezione sono stati spesi 808.601 euro. In totale tra selezione, formazione, equipaggiamento, gestione amministrativa, il costo dei navigator dal primo settembre 2019 al 31 dicembre 2020 è stato pari a circa 150 milioni di euro, a cui si devono aggiungere altri 76 milioni spesi fino al 31 settembre 2021. Risorse che non sono state messe a frutto su nessun fronte, dall’inserimento lavorativo dei beneficiari del reddito di cittadinanza a quello dei navigator stessi.

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