Dalla Proroga imposte 2020 al DL Rilancio tra ritardi e discriminazioni: intervista a M. Cuchel (ANC)

Rosy D’Elia - Fisco

La proroga imposte 2020, annunciata dal MEF nella serata del 22 giugno, mette una «toppa» sul Decreto Rilancio che non aveva previsto nessun rinvio per le scadenze dei versamenti. Nell'intervista a Marco Cuchel, presidente ANC, un approfondimento sul rinvio delle scadenze, escluso dal testo e ancora insufficiente, sul bonus 1000 euro professionisti e sui contributi a fondo perduto, con un focus su ritardi e «discriminazioni».

La proroga imposte 2020, annunciata dal MEF nella serata del 22 giugno, mette una toppa sul Decreto Rilancio che non aveva previsto nessuna riscrittura delle scadenze per i versamenti.

Si tratta, in ogni caso, di un rinvio “insufficiente” per Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, intervistato da Informazione Fiscale all’indomani della notizia diffusa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Un approfondimento sul prolungamento dei termini per il versamento delle imposte sui redditi, che dopo l’occasione persa del DL Rilancio arriva con qualche criticità, e su due misure chiave inserite nel testo tra ritardi e discriminazioni: il bonus 1000 euro professionisti e i contributi a fondo perduto.

Proroga imposte 2020 insufficiente e fuori tempo: intervista a M. Cuchel (ANC)

Nel 2019 l’introduzione degli ISA e la necessità di adeguarsi alle novità aveva portato a una proroga delle imposte a pochi giorni della scadenza che aveva fatto discutere cittadini e addetti ai lavori, che avevano dovuto fare i conti con una situazione di grande incertezza.

Dopo un anno la situazione si ripropone quasi identica con qualche variazione su tema e qualche elemento di difficoltà in più: l’emergenza coronavirus e le ulteriori novità sugli indici sintetici di affidabilità fiscale hanno reso la proroga delle imposte sui redditi 2020, in scadenza il 30 giugno, sempre più necessaria.

“Lo abbiamo chiesto da mesi”, sottolinea Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti.

Grande assente nel Decreto Rilancio, la notizia del prolungamento dei termini per il versamento è arrivata nella serata del 22 giugno 2020. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato un “DPCM che proroga il termine di versamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 ai fini delle imposte sui redditi e dell’IVA, per i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), compresi quelli aderenti al regime forfetario”.

“Dal passato non impariamo niente, ancora una volta a distanza di meno di dieci giorni dalla scadenza arriva una circolare sugli ISA, una mancanza di rispetto nei confronti di coloro che devono operare e mettere in pratica la legge”.

Commenta il presidente ANC all’indomani dell’annuncio del MEF. Si tratta di una proroga insufficiente: “soltanto 20 giorni a pochi giorni dalla scadenza”.

“Non si riesce a capire se effettivamente è una improvvisazione o comunque una strategia per arrivare all’ultimo momento e fare cassa per quello che si può”.

Secondo ANC, uno slittamento delle imposte 2020 a gennaio e il pagamento solo del saldo, senza considerare l’acconto sarebbe stata la formula più utile per contribuenti e addetti ai lavori. Del tutto diversa dal rinvio in programma.

Ma anche l’ipotesi che il prolungamento di 20 giorni sia solo una proroga ponte e che arrivi si arrivi a una nuova scadenza del 30 settembre con la conversione in legge del Decreto Rilancio non è rassicurante per Marco Cuchel:

“Questo fa perdere ulteriormente credibilità al sistema, prevedere due proroghe nello stesso tempo rispetto a una stessa scadenza è segno di mancanza di autorevolezza da parte di chi deve operare su questa linea”.

Dalla Proroga imposte 2020 alle misure in ritardo del DL Rilancio: intervista a M. Cuchel (ANC)

È chiaro, in questa visione, che aver previsto la proroga imposte 2020 nel Decreto Rilancio avrebbe spazzato via ogni incertezza. Ma anche sulle misure inserite nel testo approvato, ci sono diverse criticità. Una su tutte? I tempi di attuazione.

Secondo il comunicato MEF del 18 giugno 2020, l’attuazione procede a ritmo spedito, ma stando ai dati dell’Ufficio per il Programma di Governo al 9 giugno mancavano ancora più di 80 decreti attuativi.

“Il ritardo sui tempi diluisce l’efficacia delle misure in maniera determinante con disagi da parte nostra ma anche per chi ne deve usufruire.

Pensiamo al superbonus al 110 per cento che entra in vigore dal 1° di luglio, mancano ancora tutti i decreti attuativi e il settore dell’edilizia è fermo perché tutti aspettano di ripartire, chiaramente anche il cliente aspetta di usufruire del bonus e noi dall’altro lato non abbiamo certezza. Oltre il danno, la beffa. Le norme dovrebbero essere già pronte per essere attuate.”

Un altro ritardo importante riguarda il bonus 1.000 euro per i professionisti iscritti alle casse di previdenza professionale, su cui ancora si attendono conferme e istruzioni.

“Non sappiamo ancora effettivamente se ci sarà e in quali termini. Ci sono migliaia di colleghi che lo hanno chiesto, anche i colleghi vivono situazioni di precarietà, e anche loro stanno aspettando. Questo è veramente qualcosa di deprimente in un momento in cui lo stato dovrebbe intervenire nell’immediato perché i bisogni e le necessità sono nell’immediato”.

L’intervista integrale a Marco Cuchel è disponibile sul canale youtube di Informazione Fiscale.

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Contributi a fondo perduto tra verifiche e discriminazione: intervista a Marco Cuchel

Ma anche quando tutto è pronto per attuare le misure non mancano gli elementi critici: è il caso dei contributi a fondo perduto, una misura su cui si poteva fare meglio dal punto di vista dell’equità sociale, sottolinea Marco Cuchel, riferendosi all’esclusione dei professionisti dall’accesso ai fondi.

“Le categorie professionali ordinistiche non sono ben viste dall’opinione pubblica e dalla politica perché purtroppo dobbiamo dire che questo tipo di comportamento, permettetemi la parola, discriminante nei confronti dei professionisti ormai viene da lontano”.

Stessa “discriminazione”, infatti, si è verificata per l’accesso al bonus 600 euro: solo per i professionisti iscritti agli ordini è stato previsto fin dal primo mese un limite di reddito da rispettare per poter presentare domanda.

“Stiamo valutando delle azioni giudiziarie nei confronti dell’articolo 25 del Decreto Rilancio perché riteniamo che sia incostituzionale.

Dichiara Marco Cuchel, sottolineando che anche l’Agenzia delle Entrate, che ha interpretato la norma con la circolare numero 15/E del 2020 includendo anche pensionati e dipendenti, ha perseverato nell’esclusione dei professionisti.

Ma le ombre sui contributi a fondo perduto non riguardano solo chi rimane escluso dalla possibilità di richiedere i fondi.

Il presidente ANC definisce inopportuno il capitolo sulle verifiche di una circolare che “avrebbe dovuto semplicemente spiegare le regole d’accesso” al contributo, che nasce come uno strumento di sostegno.

“È chiaro che tutti sono soggetti a verifiche, a maggior ragione chi riceve contributi da parte dello Stato, ma prevedere un capitolo specifico sulla verifica dei dati in maniera così puntuale, di concerto con la Guardia di Finanza, lascia un po’ l’amaro in bocca perché sembra quasi, permettetemi il termine, una sorta di minaccia nei confronti di chi chiederà quel contributo”.

Una linea dura che mal si sposa con gli strumenti che l’Agenzia delle Entrate ha già in possesso per verificare il diritto a ricevere il contributo a fondo perduto.

“Sono dei segnali ben precisi” di un panorama fiscale, per Marco Cuchel, da rivedere sotto tanti punti di vista: contenuti, modalità e tempistiche, dalla proroga delle imposte 2020 ai contributi a fondo perduto su nessun fronte mancano gli elementi critici.

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